Dopo il funerale

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Macchie di luminoso cielo azzurro cominciavano ad apparire sopra le torri del castello, ma quei precoci segnali dell'estate non miglioravano l'umore di Harry. Sia i tentativi di scoprire cosa faceva Malfoy sia quelli di spingere Lumacorno a rivelare il ricordo represso per decenni erano stati frustranti.
Nel pensarci il ragazzo si ritrovó a riflettere su uno strano avvenimento avvenuto tempo prima, che aveva completamente dimenticato...
Quella notte il castello era interamente immerso nel silenzio più assoluto, alquanto inusuale per quel luogo. La quiete regnava tra i corridoi bui, sulle cui pareti gli abitanti dei numerosi quadri riposavano; neanche i fantasmi osavano interrompere quella pace, fluttuando indisturbati. Gli studenti si trovavano nei propri dormitori, sfiniti per quell'ennesima giornata di lezione, o nelle proprie Sale Comuni, a scambiare qualche parola con i compagni di Casa. Tutti tranne uno.
Harry infatti si trovava al settimo piano, davanti alla Stanza delle Necessità.
Dopo l'ennesimo tentativo andato a vuoto, il ragazzo decise di ritornare in Sala Comune per schiarirsi le idee. Mentre attraversava il corridoio, lasciandosi alle spalle l'arazzo di Barnaba il Babbeo, vide la luce di una bacchetta avvicinarsi. Non ebbe il tempo per rimettersi il Mantello che una figura gli si paró davanti, impedendogli ogni possibile fuga. Nonostante l'oscurità, grazie alla flebile luce dell'incantesimo, riuscì ad osservarla: era una ragazza alta, dai lunghi capelli biondi quasi bianchi con alcuni riflessi rossastri, l'incarnato pallido, il viso dai lineamenti delicati era spruzzato da numerose lentigini. Gli occhi vispi, curiosi, di un azzurro chiaro lo scrutavano dall'alto in basso con un espressione malinconia e allo stesso tempo quasi..divertita? Aveva qualcosa di familiare, ma non sapeva proprio chi gli ricordasse. Poi lo sguardo gli cadde sulla cravatta blu-nero legata con un nodo impeccabile.
Non l'aveva mai vista prima, eppure la spilla appuntatata sulla divisa della Corvonero gli suggeriva che era in grossi guai. Come se fosse una novità, si disse mentalmente. Riusciva già a sentire le urla della propria Capocasa, a vedere i rubini scomparire inesorabilmente dalla clessidra e il ghigno soddisfatto comparire sul viso di Severus Piton. Il pensiero dell'odiato professore di pozioni fu abbastanza per fargli stringere i pugni ed ebbe il sospetto di aver assunto un'espressione poco rassicurante. Come a confermare quel pensiero, l'ombra di una sorpresa aleggió sul volto della ragazza, che gli rivolse uno sguardo confuso. Allorché Harry stese le braccia lungo i fianchi e respiró a fondo, per poi chinare il capo a mo' di scuse. Solo allora si ricordò del Mantello stretto nella sua mano. Cercò di nascondelo alla ben meglio, sperando di non farsi notare. Per fortuna la Corvonero parve non accorgersene e il ragazzo ringrazio mentalmente Godric, Merlino e Morgana per averlo aiutato. Sembrava si stessero esaminando a vicenda da parecchio tempo, quando in realtà erano passati solo pochi, intensi minuti. La situazione creatasi fu interrotta dalla ragazza.
"Bene...bene. Spero tu abbia una motivazione più che valida per girovagare per i corridoi, violando il coprifuoco" disse.
Harry, non sapendo cosa dire, rimase in silenzio.
"No, a quanto pare. Sai che in quanto Caposcuola dovrei denunciarti alla direttrice della tua Casa e togliere punti al...?" si interruppe, come a chiedergli di continuare la frase.
"Grifondoro" mormoró il corvino, maledicendo mentalmente quella viscida serpe di Malfoy.
L'espressione severa ed ammonitrice della bionda vacilló ed ella scoppiò in una fragorosa risata.
Harry la guardò stranita e ridacchió, non riuscendo a non farsi trasportare da quella risata così cristallina e contagiosa.
"Ma te la lascio passare per stavolta. Tranquillo non diró nulla. Sarà un nostro segreto. Su, ti riaccompagno alla Torre" risprese l'altra dopo essersi calmata, aprendosi in un bellissimo sorriso. E così dicendo si incamminarono verso il ritratto della Signora Grassa. Procedettero in silenzio affiancandosi, mentre dai quadri provenivano borbottii infastiditi.
Dopo un po', Harry non riuscí più a trattenere la propria curiosità.
"Chi sei?" chiese rivolto alla giovane, ma quando vide la sua confusione, si affrettò a spiegarsi meglio. "Cioè, so che sei una Caposcuola e tutto, ma qual'è il tuo nome? Non mi sembra di averti mai visto. Eppure hai qualcosa di familiare" aggiunse abbassando sempre di più il tono di voce fino a rendere le ultime parole nulla di più di un debole sussurró. Arrossí leggermente, sperando di non sembrare troppo invadente.
L'altra, vedendo le guance del Prescelto tingersi lievemente di rosso, sorrise intenerita.
"Hai ragione, scusami. Io sono Phoenix Ma..umh..Mattews, settimo anno, Corvonero."  rispose allungando una mano verso il corvino. Quest'ultimo gliela strinse, un po' titubante. "Harry, Harry Potter."
"Oh, questo lo so...Volevo dire chi non conosce il ragazzo che ha sconfitto  Voldemort?" si corresse Phoenix.
"Vedo che non hai paura a pronunciare il suo nome" notò il prescelto.
"Perché dovrei? Infondo la paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa" ripose Phoenix, mordendosi subito dopo la lingua, come se avesse detto troppo. Di nuovo quella strana sensazione di familiarità lo attraversó.
Tuttavia Harry non vi diede molto peso e non fece altre domande. Arrivati all'ingresso della Sala Comune, i due si fermarono, mettendosi uno di fronte all'altro.
Dopo aver pronunciato la parola d'ordine il ragazzo sorrise.
"Allora buonanotte Phoenix, spero di rivederti. Grazie ancora" la salutó.
"Di nulla, buonanotte. Un ultima cosa: sta attento e.." si morse il labbro, indecisa se continuare"..quando riuscirai ad ottenere ciò che cerchi da Lumacorno, ricordati che Regulus Arcturus Black si pentí amaramente e riuscì a scoprire il segreto dell'oscuro padrone, sottraendo dal luogo nascosto l'oggetto del fondatore antenato, prima di trovare la morte per mano dei non-vivi. Buona fortuna...nonno". Queste furono le ultime parole che la Caposcuola gli rivolse, prima di sparire, con gli occhi velati di lacrime e una catenella dorata che si notava appena sotto la camicetta.
Harry rimase senza parole e faticó a ritornare nel proprio dormitorio. Era sicuro che quella ragazza gli avesse nascosto qualcosa di importante e che non l'avrebbe più rivista. Tuttavia, decise di seguire il suo consiglio e di tenere ben a mente le sue parole, non sapendo ancora quanto sarebbero state importanti.
"Harry ci sei?" domandò Hermione, riscuotendolo dai propri pensieri.
Il ragazzo annuì. Voleva delle risposte e per farlo avrebbe dovuto avere quel ricordo. Lo avrebbe ottenuto, ad ogni costo.
SPAZIO AUTRICE
Salve! Denise_e_Lidia, _figliadiAtena_ ecco la seconda prova. SCUSATE PER L'ENORME RITARDO,mi dispiace tanto. Forse non c'entra molto con il capitolo, ma non sapevo proprio dove  inserirlo. Spero non faccia troppo schifo... Detto questo mi dileguo, alla prossima (spero)! :D
                         Jo Marlene Black

OS per il Concorso Per Maghi E Streghe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora