Voglio scrivere di qualcosa che mi ferisce. Questo “qualcosa” sono certe domande che vengono poste al sesso femminile. Domande che non tengono conto di alcuna circostanza, che sfociano inevitabilmente nell’arroganza. “Perché non fai un figlio?” oppure, nel peggiore dei casi : “Guarda che è ora di diventare madre, vuoi forse aspettare di diventar vecchia?”.
Ascolto e soffro. Soffro perché sono una donna anch’io, e so che arriveranno anche per me. Le sento in sottofondo, stanno solo prendendo tempo. Soffro perché la maternità è tematica estremamente delicata. Inviolabile, oserei dire. Indosso, per un attimo, i panni della donna costretta a subire tali sevizie. Potrei essere la donna che non sente in sé il bisogno di mettere alla luce una vita. Una vita che necessita grandi responsabilità. Potrebbe non essere il momento. Il mio momento. Potrei essere la donna che tenta, con il proprio compagno, da molto tempo. Da mesi, o addirittura da anni. Sarei forse meno donna, meno degna d’esserlo? Reputo il tema della maternità non meno delicato di quanto lo sia la sessualità.E ora mi rivolgo a voi, che ponete domande di questo tipo senza alcun rispetto per l’essere umano (poiché si è questo, prima d’essere donne) al quale vi rivolgete. Avreste la stessa faccia tosta, chiedendo ad una donna quante volte fa l’amore, o in che posizione preferisce farlo?
Se la risposta è no, dovreste tacere
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La società al giorno d'oggi
RandomQuesta non è una storia ma è una serie di "lettere sfogo" contro la società