INTRODUZIONE

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Sophia non voleva tornare a vivere quell'inferno. Il divorzio dei genitori, la responsabilità di dover crescere quasi totalmente da sola e il non poter deludere l'idea della ragazza perfetta che tutti si erano fatti di lei non era già abbastanza?; era troppo chiederle di tornare in quel postaccio.

Sophia, quando viveva ancora con tutta la famiglia, con padre, madre e fratello, più piccolo di lei di 2 anni, frequentava la "Greenwich Accademy" . Frequentò quell'accademia per 1 anno, l'anno peggiore della sua vita. Dopo aver subito mesi e mesi di bullismo, finalmente riuscì a trovare il coraggio di dire ai genitori come veniva costantemente sottomessa e umiliata dai cugini.

Fu questa la causa del divorzio, o meglio, la cosiddetta "goccia che ha fatto traboccare il vaso". Rufus, padre di Sophia, non prese tanto bene il fatto che i figli di George, suo fratello maggiore, fossero in grado di manifestare tanta crudeltà. Lui, convinto di avere alla spalle un modello di famiglia perfetta, stentò a credere che Megan, Alex e Cameron, suoi nipoti diletti, fossero solo in grado di torcerle un capello.

Sophia dovette quindi terminare l'anno scolastico, sopportando le intimidazioni dei cugini a scuola e il maltrattamento del padre a casa durante le feste; dovendo vivere in accademia durante tutto l'anno, coglieva subito al volo l'occasione di lasciare la scuola anche solo per una settimana per festeggiare il Natale, la Pasqua o qualsiasi altra ricorrenza, cosa che, fortunatamente, non facevano i cugini. Sophia e Maicol, suo fratello, erano quasi del tutto ignari delle frequenti liti che avvenivano tra la madre e il padre, causate dal dubbio che la famiglia di Rufus fosse "aggressiva" o meno nei confronti della loro primogenita.

Tuttavia, per quanto poco sapessero di queste discussioni, non era una novità che i loro genitori stessero sempre a litigare, per un motivo o per un altro.

Terminato finalmente l'anno scolastico, avvenne in divorzio tra Rufus e Mary; Maicol restò con Rufus, mentre Sophia se ne andò con Mary, sua madre.


«Mamma! Il telefono!»

«Rispondi tu! Non vedi che sto cucinando?!»

«Ma è la "Manhattan High School, non so cosa devo dire!»

«Per l'amor del cielo, portami subito quel telefono!»

Sophia fece le scale più rapidamente possibile, lanciando il telefono ancora squillante a sua madre.

«Si, sono la madre di Sophia, mi dica pure...»

Sophia aspettò che la madre riagganciasse il telefono, prima di iniziare a parlare.

«Allora?! Cosa hanno detto? Sono ammessa?»

«Ma certo tesoro! All'accademia eri la più brava della classe, come fai a dubitare di non essere ammessa in una scuola pubblica?»

Sophia al solo pensiero dell'accademia, rabbrividì, gesto che, sicuramente, non passò inosservato a sua madre.

«Smettila di pensare a quel posto e a tuo padre» le disse con voce più dolce che mai.

«Vatti a preparare, che andiamo subito a comprare tutto l'occorrente»...


Sophia ripensò a quel momento mentre leggeva l'e-mail che sua madre aveva inviato non più di una settimana fa.

Aveva le lacrime agli occhi, non poteva crederci, non voleva crederci.

Non aveva il coraggio di continuare, già solo la vista del destinatario le aveva fatto venire il mal di stomaco.

"Signora Victoria Schell" pensò fra se e se, non poteva essere quella 'Victoria Schell'.

Prese tutto il coraggio che aveva in corpo, aprì l'e-mail, e lesse ad alta voce:

«Gentilissima preside Schell,

Ѐ un onore avere di nuovo a che fare con lei. Le scrivo per farle sapere che Sophia ha deciso di riprendere gli studi alla "Greenwch Accademy".

Se possibile, con una piccola variante; ho saputo che disponete ancora dell'opzione 'borsa di studio', vorrei sapere se è possibile effettuarla anche in questo caso; (allego documenti qui sotto).

Cordiali saluti, Mary Sencester»


Sophia lesse l'ultima frase prima di scoppiare in un pianto isterico, fu come una pugnalata, quando aveva intensione di dirglielo?

Alzò lo sguardo sulla porta, vide la figura di sua madre più pallida che mai, con gli occhi gonfi di lacrime.

«S-scusa, so che avrei d-dovuto dirtelo prima, m-ma non sapevo come avresti r-reagito. S-sai che non posso più permettermi di comprarti i l-libri o di pagare l'iscrizione. Ho g-già parlato con Victoria, s-sarà tutto gratuito, a p-patto che tu f-faccia 12 o-ore di v-volontariato a settimana. Hanno già m-mandato i l-libri, la d-divisa e il biglietto p-per Londra d-due giorni fa», cercò di giustificarsi, con il viso rigato dalle lacrime, «t-ti a-aspettano a s-scuola i-il 10 s-settembre. M-mi dispiace c-che t-tu l'abbia s-scoperto c-così. S-scusami» mormorò infine.

Sophia era rimasta in silenzio, ad ascoltare le giustificazioni di sua madre.

Non poteva prendersela con lei per quella decisione, sapeva benissimo che riuscivano a stento ad arrivare a fine mese, e si sentiva responsabile di ciò, perché, per quanto sua madre lo negasse, sapeva che la causa di tutto era lei, perché se non fosse scoppiato quel litigio, probabilmente i genitori non avrebbero divorziato; ma non riuscì a credere di dover abbandonare tutto così. Le mancavano 2 anni per concludere tutto, ce l'avrebbe fatta, come sempre.



Hi guys!

Vi piace come inizio? Non è un vero e proprio capitolo, lo so, ma è appunto un'introduzione perché volevo fosse ben chiara la situazione di Sophia.

Ah, dimenticavo, "Sophia" si legge "Sofia" non "Sopia" *sclera perchè non riesce a spiegarsi*.

Il "ph" nei nomi inglesi, in italiano si legge "f". E' più chiaro ora? *sclera di nuovo*

Chiarito questo, spero che questa storia vi piaccia.

Ciauu ;)

L'ennesima volta davanti al mio incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora