Il castello nel cielo

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Un'aeronave viene attaccata da un gruppo di pirati dell'aria, comandati da una combattiva megera di nome Dola. A bordo dell'aeronave c'è una ragazzina prigioniera, Sheeta, circondata da uomini vestiti di nero. I pirati mirano al ciondolo della ragazza, che chiamano aeropietra. Durante l'arrembaggio Sheeta riesce a liberarsi dai suoi carcerieri, ma per sfuggire ai pirati esce dal finestrino dell'aeronave e precipita. Prodigiosamente, la pietra al suo collo si accende di una luce azzurra e la fa posare dolcemente fino ad atterrare tra le braccia di un ragazzo, Pazu, operaio in una miniera.

Dopo averla soccorsa, Pazu la porta a casa sua, dove vive da solo coi suoi colombi. I due fanno amicizia, e Pazu racconta alla ragazza di Laputa, una leggendaria città-castello volante che viaggia nel cielo da centinaia di anni nascosta dalle nuvole. In pochi credono alla esistenza del castello, ma Pazu ne è convinto perché suo padre, anni addietro, riuscì a fotografare parte dell'imponente struttura durante una rischiosa manovra aerea. In quel momento Pazu cita il romanzo di Jonathan Swift I viaggi di Gulliver con la descrizione del castello. Tuttavia i pirati scoprono il nascondiglio di Sheeta e i due ragazzi riescono a salvarsi scappando verso il villaggio di minatori, dove nasce una rissa tra i pirati e le maestranze, determinate a difendere il ragazzino e la sua amica. Pazu e Sheeta continuano a scappare su un piccolo treno inseguiti continuamente da Dola e i suoi uomini fino al sopraggiungere dell'esercito, che scaccia i pirati, ma che si rivela al servizio del capitano Muska, colui che teneva prigioniera la ragazza sull'aeronave all'inizio della storia.

Ostacolandosi a vicenda, pirati ed esercito consentono a Pazu e Sheeta di fuggire. I ragazzi si nascondono nelle miniere dove incontrano un vecchio minatore, Nonno Pon, il quale racconta loro l'origine della gravipietra: soltanto il popolo di Laputa era capace di estrarre e lavorare il minerale e quindi è da lì che la pietra proviene. Sheeta rivela a Pazu il suo nome completo, un nome segreto: Lusheeta Toel Ul Laputa. All'uscita dalle miniere tuttavia Muska riesce a far arrestare i due ragazzi, che vengono internati in una fortezza dell'esercito.

Rinchiuso Pazu in una segreta, i militari si consultano con Muska su come ottenere la collaborazione della ragazza. I primi sarebbero per le maniere forti, ma l'agente, che rivela di avere protettori molto in alto nel governo, ritiene di poter ottenere da Sheeta le informazioni di cui sono in cerca sfruttando l'amicizia fra lei e Pazu. Viscidamente, Muska mostra a Sheeta un robot-soldato precipitato da Laputa, che possiede lo stesso marchio inciso sul ciondolo della ragazza: lei, infatti, è l'erede al trono di Laputa. A quel punto capisce che alcune "formule magiche" imparate da bambina in realtà sono comandi coi quali la gravipietra mostra il suo potere, assieme a una terribile parola di distruzione. Muska convince Sheeta a collaborare offrendole in cambio la libertà di Pazu. La ragazza accetta e il giovane, affranto e abbattuto, fa ritorno al villaggio, dove trova la casa occupata dai pirati. Mentre in un confronto con la vecchia piratessa Dola il ragazzo si risolve a seguire i pirati per riprendersi indietro Sheeta, questa attiva involontariamente la gravipietra, che richiama il robot-soldato. La macchina da guerra si scatena e spazza via ogni ostacolo per raggiungere la sua padroncina. La manifestazione dell'enorme potere tecnologico di Laputa viene accolta dai militari con terrore, ma da Muska con entusiasmo. Pazu e i pirati nel frattempo accorrono alla fortezza, che trovano in fiamme per la terribile reazione del robot ai tentativi di catturare Sheeta. I pirati e Pazu, sui flapper (piccole macchine volanti biposto dotate di ali simili a quelle di una libellula) riescono a salvare la ragazza che però perde la pietra, mentre il robot viene alla fine abbattuto dall'esercito, resistendo stoicamente nel tentativo di salvare Sheeta, inizialmente terrorizzata dalla macchina, ma poi commossa dal sacrificio del robot.

Muska riesce a recuperare la pietra, con la quale può individuare la posizione di Laputa e fa mobilitare all'esercito un'enorme corazzata volante, Goliath. Dal canto loro, i pirati si uniscono ai due ragazzi nella corsa per arrivare a Laputa. Sheeta e Pazu entrano nell'equipaggio della nave pirata, la Tiger Moth, guadagnandosi la stima dei malviventi, che si dimostrano essere dei buoni diavoli.

Finalmente le due navi giungono in vista dell'isola nel cielo, nascosta da una gigantesca tempesta. Pazu e Sheeta vi arrivano in un incidente con l'aliante-coffa su cui stavano in osservazione, che viene strappato alla nave-madre Tiger Moth. I due scoprono che la città è oramai deserta, ed è diventata un giardino con al centro un immenso albero, il tutto manutenuto da un solitario robot-giardiniere, ultimo sopravvissuto della sua categoria, una macchina gentile che cura animali e piante e onora la tomba degli ultimi abitanti di Laputa.

Poco dopo però i due ragazzi, avvertiti dal rumore di esplosioni, scoprono che sull'isola volante sono attraccati anche la Goliath e la nave pirata, il cui equipaggio è stato arrestato. Nel tentativo di liberarli Muska riesce a catturare Sheeta e la conduce nelle viscere dell'isola volante, dove rivela d'essere anch'egli un discendente della casta reale di Laputa. Mentre i soldati si danno al saccheggio delle immani ricchezze dell'isola, Muska trova il centro di comando e scatena le tecnologie perdute di Laputa con la pietra. Una dimostrazione della potenza delle armi di Laputa convince il Generale che Muska intende effettuare un colpo di stato, e, tardivamente, cerca di eliminarlo, ma questi, nel suo delirio d'onnipotenza, lo fa precipitare nel vuoto assieme a decine di soldati, contro i quali poi scaglia i robot da combattimento. Sheeta allora strappa la pietra al folle Muska, ma non può evitare l'insensata orgia di distruzione in cui tutti i militari vengono massacrati e la Goliath affondata. Si scopre infine che Laputa è anche una gigantesca arma con potenzialità di distruzione ben maggiori di quelle di una bomba atomica, non che responsabile, nell'antichità, di avere raso al suolo le città antiche (tra cui Sodoma e Gomorra). È probabile che l'ultima famiglia reale, resasi conto delle colpe e delle disgrazie causate a mondo decise di abbandonare l'isola insieme ai suoi abitanti e di vivere sulla terra per evitare che qualcun altro usasse per scopi malvagi la scienza di Laputa.

Pazu finalmente raggiunge Muska e Sheeta in fuga nel labirinto delle viscere di Laputa, e la ragazza riesce a consegnargli la pietra. Muska minaccia di uccidere Sheeta se Pazu non dovesse dargli la gravipietra, ma il giovane riesce a metterla in mano alla ragazza che pronuncia la terribile parola di distruzione con cui il cuore tecnologico di Laputa si disintegra e la gigantesca Gravipietra che sosteneva Laputa si trasferisce nel tronco dell'albero gigante. Muska precipita coi frammenti dell'isola volante mentre i ragazzi si salvano proteggendosi con le radici del gigantesco albero al centro di Laputa. Persi per sempre i suoi terribili segreti tecnologici, Laputa, liberata da quel peso, vola via con l'ultimo robot-giardiniere, mentre Pazu e Sheeta vengono recuperati dai pirati di Dola. Un giorno, quando le tecnologie del volo nel mondo saranno migliorate, Laputa potra essere di nuovo visitata.

Proprio come per "Il castello errante di Howl", la mia recensone e molto positiva,  nonostante l'assenza di magia e di romanticismo, questo film è riuscito a piacermi grazie ai continui momenti di suspance e le continue scoperte l'hanno reso ancora più bello. Devo ammettere che prima di vedere questo film le mie aspettative su di esso erano piuttosto basse, ma poi è riuscito ad arrivare fra i miei 3 film preferiti.

Voto: ★★★★★(Eccezionale)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 25, 2017 ⏰

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