L'invito inaspettato e il vero James

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Avevo paura... aprire quella lettera avrebbe potuto significare qualsiasi cosa... magari era successo qualcosa di grave, subito, alla mente, mi giunsero ipotesi terrorizzanti... Dio solo sapeva quanta paura stavo provando in una frazione di secondo... e poi la vidi, vidi la foto di Giulia e Federico il giorno del loro fidanzamento... a grandi lettere dorate, con bella calligrafia, in cima al foglio regnavano i loro nomi... aprii il biglietto sapendo che ormai si trattava di qualcosa di bello e di felice, niente a che vedere con qualche malattia o incidente... l'invito recitava:

Gentile signorina Emma, lei è invitata al matrimonio di Giulia e Federico nella chiesa del Duomo a Casale Monferrato in data 23/06/17... speriamo possa rispondere al più presto positivamente, cordiali saluti, famiglie dei rispettivi sposi.

Io? Io ad un matrimonio? Il matrimonio di Giulia e Federico... non mi sembrava vero... conoscevo Giulia da quando ero nata, era sempre stata una sorta di sorella maggiore, ma quando partii per Londra eravamo già leggermente distaccate, per questo rimasi stupida nel vedere che mi aveva invitata al suo matrimonio...
Ero ancora sulla soglia di casa, così decisi di entrare... Sophia doveva essere con "nostra madre" mentre Lucas, "nostro padre" era fuori città per lavoro, di conseguenza ero in casa da sola... mi coricai sul letto a pancia in giù, stringendo tra le mani l'invito appena ricevuto...
Ci misi un po' per capire ciò che voleva dire... sarei dovuta tornare a casa, sarei dovuta tornare in Italia, nella mia città...
Pensai di rifiutare l'invito, ma pensai anche che Giulia ci sarebbe rimasta male, dopotutto, anche se non ci sentivamo da anni, se il suo invito era tra le mie mani voleva dire che a me teneva ancora... e poi era già da un po' di tempo che mia madre mi chiedeva se e quando sarei tornata a casa... non sapevo cosa fare... a una parte di me mancava terribilmente casa, mentre all'altra parte faceva letteralmente schifo e paura l'idea di tornarci...
Intanto il tempo passava e io aspettavo che il resto della mia seconda famiglia tornasse a casa per poterne parlare anche con loro...
Sophia e Daniella (la madre di Sophia) tornarono a casa intorno alle 16:30, mentre mi preparavo per raggiungere James... intanto avevo sistemato la busta con l'invito sul comodino, avevo infatti deciso che avrei riflettuto ancora prima di rispondere se sarei andata o no...
Ero distratta... non sapevo se era più per la lettera che mi avrebbe potuto rovinare l'estate o se per la paura di ciò che James mi avrebbe detto... mi stavo preparando da ormai 15 minuti e quando Sophia entrò in camera, mi trovò imbambolata davanti alla finestra...
-Heyyyy, mi senti? Emma! EMMAA!-
L'urlo di Sophia mi riportò alla realtà:
-Eh?! Si! Si, ti sento, scusa è che... stavo pensando...- risposi guardandola negli occhi, poi lei scoppiò a ridere, senza capire mi alzai e quando finalmente raggiunsi lo specchio, capii il perché delle sue risate: la camicetta bianca prima dentro alla gonna verde smeraldo era abbottonata storta e fuori posto, mentre nelle mani stringevo una spazzola e una pietra bollente... scoppiai a ridere con lei... mi stavo sistemando i capelli quando, senza accorgermene, mi ero imbambolata lasciando il lavoro a metà... mi ero poi riscossa per finire di vestirmi, ma soprappensiero avevo combinato un disastro... spensi la piastra e sistemai la camicetta, mi truccai leggermente, e, finalmente ero pronta...
Uscendo di casa accesi il display del telefono e notai alcune chiamate da parte di Chloe senza risposta, mentre uscivo di casa decisi di richiamarla...
"Pronto?"
"Hey ciao..."
"Chloe, tutto bene?"
"Ehm, a dire il vero no..."
"Che succede?"
"Non so come dirtelo..."
"Dai Chloe!!! Dimmi mi spaventi!" Risposi con la voce che faceva chiaramente trasparire un po' d'ansia...
"Ecco... Emma, tu lo sai che io ti voglio bene vero?" Chiese quasi col timore che sarei potuta esplodere di rabbia da un momento all'altro...
"Si, si, lo so! Ma dimmi che è successo!!" Chiesi chiaramente preoccupata
"Ok..." non fece in tempo a finire la frase che mi si bloccarono completamente i polmoni, il cuore, il cervello, tutto... lui, stavo fissando lui, il mio ragazzo, James, o almeno, quello che credevo fosse il mio fidanzato... era avvinghiato ad un'altra ragazza, la stava baciando davanti al bar nel quale mi aveva dato appuntamento... non ci volevo credere... il telefono mi cadde di mano e gli occhi iniziarono a bruciare... ma non volevo piangere... il nodo che avevo alla gola faticava a scendere e io senza muovermi continuavo a fissare quella scena, sentendo sempre di più, ogni secondo che passava, come una pugnalata al cuore...
All'improvviso una mano mi toccò la spalla, lentamente, mi voltai e vidi Chloe... cosa ci faceva lì?
-Era, era quello, quello ch-che cercavo di dirti al telefono- disse balbettando e quasi in un sussurro... aprii e richiusi la bocca più volte come a cercare aria che a dire il vero non c'era... lei continuò con la voce triste: -Stavo venendo a casa tua per restituirti la telecamera che mi avevi prestato e che mi ero dimenticata di portarti questa mattina quando li ho visti... non potevo non chiamarti... io, io...- non la feci finire, la abbracciai, e lì, tra le sue braccia, finalmente mi lasciai andare e piansi fino a finire le lacrime... lui mi aveva appena spezzato il cuore e lo sapeva benissimo.
In quel momento mi sembrava tutto chiaro come non mai... il fatto che lui fosse rigido, i continui "contrattempi di lavoro", tutte le scuse per i ritardi... ed io, come una stupida, avevo creduto a ciò che mi diceva...
Pensai... pensai che non ce la facevo più, che la giornata che avevo cominciato abbastanza bene stava andando a catafascio... la lettera e poi James... li, in mezzo alla piazza, con Chloe, smisi di piangere e le raccontai tutto, sedendoci in un bar il più possibile distante dalla piazza.

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