"Chi sei?"

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Mi alzai dal letto con calma, ero in stanza con Kuroo,il libero della nostra squadra e Lev, un componente nuovo.
Infilai le ciabatte e mi diressi verso il bagno, feci per aprire la porta, ma a metà mi fermai.
Una testa comparve dalla fessura "vedi di bussare la prossima volta" mi sussurrò vicino all'orecchio, probabilmente per non svegliare gli altri.

Lo guardai per un po' fermo sulla soglia "dimmi quando hai finito".

"Ora"mi sorrise, afferrò il mio polso e mi fece entrare, poi prese le sue cose e sparì oltre la porta.

Posai gli occhi sopra la serratura, c'era la chiave "avresti potuto chiudere"dissi a voce un po' più alta del solito, ma lui non mi sentì lo stesso.

Feci scattare la serratura, andai in bagno e poi mi lavai il viso, senza fare grande attenzione ai miei capelli.
Infatti alla fine le ciocche gocciolavano ancora.
Sospirai, presi un asciugamano e li strizzai un po', poi uscii.

"Andiamo a fare colazione"annunciò Kuroo già cambiato, mentre gli altri continuavano a dormire.

"Non ci vengo in pigiama, tu sei già cambiato, aspettami"dissi e lui annuì per poi distendersi sul letto a pancia in su, le mani incrociate dietro la testa.

Mi sfilai la maglia e i pantaloni, per poi andare a prendermi i vestiti nel borsone.
Mentre mi chinavo a frugare fra le mie cose, notai che Kuroo non faceva altro che fissare il muro, come se stesse cercando di non distogliere lo sguardo.
Scrollai la testa e indossai i pantaloni.

"Si chiama privacy"disse Kuroo sbuffando "una volta ti dava fastidio"poi si girò di lato verso di me.
Arrossii ripensando a quando lo cacciavo dalla camera o anche solo in spogliatoio aspettavo che se ne andassero tutti.

"Una volta, ormai mi sono abituato, invadete il mio spazio ogni giorno"risposi.

"Non parlavo degli altri" puntó lo sguardo sulla maglietta che avevo appena scelto "non mi è mai piaciuta, metti quella nera"

"Ok" la infilai, mi stava un po' larga dato che avevano sbagliato a prendere la mia taglia.
La scritta bianca Nekoma campeggiava a lato e un po' mi sentii fiero di indossarla.

"Bene e ora svegliaaaaa" iniziò ad urlare "muovetevi pigroni che  non siete altro, voglio vedervi a fare colazione fra cinque minuti, e se non sarà così vi farete un paio di giri di corsa" fece una risata che non aveva nulla di rassicurante "alzate il culo" poi corse fuori dalla stanza trascinandomi con lui e sbatté con forza la porta.

"Kuroo" urlò Lev comparendo sulla soglia con i capelli grigi scompigliati.

"Dannazione un'altra volta, io l'ho detto che non ci volevo più stare in stanza con quello"esclamò Yaku, sbattendo un pugno sul muro.

Mentre correvamo lungo il corridoio, si sentivano le urla dei nostri compagni di stanza.
Kuroo rideva come un matto e non capivo come facesse ad avere ancora fiato in corpo.
Entrammo nell'enorme mensa spalancando le porte di colpo, e lasciando che si schiantassero contro il muro.
Tipico di Kuroo, non poteva entrare in una stanza senza far rumore.
Subito ci vennero incontro dei nostri amici di altre squadre, o meglio suoi.
Bokuto, un ragazzo alto poco meno di Kuroo dai capelli grigio/nero sempre tenuti con del gel, gli diede una pacca sulla spalla ridendo.

"Allora, hai tirato su i tuoi gattini o stanno ancora dormendo?"esclamò, sapendo benissimo come Kuroo si divertisse, essendo il capitano.

Noi eravamo appunto la squadra dei gatti, soprannominata così perché il nostro gioco si basava principalmente sull'agilitá.
Nessuno ci batteva in difesa.

"Certo che sono svegli, e i miei gattini oggi vi faranno fuori te l'assicuro"si avvicinò a Bokuto squadrandolo dalla testa ai piedi.

"Sogna sogna" gli rispose in tono di sfida.

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