Mi svegliai con un forte mal di testa e con la vista un pò annebbiata. Mi stropicciai un pò gli occhi e iniziai a vedere di nuovo bene.
Davanti a me vidi un uomo con il camice bianco che mi guardava in modo strano.
Ad un certo punto il dottore si avvicinò.
<<Signorina Danvers, come si sente?>>disse.
<<Un pò meglio>>. E subito mi venne in mente Lily.
<< Dov'è lei? Dov'è mia sorella? >> chiesi senza esitare.
<< Tranquilla, lei sta bene.>> mi rispose.<< E i miei genitori?>> chiesi e caddi nel panico più totale.
Lui distolse lo sguardo dai miei occhi e con tono apprensivo disse
<< Beh ... i tuoi genitori...come dire...loro...non c'è l"hanno fatta. Mi dispiace.>>Dopo quelle parole mi iniziò a mancare il respiro per un momento e scoppiai disperatamente in un pianto isterico.
Mi frullarono in mente mille domande.
<<Perché sono qui?>> Fu l'unica domanda che riuscì a pronunciare.
<<È una questione molto delicata. Allora, sei qui perché hai avuto un incidente in autostrada.
Praticamente, è succeso che un uomo ubriaco ha invaso la vostra corsia e tuo padre per evitarlo ha deviato e senza accorgersene è andato a sbattere contro un camion.>>
Tutto questo era semplicemente assurdo! Non riuscì a credere che tutto questo sia potuto succedere. Iniziai a tremare e le lacrime cominciarono a formarsi nei miei occhi.
<<Ora vado e ti lascio riposare. >>Ero talmente presa dal mio pianto e dai miei pensieri, che non sentii la porta aprirsi. Vidi una faccia familiare e subito capii che era la mia amica Ashley.
Allora mi alzai dal letto e corsi subito ad abbracciarla, per poi scoppiare di nuovo in un pianto isterico.
Lei cercì di consolarmi, ma invano. Dopo un po' che fummo abbracciate sentii la porta aprirsi, girai lo sguardo e vidi mia sorella. Lei iniziò a correre verso di me, io aprii le braccia e lei vi si buttò dentro.<< Mi dispiace interrompere il momento, ma io ora dovrei andare. Ci sentiamo, ciao.>> disse Ashley chiudendo la porta alle sue spalle.
Dopodiché lei iniziò a piangere e mentre cercai di calmarla si aprii la porta ed entrò il dottore con dietro un uomo sulla trentina.
<< Incominciate a prepararvi che oggi tu e tua sorella sarete dimesse e andrete con ... >> disse il dottore. L'uomo gli si mise davanti e prese la parola
<<piacere sono Micheal. Sono dei servizi sociali.>>
<< S-ser-servizi sociali?!>> iniziai a balbettare.
<< Sì, starete due giorni da me. Poi andrete da vostra zia a New York. Iniziatevi a preparare io vi aspetto qui fuori.>> rispose. Dopo che il dottore e Micheal uscirono dalla stanza mi girai verso Lily che aveva ancora gli occhi rossi per il pianto.
<<Vabbè io vado. Ci vediamo dopo.>> disse mia sorella uscendo dalla stanza.Finito di prepararmi, uscii dalla stanza dove trovai già tutti.
Micheal prese la macchina.
<< Ora andremo a casa vostra a prendere le vostre cose e poi verrete da me>> disse mentre metteva a moto.
Guardando fuori dal finestrino mi tornarono in mente tutti i momenti più belli della mia vita con i miei genitori e di come sarà diversa senza di loro.
Ad interrompere i miei pensieri fu Micheal che ci avvertì di essere arrivati.
Scesi e mi fermai davanti alla macchina, mi avviai verso il vialetto che portava a casa mia. Prima di entrare esitai un minuto.
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Catherine
ChickLitCatherine, una ragazza socievole e ottimista, costretta a trasferirsi ogni tre mesi per il lavoro dei genitori. Fin quando un giorno mentre era in macchina con i suoi, una cosa sconvolgente cambia il suo modo di essere. Obbligata a trasferirsi con l...