(Modern AU)
John cominciava a essere particolarmente infastidito dal suo ragazzo. O almeno, era infastidito da delle nuove abitudini del suo fidanzato. Alexander non era mai a casa, era sempre a lezione, in libreria o chiuso in camera sua a scrivere. Era completamente immerso nel suo lavoro, mai con John e questo lui lo odiava.
"Alexander" mormorò John, uscendo dalla loro camera da letto. Alexander sedeva sull'isola in cucina, digitando rapidamente sul portatile. Aveva borse scure sotto gli occhi, c'erano tre tazze di caffè e degli energy drink sparsi per il tavolo. C'erano fogli sparsi ovunque. "Vieni a letto" disse John stropicciandosi gli occhi per il sonno.
"Non posso John" sussurrò Alexander, la voce rauca e stanca. "Troppi compiti".
John alzò gli occhi al cielo "puoi lavorarci domani. Tutto questo non ti fa bene"
"No John" rispose Alex, per poi tornare al suo portatile. John spazientito attraversò rapidamente la stanza e mise una mano sulla spalla del compagno.
"Piccolo, vieni a dormire con me"
"John no" replicò esausto Alex.
Poi tornò rabbiosamente a scrivere sul portatile. John, agitato e desideroso di tornare a letto, si arrabbiò completamente.
Prese il computer di Alex e lo chiuse."No Alexander, ascoltami.
Passi troppo tempo con questo dannatissimo computer.
Ti prendi ancora cura di me? Mi noti ancora? Arrivi a casa, non passi tempo con me e inizi subito a scrivere. Credi che il tuo lavoro sia più importante della tua relazione? Mi ami ancora... anzi, sei soddisfatto con me?" John stava urlando ora, le lacrime nei suoi grandi occhi, le guance arrossate. Alex era scioccato, John non gridava mai."John,io..."
"Comunque" lo interruppe il fidanzato, stressato e triste. Si era passato la mano sotto il naso e sugli occhi, asciugandoli. "Fai quello che vuoi".
Lanciò il computer sul divano e andò nella sua vecchia camera ( quella che usava prima che si frequentasse e dormisse assieme ad Alex) che ora era la camera degli ospiti e sbattè la porta.
Alex guardava, ferito e impotente, con una brutta sensazione nello stomaco. Recuperò il portatile, ma dopo le parole di John, non ebbe il coraggio di aprirlo.
John si svegliò, guardandosi in torno e chiedendosi perché fosse nella camera degli ospiti, poi ricordò cosa era successo la sera prima. Oh, pensò.
Le lacrime cominciavano a uscire. Ripensava a come avesse gridato ad Alex. Sarò stato troppo duro? Pensava, mentre ricordava gli occhi di Alex mentre iniziava a urlare: feriti, scioccati, confusi, tristi. Si rotolò sulla schiena e non provò a scacciare le lacrime quando iniziarono a rotolare giù dalle sue guance.
Stette in quella posizione per un po', quando pensò forse che autocommiserarsi non era l'idea migliore. Rotolando, John si alzò dal letto.
John uscì dalla camera e si diresse in cucina pensando di vedere Alex seduto al tavolo che lavorava, come sempre. Come sempre, si aspettava di vederlo scrivere, fermandosi ogni tanto per un sorso di caffè o un cucchiaio di cereali.
Quando però entrò in cucina si rese conto che non c'era quello che si aspettava.
Alex era lì, che faceva la colazione "buon giorno" disse, quando lo sentì entrare.
Poi si girò e gli dedicò un piccolo sorriso. John non capiva. Alex dovrebbe lavorare, dovrebbe donargli il solito silenzioso trattamento."'Giorno" replicò John, stupito. "Che fai?"
"Faccio la colazione, stupido" disse, mentre avvolgeva un braccio attorno alla vita di John. "Perché? Devi andare da qualche parte?"
"Uh, no la mia prima lezione è all'una"
"Io inizio a mezzogiorno, abbiamo un po' di ore insieme"
"Insieme?" John non riusciva a crederci, guardava Alex con gli occhi spalancati.
Alex gli sorrise guardandolo con occhi che chiedevano perdono."sì, insieme. A meno che tu non abbia qualcos'altro da fare, in tal caso capisco benissimo..."
"No" lo interruppe John, sorridendo leggermente al suo ragazzo."Non devo andare in nessun altro posto." Lui era nel posto giusto, tra le braccia di Alexander, di nuovo.
"Perfetto" disse Alex baciandogli le guance.
Si stava scusando? John sperava di sì. Probabile. Questo non era una cosa usuale nella loro relazione. Di solito si scusavano con dei semplici "mi dispiace". Non capiva bene, ma se poteva avere del tempo in più con Alex, gli andava benissimo.
Dopo colazione uscirono fuori, mano nella mano.
Parlavano, senza stress, tutti e due erano felici. Più che felici, loro erano contenti l'uno con l'altro. Alex non aveva realizzato quanto gli fosse mancato John.
Scorreva più comprensione tra loro. Non poteva dirlo con certezza, ma sentiva di aver abbandonato John. Era stato apatico e aveva allontanato non solo il suo ragazzo, ma anche il suo migliore amico. Per cosa? Testi scritti a tarda notte quando avrebbe potuto passare delle belle serate in compagnia di John (😉😏). Andarono in giro per un po', per poi fermarsi al loro bar preferito.John controllò il suo orologio. Si sentì sprofondare. Le 11'50, la prima lezione di Alexander sarebbe stata tra 10 minuti.
"Piccolo?" Lo richiamò John, stringendogli la mano.
"Sì?" Chiese Alex.
"È mezzogiorno meno dieci" disse John, cercando di nascondere il disappunto nella sua voce "devi andare no?"
Alex guardò in basso, nascondendo le mani nelle tasche. Mormorò poi, con voce timida " posso anche saltare oggi, se a te sta bene"
John era scioccato, questo lo aveva fatto più di tutte le cose capitate in quel giorno. "Cosa?" Disse, con voce incredula. "Mi stai prendendo per il culo?" John conosceva Alex. E Alex non avrebbe mai saltato una lezione, per nulla al mondo. Era andato a lezione il giorno che si era rotto un braccio. Era andato a lezione con 38.5 di febbre. Alexander Hamilton non aveva mai saltato una lezione.
"No" disse Alex "non lo sto facendo"
"Perché?" Chiese John, perdendosi negli occhi scuri di Alex. Poi gli spostò i capelli dalla faccia. "Perché tutto questo per me? Perché oggi? Solo... dimmelo Alexander, c'è qualcosa che non va?"
Alex prese un respiro profondo.
"John, avevi ragione. Ieri sera avevi ragione. Tutto quello che hai detto era giusto. Ho lasciato che il mio lavoro si intromettesse nella nostra relazione e ho fatto un disastro. Non ho abbandonato solo te, ma noi. Ho lasciato che la scuola ti superasse ed era una cosa che non sarebbe dovuta accadere. Ti amo John. Più di quanto credi. E se per mostrartelo devo saltare una lezione, per riprendere ciò che ho bruciato, ben venga.
E per rispondere alla tua domanda mio caro, sì, sì sono soddisfatto con te, con noi. Ti amo John"John rilasciò il respiro che non si era reso conto di trattenere. Non importava da quanto tempo conosceva Alex, lui sapeva sempre capirlo. Cercò di controllarsi per non piangere nel bel mezzo del campus.
"Oh Alex" sussurrò John. " tu non mi hai mai dedicato qualcosa di così bello. Tu e le tue parole. Hai una vera e propria affinità con le parole. Come fai a far sentire una persona così speciale Hamilton?"
John fece scivolare una mano sulla nuca di Alex."Io darò il mio massimo" giurò Alex "affinché tu non venga declassato dal mio computer. Non è giusto nei tuoi confronti."
John arrossì e disse " grazie Alex"
Alex fece scivolare la sua mano in quella di John e lego insieme le dita. "Con te sarò sempre soddisfatto."
my wall
Hey everyone!!! Grazie ancora di essere lassati e lasciate una stellina e un commentino (siate buoni plz).alle prossime traduzioni!!!
STAI LEGGENDO
LAMS ONE SHOTS Hamilton (italian translation)
Fanfictiontraduzione da originali inglesi di @-mzyz- se avete voglia di annegare nel fluff e nell'angst siete giunti nel posto giusto! (ho fatto un capitolo informativo che dovrebbe aiutarvi ad orientarvi in questo fandom poco conosciuto) buona lettura!!!!