Serpente di fuoco - Una rosa per una rosa

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- Che scatole fare il bucato! - mi lamento tra me e me con una cesta piena degli abiti di quel viziato figlio di papà che sarebbe anche il principe di questo regno.

Io sono Nashi e lavoro come cameriera personale per il principe Storm del regno della pioggia, qui al castello di giada.

Sono una "nanetta da giardino", come ama definirmi quel ghiacciolo di Storm.

Ci conosciamo da circa cinque anni, e dire che all'inizio ero stata invitata a trasferirmi a palazzo per diventare amica del principino che aveva dieci anni come me.

Era sempre solo, messo in disparte dai suoi fratelli più grandi Rain ed Ice.

Rain, all'epoca, aveva già diciotto anni e tendeva a chiudersi in biblioteca per leggere le lettere del suo promesso sposo, Kail.

Ice, invece, si dedicava alla pittura dei panorami di cui si può godere dal tetto. Nonostante i suoi sedici anni, era un tipo filosofico e questo tratto del suo carattere gli è rimasto tuttora.

Storm, essendo ancora piccolo, si esercitava al piano, da solo.

La madre si stava preoccupando che potesse essere triste, così mi chiamò e provai a farci amicizia.

Allora non ero più bassa di lui quindi non poteva darmi della nana.

Così mi diede il soprannome di
"Chewingum", a causa dei miei capelli di un magenta acceso.

Ho avuto fortuna.

Se non mi avesse assunto la famiglia reale sarebbe stato difficile adempiere al mio compito di spiare i piani del regno dell'acqua per le guerre.

Io, in realtà, vengo dal regno del fuoco e sono stata incaricata da mio padre, il re, di avvisare il regno in caso di attacco da parte del regno della pioggia.

Lui vorrebbe far riappacificare le due nazioni, ma non mi ha voluto svelare il piano completo.

- Ehi, Nanetta. Che fai? - sento la voce del ghiacciolo alle mie spalle.

Girandomi rispondo: - Stavo andando a fare il bucato, signorino. - finisco di parlare per poi congedarmi con una riverenza verso la lavanderia del castello prima che possa dire altro.

Arrivata alla mia meta, mi metto a lavoro.

Finisco di lavare tutto verso le sette, così mi dirigo in sala da pranzo per servire le portate.

Dopo la cena accompagno Storm hai suoi appartamenti come sempre.

Più che un'amica mi sento un mastino pronto a prendersi una freccia avvelenata per salvare il proprio padrone.

- Oggi non parli? Il gatto ti ha mangiato la lingua? - mi stuzzica il ragazzo.

- Stavo pensando. - rispondo io atona.

- A cosa? - mi chiede lui con tono malizioso.

Al che io mi incazzo come una biscia e rispondo acida:

- Nulla di cui si debba preoccupare. -

Forse ho lasciato trasparire un po' troppo il mio mal'umore e me ne rendo conto dalla sua faccia sorpresa e spaventata.

Probabilmente starà pensando: "Che ho fatto questa volta per farla incazzare così?"

- Chiedo perdono, non so cosa mi sia preso. - esclamo io imbarazzatissima.

- Hahaha, sono sempre divertenti le tue reazioni. - risponde lui iniziando a ridere.

Oddio, che dolce la sua risata cristallina!

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