La lezione

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«Dannazione! È tardissimo!», esclamò Elwyn alzandosi di colpo dal letto. «Anand! Svegliati subito! Arriveremo in ritardo!».

Una pendola a colonna, posizionata nell'angolo della stanza, segnava le ore 8:15.

Anand adorava le cose antiche. Si era fatto regalare quella pendola per il suo dodicesimo compleanno e non se n'era più separato. Elwyn, invece, la detestava, perché ad ogni ora, persino di notte, la pendola faceva i suoi rintocchi ostacolando il suo sonno.

«Non hai sentito i rintocchi delle 8:00?!», lo rimproverò Anand.
«Avresti benissimo potuto sentirli anche tu!».

Anand Risley era un tipo egocentrico e narcisista che condivideva la stanza con Elwyn, aveva una corporatura abbastanza magra e una statura normale, anche se era di poco più basso del suo coinquilino. I suoi capelli erano castani e i suoi occhi azzurri, ma ciò che lo caratterizzava era il piccolo naso aquilino che spuntava dal suo volto.

I due si cambiarono velocemente: Elwyn mise degli stivali marroni, dei pantaloncini beige retti da una cintura arancione ed una maglietta bianca con il Werhal impresso sul retro. Il Werhal era un simbolo composto da forme geometriche che rappresentava l'equilibrio e l'armonia.
Anand, invece, aveva dei gusti particolari. Si mise una camicia bianca, dei pantaloni neri e una giacca di colore blu molto scuro anch'essa con il Werhal marcato sul retro.

La loro stanza non era molto grande, tuttavia, a differenza di altri studenti, potevano godere di un bagno privato. Su uno dei lati corti si trovava una finestra che occupava praticamente tutta la parete e opposto ad essa si trovava la porta di ingresso. Quasi tutte le cose all'interno di quella stanza erano di legno, a partire dalle pareti. Essa si trovava nell'Albero della Vita: una quercia talmente grande da permettere la costruzione di una gigantesca accademia all'interno di essa.

«Smettila di pettinarti! Siamo già in ritardo per la lezione! Il professor Farius si infurierà!», esclamò Elwyn.
«Preferisco non andarci piuttosto che andarci spettinato!».

Anand aveva la fissa per i capelli. Ogni mattina li riempiva di lacca fino a farli brillare e poi li tirava tutti all'indietro.

«Arrangiati, io vado. Tu mi raggiungerai».

Elwyn lasciò la stanza di corsa. Essa si trovava al terzo piano e le aule erano al primo. I corridoi dell'albero erano quasi deserti, ma molto illuminati dalla luce delle tre stelle nel cielo. Solo qualche bidello o segretario passava per vedere se tutto era in ordine. Scese le grandi scale a chiocciola che si trovavano più o meno al centro del tronco e raggiunse il secondo piano, dove c'erano i dormitori femminili. Da lì, di nuovo scese la scala e raggiunse la sua aula.

Bussò alla porta.
«Avanti!», disse la classe in coro.
«Come mai in ritardo? Il signor Risley dov'è?», chiese il professor Farius.
«Si sta pettinando. Arriva subito».

Elwyn si sedette, il suo banco era uno della fila centrale, il penultimo. Accanto a lui c'era una ragazzina di nome Alina. Era una ragazzina fragile che aveva paura di qualsiasi cosa. I suoi capelli biondi erano raggruppati in due treccine che erano tenute insieme da un fiocchettino rosa e il suo volto era pieno di lentiggini. Portava una gonna bianca, e un vestitino rosa.

Dopo qualche minuto si udì bussare alla porta.
«Eccoti qui!», esclamò il professore.
Anand si sedette al suo banco e non disse nulla.

I banchi di legno scuro erano sistemati a due a due e formavano tre colonne perfette davanti alla cattedra del professore. Sulla parete davanti agli studenti era appesa una lavagna in ardesia e una cartina geografica del posto in cui vivevano: Nuvolandia, luogo mistico, che si trova oltre le nuvole. Sulla destra enormi finestroni dominavano la parete, mentre il lato sinistro era occupato soltanto dalla porta e da un armadio, ovviamente anch'esso di legno.

«Bene. Ora continuiamo la lezione alla pagina centonovantaquattro»
Elwyn sentì una specie di squittio che proveniva dalle sue spalle, si girò e vide Pat, il suo migliore amico, che lo chiamava.

Pat era piuttosto basso, aveva dei grossi dentoni e le orecchie a sventola. I suoi capelli erano tra il marrone e il rosso. Portava una maglietta e dei pantaloncini grigi e non si separava mai dal suo zaino rosso e blu, che conteneva, oltre ai libri, decine di lettere non scritte. Era fissato con le lettere, voleva infatti diventare postino, ma i suoi genitori lo avevano obbligato a studiare.

«Oggi dopo la scuola vieni con me al lago per una passeggiata?».
«Perché?», domandò Elwyn.
«Oggi è il compleanno di Cosma e alla sua festa mi voglio presentare con un regalo speciale, non le solite cose che si comprano all'emporio ...».
«Signorini là in fondo! Smettetela immediatamente di confabulare!», gridò il professore.
«Mi scusi», risposero insieme.
«Bene. Ed ora continuiamo la nostra lezione ...».

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