-Frank, io ti amo, ma sento che non riuscirò mai a darti l'importanza che meriti-
Queste parole sofferte furono pronunciate da Gerard Way, un talentuoso cantante e fumettista di 25 anni che nonostante la bravura, non aveva mai trovato la fortuna che si aspettava: guadagnava praticamente solo con i suoi disegni, mentre dal punto di vista canoro non aveva trovato mai nessuno che desse importanza ai suoi testi e alla sua voce. Viveva con il fratello Mikey, di tre anni più giovane, che non lavorava ed era alla perenne ricerca di sé stesso, una palla al piede insomma, di cui Gerard avrebbe potuto disfarsi quando voleva, ma era solo, non aveva amici, a parte un certo Ray Toro, e in fondo voleva molto bene al ragazzo.
Due anni prima pubblicò la sua prima raccolta cartacea di fumetti, chiamata Umbrella Academy, e in un primo periodo andò meravigliosamente bene, tanto che Rob Cavallo, il suo produttore, lo convocò per una riunione dopo il successo che ottenne:
-Signor Way, i lettori del suo fumetto sono ansiosi di sapere se ci sarà un sequel o meno. Io le suggerisco caldamente di continuare, sa quanti soldi potrebbe guadagnare?-Rob non era un tipo con cui parlare di sentimenti e disagi: per lui il mondo ruotava attorno ai soldi. Gerard, infatti, non era in vena di disegnare nessun seguito, perché non aveva la minima ispirazione ed era un periodo in cui si sentiva molto depresso:
-Mi spiace ma devo declinare l'offerta. Ho comunque disegnato altro...-
-Al pubblico dobbiamo dare quel che piace-
-Anche quando è uscito Umbrella Academy non si sapeva se avrebbe retto la critica dei giovani e poi è andato bene-
-Sei coraggioso allora a voler tentare di rifare lo stesso successo con un altro lavoro... ma non sarò io a finanziartelo- concluse Rob in modo egoistico.Gerard deluso si alzò dalla sedia e andò via. Poco prima di uscire dalla stanza, sentì la voce del suo ormai ex capo dire:
-Frank, accompagnalo fuori da qui-
Pochi istanti dopo Way fu affiancato da un ragazzo, più vicino all'età del fratello Mikey, piuttosto basso, ma estremamente bello, con due occhi verdi tendenti al giallo sabbia. Gerard non aveva mai visto un colore del genere. Si sforzava a non alzare lo sguardo per osservarne tutte le sfumature, ma non ce la faceva: il suo cervello stava elaborando tutti quei colori e li stava trasformando in parole. Più si avvicinava all'uscita e meno ispirazione arrivava. Realizzò che gli occhi di quell'umile dipendente sarebbero diventati la sua droga, il motivo che lo avrebbe spinto a continuare a credere nei suoi sogni.
Così, arrivato sull'uscio, fece volontariamente cadere dei fogli sul pavimento, che Frank tempestivamente raccolse, ridandole al proprietario, che finalmente poteva, senza passare per un maniaco, guardare quegli occhi più attentamente:
-Tenga- disse Frank
-Grazie, ma... non darmi del lei, chiamami Gerard-
-Oh, anche per me è meglio darsi del tu, io sono Frank, Frank Iero, Lavoro qui da pochi mesi-
-Io sono Gerard Way, credo tu abbia letto il mio Umbrella Academy-
-Ho anche letto altro di tuo-
Gerard sembrò confuso e la sua espressione fece sorridere Frank, che chiarì la situazione:
-La canzone che c'è sui fogli che hai fatto cadere!-
-Ah, sì, Skylines And Turnstiles, è stata la mia prima canzone seria-
-Quindi scrivi anche canzoni? Beh, io suono la chitarra-Frank Iero non era solo fonte d'ispirazione per Gerard, ma dopo quella dichiarazione poteva essere colui che lo avrebbe aiutato dopo tanti anni di tentativi a sfondare anche nel mondo della musica, la sua più grande passione.
-Potremmo formare una band- disse scherzosamente Way, ma Frank prese quella battuta più seriamente:
-Hai ragione sai? Senti, ti do il mio numero, così ci terremo in contatto- mentre Gerard dava il suo numero, Frank continuò -e magari cercherò nei dintorni qualcuno disposto a guardare i tuoi fumetti-In quel momento Way avrebbe voluto dire che aveva tentato con tutti i produttori della zona senza ottenere nessun riscontro positivo, ma qualcosa lo bloccò: pensava che se avesse rivelato quel dettaglio, Frank non si sarebbe sentito pienamente utile, così si tenne per sé quel che voleva dire.