Capitolo 16

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Il lentigginoso, il giorno dopo, non vise ne sentì Tsukishima, cosa che lo preoccupò molto, visto che il quattrocchi se non veniva lo avvisava. Decise di chiamarlo. Uno, due, tre squilli, rispose al quarto. Yamaguchi con un flebile sorriso disse

<<Tsukki... stai bene? Cioè, come mai non sei venuto a scuola? Devo venire a casa? Tua madre è a casa?>> Dall'altro capo del telefono si sentì uno sbuffo. Probabilmente il lentigginoso aveva scocciato il quattrocchi, come capitava spesso.

<<Yamaguchi sto bene, mia madre non c'è, ho solo qualche linea di febbre e non mi andava di venire a scuola.>> Il piccolo fece un piccolo muso. Yamaguchi sarebbe venuto anche con la febbre da cavallo pur di vedere Tsukishima, evidentemente non era lo stesso.

<<Vuoi che io venga dopo la scuola? Altrimenti... altrimenti posso arrivare anche subito! Dammi il tempo di sistemare le mie cose e arr->> Venne interrotto bruscamente dall'altro.

<<No! Cioè... non venire, è meglio... potrei attaccarti la febbre.>> Yamaguchi aggrottò le sopracciglia scocciato.

<<Ed io invece arrivo!>> Tsukishima ghignò e sospirò.

<<Hey Yama... un'ultima cosa.>> Il moro si iniziò ad avviare.

<<Dimmi Tsukki.>>

<<Se vieni qua, dovrai farmi da servo. Chiaro?>> Il moro arrossì all'idea e annuì velocemente, come se il quattrocchi potesse vederlo.

<<Va bene Tsukki!>> E poi il biondo attaccò con un ghigno sul volto. "Perfetto, Yamaguchi è il solito pollo." Pensò.

Dopo una ventina di minuti il moro arrivò a casa del suo amante, salì le piccole scale che lo separavano dalla porta d'ingresso, prese la chiave di riserva che conservava per le emergenze ed entrò dentro. Appena chiuse la porta venne attaccato da Tsukishima che lo bloccò al muro con un piccolo ghigno sul volto.

«Sto benissimo adesso che ci sei tu, saltiamo scuola e stiamo un poco insieme, che te ne pare?» Sussurrò il biondo all'orecchio del più piccolo mentre diventava piano piano un pomodoro.

«T-Tsukki! Mi ero preoccupato... pensavo stessi male...» Si lamentò il lentigginoso, voltandosi verso l'altro. Si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere, abbracciandosi.

«Quindi è un sì?» Chiese Tsukishima staccandosi dall'abbraccio e iniziando a baciare il collo di Yamaguchi, infilava una mano nella sua maglietta.

«M-Mngh... Sei un pervertito Tsukki!» Il biondo sorrise sulla sua pelle, poi lo prese a mo di principessa e si sedette sul divano con Yamaguchi in braccio, poi continuò a baciargli il collo sorridendo.

«Ow, così mi ferisci... ma a te piace tanto questo pervertito eh?» Yamaguchi si voltò, prendendo in mano il viso del suo ragazzo e lo baciò dolcemente.

«Tantissimo...» Sorrise, con le guance leggermente rosse. Il quattrocchi osservò per qualche istante il viso del più piccolo e poi mise il volto nel petto dell'altro.

«Sei... sei davvero carino quando sorridi, sai?» Yamaguchi divenne paonazzo e si coprì il viso cercando di non far sentire nemmeno il suo battito cardiaco. «Anche quando arrossisci...» Gli prese le mani tra le sue, scoprendo il viso rosso e pieno di lentiggini. «E anche quando cerchi di non far sentire il tuo cuore esplodere di gioia a causa di piccole sciocchezze.» E dopo quelle parole gli diede un bacio, per poi ristaccarsi di poco sussurrando sulle sue labbra. «Ti amo, Tadashi» E si fiondò di nuovo a baciare le labbra del più piccolo.


Tsukkiyama ¦ DaisukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora