Una nuova vita a Chicago non avrei mai potuto immaginarla. Ho sempre pensato che i viaggi sono sempre una svolta nella vita, un modo per conoscere ed essere conosciuti, non le solite vacanze del cavolo che fanno i figli di papà per vantarsi dei soldi che hanno.
Vi dirò una cosa, mio padre e la sua azienda sono un colosso delle industrie americane e posso giurare che nella mia vita avrò fatto si e no due viaggi, non per non sembrare ricca, altrimenti lo sbatterei in faccia alle persone solo per vendetta, ma perchè adoro stare dove sono. A casa mia, con le cuffie mentre mi alleno, oppure correre con le mecchine insieme ai miei amici, ora ex-amici.
E quindi eccomi qui, con le braccia incrociate dietro il collo a guardare il soffitto mentre la sveglia mi urla di scendere dal letto. Mi metto seduta sul letto e sussurro:
"hai avuto la tua vita, ora basta" mi alzo con malavoglia dal letto prendendo la sveglia fra le mani e apro la porta finestra del mio balcone, lancio la sveglia in aria, faccio una piroetta su me stessa e tiro un calcio talmente forte alla sveglia che riesce ad oltrepassare due o tre case.
Ah, se ve lo state chiedendo, faccio karate da quando ero piccolissima ed ora sono cintura nera con secondo dan.
Sono ancora con la gamba in aria quando sento la porta della mia stanza aprirsi e rivelare mio fratello sorridente e bello come non mai.
"anche di prima mattina? Muoviti almeno, tra un po abbiamo l'aereo" mi fa una linguaccia ed esce dalla mia stanza chiudendosi la porta dietro le spalle.
Mio fratello Andrew è davvero molto bello, ha un fisico davvero niente male, capelli marroni e sulle punte biondicci e due occhi azzurri che sono la fine del mondo. Comunque sia inizio a vestirmi con un jeans nero attillato a vita alta e una maglietta corta rossa che lascia intavedere l'ombelico. Raccolgo i capelli in una treccia di lato e metto gli cchiali da sole. Prendo la valigia e scendo al piano di sotto dove c'è mio padre che fa colazione. "buongiorno" dico entrando e prendendo una mela dal cestino della frutta.
"buongiorno tesoro, pronta per partire?" dice mio padre sorridendo. "prontissima, che sarà mai un trasferimento". Non ho mai avuto problemi con le amicizie, è vero, ho un carattere difficile e spesso difronte agli altri sembro antipatica e impacciata, ma sono anche un'ottima amica, e soprattutto sono tosta. Odio i pappamolle che non hanno un briciolo di vitalità, che cavolo di vita fanno?
"dai, dobbiamo partire" dice mio padre. Finisco la mela e butto il torsolo nel cestino lanciandolo.
Salgo in macchina e la prima cosa che faccio è mettermi le cuffie e gli Imagine Dragons riempiono la mia testa con le loro canzoni, mi danno una vitalità assurda, basta che sento una loro canzone e rinasco. Comunque, Chicago, sto arrivando.
Dopo un lasso di tempo che non saprei descrivere, siamo arrivati nella nostra nuova casa, devo dire niente male, ovviamente mio padre non si risparmia mai. È una mega villa con una piscina e un'altra piccola casetta che non so a cosa serva. La cosa che mi attira molto, è il lucchetto gigantesco che chiude le sue porte e le finestre sbarrate, non riesco a vedere cosa ci sia dentro.
Non ci presto attenzione e mi dirigo verso la grande casa\villa.
Appena entro la prima cosa che noto è l'immensità del soggiorno. Tutti i mobili sono in stile moderno e c'è una grande porta finestra che porta alla piscina. Non vedo l'ora di buttarmici dentro.
Salgo le scale e giungo al piano di sopra alla ricerca della mia stanza. Apro tutte le porte e arrivo ad una porta diversa dalle altre, il perché? Ha un lucchetto anche questa. Vorrei proprio sapere a che cavolo serva, dopo chiederò a mio padre.
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Strong Girl
Teen FictionAshley Moore, una ragazza dalle mille sorprese, prima dolce, carina e apparentemente calma. Dopo il diavolo in persona. Tosta, senza sentimenti, incapace di amare. ------------------------------------------------------------ "tocca ciò che è mio...