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In quel locale c'era potevo dire ad occhio e croce mezza Los Angeles, neanche le feste di Kaleb erano così colme di persone.
Le coppiette erano a ballare, mentre al tavolino all'angolo eravamo rimasti io ed Ed.
Sapevo di essere una stupida, ma cercavo con lo sguardo lui.
Solo il pensiero che potesse essere con qualcun'altra, una rabbia improvvisa si impossessava di me.

Mi era mancato, quando lo vidi lì davanti a me, pensai per un attimo di trovarmi in un luogo sperduto solo io e lui. Non ero in grado di sentire alcun suono, non sentivo i clacson, le risate, la musica, niente.
In quel l'arco di secondi, nella mia mente, mi vennero in mente il nostro bacio, l'incontro, e nuovamente i sensi di colpa per averlo rifiutato si fecero sentire.

"Smettila di pensare agli altri; preoccupati meno di loro e un po' più di te stessa e dì ciò che vuoi davvero."
Mi ripeteva sempre mia madre, quando ero più piccola.

Io volevo lui.

Ero stata in grado di lasciare andare la persona che amavo.
E lui ricambiava.

Solo in quel momenti un enorme dettaglio mi era scivolato dalle mani.
Ci eravamo confessati di amarci ancora, e che pensavamo l'uno all'altro.
I miei pensieri vennero "bloccati" dalla vibrazione del telefono.

Pallino blu.
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@strangeguy: Sono nel retro del locare. Ti aspetto. Dobbiamo parlare.

-3 alla fine della storia

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