Era la mattina di Natale e Jensen era accoccolato al suo compagno, le gambe intrecciate a lui, sopra il piumone bianco, mentre i folti capelli castani di Jared gli solleticavano il viso.
Quanto era bello. Jensen sentiva un calore irradiargli dal petto e attraversargli il corpo anche solo guardandolo, anche solo sentendolo vicino a lui.
E figurati quando con le sue dita delle mani così perfette, lo accarezzava sul torace, così delicatamente.
Jensen era innamorato. Follemente innamorato di lui.
"Giorno, tesoro." Gli disse, dandogli un bacio sulla testa.
"Mmm..."
"Ho detto: Giorno, tesoro." Ripetè, dandogli un altro bacio, sulla guancia stavolta. Jared mugolò ancora. Forse avrebbe dovuto lasciarlo svegliare prima di infastidirlo così, ma non riusciva a resistere. Era troppo tempo che lo guardava dormire, desiderando di baciarlo.
"Giorno..." gli disse ancora, dandogli un bacio dolce, sulla bocca stavolta, tenendogli il mento dolcemente.
Jared si lasciò baciare, accarezzandogli le spalle e gemendo nel bacio.
Quando si staccarono, Jared si stropicciò gli occhi, e Jensen sarebbe rimasto li a guardare quel musetto stropicciarsi gli occhi per sempre.
Si sentiva così fortunato ad avere lui.
"Smettila di guardarmi." Disse Jared sorridendo così dolcemente, accarezzandogli il viso e stiracchiandosi.
"Non posso. Sei tu che hai cominciato, ricordi?"
Jared gli sorrise ancora.
"Ricordi, tesoro, il giorno del nostro anniversario?"
Jared gli rispose con un baciò. Lo baciò, puntellandosi con i gomiti, senza toccargli il viso. Non ce n'era bisogno. Il bacio era profondo, romantico e dolce anche senza attirare Jensen a sé, perché come Jared, anche lui stava andando indietro coi ricordi al loro primo incontro.
*
Era la mattina di Natale e Jensen era solo. Camminava da solo e sentiva una specie di vuoto dentro di sé. A Natale tutti dovrebbero essere felici o con le loro famiglie, ma lui non aveva una compagnia che potesse definirsi dolce, e gli mancava. Non aveva nessuno con cui passare il Natale.
Passò ancora davanti alla stessa piazza e vide che il giovane pittore di strada che dipingeva li ormai da diverse settimane, non era ancora andato via.
Girava sempre lo sguardo quando Jensen passava.
Jensen pensò che era triste che fosse solo anche lui il giorno di Natale.
E lui aveva un gran bisogno di compagnia...di un amico....
"Ehi, ciao. Non smetti neanche a Natale?" gli chiese.
"Come, scusi?"
"Senti, non pensare male, ma sono solo ed è Natale, e tu sei qui al freddo...che ne dici se ti offro un hamburger e ce lo mangiamo in compagnia? Ti vedo spesso dipingere qui, e non mi va proprio di mangiarlo da solo."
"Credevo proprio che mi avresti mandato a fanculo dicendomi di cambiare spacciatore." Rise Jensen.
"Bugiardo. Avevi paura che ti respingessi dicendoti che non mi piacciono gli uomini."
"Ma non è andata così, no?"
"No, perché è vero, non mi piacevano, mi piacevi solo tu!"
E si baciarono ancora intensamente, romanticamente, come se si appartenessero da sempre.
*
Più tardi, Jared e Jensen stavano camminando nel parco, ammirando il verde della loro bella Londra, quando videro un barbone tenere un uccellino tra le mani.
"L'ho visto sul ciglio di una strada. non potevo lasciarlo li." Disse, vedendo arrivare i due. "Quando ho visto che portarlo al parco non serviva a niente, perché non volava, mi sono abbattuto e ho continuato a tenerlo così, sperando che volasse, ma...."
"Come ti chiami?" chiese Jared dolcemente.
"Bobby. Bobby Singer." Disse lui.
"Io sono Jensen e lui è Jared, il mio compagno." Disse stringendo la mano del suo fidanzato. "Se non ti urtano i gay, potresti venire a casa nostra con l'uccellino. Aspetteremmo li che si riprenda abbastanza da farlo volare via."
"Io...no, non ho niente contro i...contro quelli come voi, assolutamente, ma non sarebbe meglio portarlo da un veterinario?" chiese il signore di mezza età con un accenno di barba grigia.
"No, se ha preso una botta troppo forte, niente potrà salvarlo, si fidi, se invece può farcela, ce la farà da solo, ha solo bisogno di un po' di riposo." Disse Jensen scuotendo la testa.
"Ma..."
"Si fidi. Il cugino di Jensen è veterinario." Disse Jared, prendendo sottobraccio il signore.
*
L'uccellino dopo due orette si riprese e i ragazzi e Bobby furono felici di tornare al parco per farlo volare via, poi tornarono a casa per un caffè caldo.
"Ragazzi, io non vi conosco, ma...siete stupefacenti. Avete perso tanto tempo così per un barbone come me e un uccellino, non so come..."
"Sì, lo sappiamo, siamo fantastici. Sono in tanti a dircelo." Disse Jensen abbracciando il compagno.
"Beh, vi ho disturbati abbastanza. È ora che io vada."
"Ehi, dove pensi di andare?" chiese Jensen.
Bobby li fissò straniti. "Torno al parco, ovviamente."
"Ma veramente tra un po' Jensen cucinerà il pranzo di Natale, ed è un favoloso cuoco, quindi...perché non resti?" chiese Jared timido.
"Cosa? Glielo chiedi pure? Senti, te resti, senza storie né lagne, quindi mettiti seduto e attendi le lasagne!"
Bobby sorrise e poi rise e poi sorrise di nuovo.
Chi li aveva mandato quei due angeli sul suo cammino???
Dopo il favoloso pranzo a base di lasagne, tacchino, patatine fritte e una valanga di dolce gigante alla panna, i tre restarono insieme tutto il giorno, compresa la sera, anche se per cena mangiarono in maniera molto più leggera.
Mentre Bobby era in salotto che cercava di smaltire tutto quello che aveva mangiato, Jared e Jensen si baciavano di nuovo dolcemente, in camera, davanti alla finestra.
"Cosa ti ho detto dopo che abbiamo mangiato quell'hamburger insieme in quel fantastico fast food, Jared?"
"Mi hai chiesto di mostrarti i miei disegni, volevi sapere....
"Che cosa c'è di tanto interessante e impegnativo e costante che dipingi ogni santo giorno, oltre ai tuoi affreschi, che sono comunque stupendi??" chiese Jensen.
Jared gli mostrò i suoi disegni, imbarazzato e intimidito fino al collo.
All'improvviso era scuro in volto. Gli passò i suoi disegni senza guardarlo.
Il sorriso di Jensen si spense.
"Quest'uomo che è sempre presente nei tuoi disegni...ha il cappotto uguale al mio, e anche la mia stessa pettinatura, e..."
"Senti, mandami pure a quel paese e pensa pure che sono uno stalker, ma tu passavi sempre di li, e io..."
Jensen lo fermò, posando la mano sulla sua.
"Mi disegneresti ancora??" gli chiese con un sorriso dolcissimo.
*
Si stavano ancora baciando, quando Bobby li interruppe..
"Beh, ragazzi, è stato davvero un Natale...bellissimo, ma devo proprio andare, non posso disturbarvi di più."
"Maledizione, Bobby, aspetta!" lo fermò Jensen.
"Cosa??" sbottò Bobby. Non voleva affezionarsi a quei ragazzi. Non voleva!
"Resta per la notte." Disse Jensen.
"Non se ne parla!"
"Perché no? è di sicuro più comodo un letto morbido che le panchine del parco." Disse Jared.
"Sentite, voi siete fuori di testa, io sono uno sconosciuto, e poi scusatemi tanto ma l'elemosina di una notte per il giorno di Natale, non serve proprio a niente..."
"Bobby..." ripetè Jensen.
Bobby detestò pensare come quel nome suonò dolce alle sue orecchie.
"Resta con noi, noi non abbiamo nessuno..."
"Io...io non...per quanto?"
"Dipende...per quanto tempo è per sempre? Possono starci dentro tutti i vestiti in una valigia per sempre??" chiese Jared incoerentemente, ma era così dolce. Jensen lo abbracciò per le spalle.
Bobby non riusciva a parlare perché si stava sforzando per non far uscire i lacrimoni dagli occhi.
"Perché state facendo questo per me? Non mi conoscete neppure!"
"Noi no, ma forse le nostre anime si, e loro gridano dicendo che c'è bisogno di una persona in più in questa casa." Disse Jensen.
I tre si abbracciarono e poi Bobby riacquistò un po' di contegno.
"Se pensate che vi faccia da figlio, scordatevelo, sono troppo vecchio!!"
"Vorrà dire che saremmo noi i tuoi figli acquisiti!" disse Jensen dandogli uno scappellotto.
"Torna qui! Questi giovani impertinenti, non hanno più rispetto!" disse, mentre rincorreva Jensen che a sua volta scappava insieme a Jared.
Jensen e Jared erano felici insieme, ma quando videro Bobby su quel parco, era come se scoprirono che oltre all'amore che provavano l'uno per l'altro, avevano bisogno anche dell'affetto e dell'amore di un padre.
E adesso lo avevano trovato.
*
"Jared?" gli sussurrò Jensen all'orecchio mentre erano a letto, e la luce era ormai spenta."Ti amo.."
"E...?"
"E il prossimo anno avremmo una cosa in più da festeggiare." Gli disse, baciandolo dolcemente.
"Ti amo, Jensen. da prima di conoscerti."
Era vero. Altrimenti perché avrebbe fatto tutti quei disegni su di lui?
"Ti prego, disegnami ancora." Gli chiese Jensen baciandogli il collo e facendogli provare deliziosi brividi.
"Sì, va bene." Gli rispose con amore Jared.
Questa storia l'avevo pensata molto fluff ed è venuta anche più fluff di quello che credevo. Sono contenta 💜💙💜
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Incantesimo di Natale
FanfictionJared e Jensen si sono incontrati a Natale e si sono innamorati. Un anno dopo, sono felicemente fidanzati e proprio lo stesso giorno di Natale, avranno un'altra bellissima sorpresa. "Mi disegneresti ancora??" gli chiese con un sorriso dolcissimo.