UN VASTO DESERTO

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Sono perso in un vasto deserto al buio, fa freddo, non c'è anima viva apparte quegli uccellacci che aspettano la mia morte affilando i loro sguardi su di me.
Ho la sabbia dentro le scarpe, nei pantaloni, in faccia, gli occhi sono quasi completamente chiusi, il deserto sta entrando anche dentro di me.
Cammino a malapena, non neanche dove andare, è tutto così dannatamente uguale, è tutto così vuoto.
Sono stremato, non ho più forze, cerco di resistere ma non ce la faccio e cado a terra, che odio sentire le risate di quei divoratori di carne che già sì leccano i baffi e mettono il bavaglio.
Ormai non mi rimane altro che chiudere gli occhi e aspettare di essere sepolto ma non ci riesco, laggiù una luce fortissima che quasi non mi permette di fallire.
È lontanissima e io non riesco neanche a tirarmi su, forse mi conviene strisciare, si devo strisciare e ce la devo fare.
Mano destra avanti, poi gamba sinstra ed ecco il primo passo, mancano solo mille miglia.
Passo dopo passo sento strusciare la mia faccia nella sabbia tagliente, i muscoli vanno a fuoco, le mie mani sono piene di ferite ma respiro ancora.
Loro mi seguono, volano intorno a me come se già sanno che non ce la farò mai e cercano di demoralizzarmi facendomi ricordare che nel bene o nel male loro ci saranno sempre.
Mentre stringo i denti penso a cosa potrebbe esserci dietro a quella luce e inizio a fantasticare, la mia felicità, si li ci sono i miei sogni, lì vita!.
La speranza mi aiuta a non mollare, tutto quel tempo passato al buio mi carica per andare alla ricerca di una svolta, le mie ferite mi ricordano chi sono e cosa ho affrontato e che forse mi merito finalmente un sorriso, lo stesso che avevo da bambino.
Dopo mesi di cammino, tempeste, freddo tagliente, fame, sete, e sangue sceso dalla mia bocca eccola, sono arrivato cazzo, è fatta, si ce l ho fatta.
La prima cosa che faccio è girarmi alle spalle e salutare per sempre quel cazzo di deserto, mando a fanculo quegli uccelli di merda ma loro ancora sorridono e quando gli volto le spalle quella luce era svanita.
È un cazzo di miraggio, è un fottuto miraggio, niente di più, uno scherzo del destino, forse qualcuno lassù si sta divertendo sulle mie spalle.
Non la prendo bene, comincio a piangere, voglio mollare, siete contenti? Sono tutto vostro, mangiatemi.
Mi asciugo le lacrime e nelle mani vedo quelle ferite che mi sono causato per venire fino a qua ma che non avrei mai avuto se non avessi deciso di seguire quella maledetta luce, sarei morto di già e invece no.
Allora sai che ti dico caro destino? L' importante in un lungo viaggio non è il traguardo ma è il percorso e più duro è e più divento forte, quindi continuo a camminare e anzi, ora voglio corrore, e voi inseguitemi pure perche non arriverei mai ai miei sogni senza portarmi dietro i miei incubi.

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