La neve cadeva fragile come un petalo di rosa; una farfalla volteggiava nell'aria, mentre scendeva lentamente. Si posava al suolo esitante e stanca. Candida, bianca e soffice come zucchero filato, avvolgeva e circonda tutto.
Il terreno era ormai diventato lucente, forte, freddo e duro come un guerriero con l'armatura; gli alberi sembravano spose con il velo bianco, nel loro giorno più bello.
Le stalattiti pendevano dai tetti come fossero spade affilate di un fiero esercito. Le cornacchie che si posavano sulla neve, sembravano macchie d'inchiostro sul foglio bianco di un quaderno.
Quando nevicava il cielo si faceva grigio e bianco, come se qualcuno lo tinteggiasse, facendo in modo che nemmeno il sole potesse vederli.
Dalla finestra si poteva vedere quello spettacolo che era la natura.
Clint era sdraiato sul letto, e Natasha era dall'altra parte con le coperte girate tutte dalla sua parte, un po' per paura e un po' per vergogna. Non voleva farsi vedere da Clint, erano in missione, e non potevano permettersi distrazioni come l'ultima volta. Erano appartati in un tubo di ventilazione dell'aria ad aspettare che arrivasse l'obbiettivo, e in quel momento, Clint l'aveva baciata. Non potevano permettersi cose del genere durante una missione, si sarebbero de concentrati, e di conseguenza avrebbero perso l'obbiettivo. Aveva pregato in ogni modo possibile Fury di andare da sola questa volta, ma il direttore dello S.H.I.E.L.D. era troppo orgoglioso di loro e con un "Stai scherzando Romanoff? Siete i migliori sul campo quando siete insieme, come potrei dividervi?" Natasha si era arresa, e cercava di evitare i rapporti non necessari con Clint.
Erano appartati in una casa nella campagna Toscana, in Italia, seguivano Ian Quinn che aveva una certa passione per l'Italia quando si trattava di commercio nero con la mafia.
Il telefono di Clint stava squillando, Natasha lo stava guardando attentamente mentre riceveva le istruzioni, alla fine della chiamata il suo volto aveva assunto un ghigno.
"Ti piacciono i treni?" Le aveva chiesto, ma l'espressione di Natasha era perplessa. "Un treno, diciassette vagoni, passa di qui fra un ora e un quarto, e casualmente Quinn è sopra con la merce." Aveva continuato.
"Quanti uomini?" Chiese Natasha.
"Non specificato." Rispose Clint brandendo il suo arco.
"Direzione?" Chiese ancora una volta Natasha.
"Roma." Rispose ancora una volta con un ghigno.Si appostarono sul tetto della stazione, ed aspettarono il treno arrivare, e quando arrivò Natasha fu la prima a saltarci sopra.
"E ora?" Chiese Natasha.
"Li dentro." Rispose Clint indicando lo sgabuzzino delle merci, dove entrarono.
Era stranamente umido, e una piccola lampadina emanava una fioca luce.
"Hai portato il portatile?" Chiese Clint a Natasha tendendo una mano e guardandola negli occhi. La tensione c'era, e Natasha sentendosi arrossire tirò fuori il portatile dalla borsa e continuando a guardare Clint negli occhi glielo porse. "Ricorda di distruggerlo quando hai finito." Aggiunse, e lui rispose con un sorriso.
Clint aprì il computer e non appena si accese vi infilò nella porta USB una chiavetta, era strana, era dello S.H.I.E.L.D.
Clint era svelto a digitare le password di accesso, le sue dita scivolavano sulla tastiera come fanno quelle di un pianista sui tasti di un pianoforte, Natasha fingeva di armeggiare con la pistola ed ogni tanto lanciava a Clint qualche occhiata furtiva.
Clint era alto, e di corporatura ben formata. Aveva dei bellissimi occhi azzurri, e i suoi capelli sistemati in una cresta totalmente naturale vi facevano da cornice perfetta. I suoi lineamenti erano perfetti, il suo naso, la sua bocca.
Dio santo, Natasha! Resta seria. Cercava di dirsi fra se e se nell'istante in cui si era resa conto di non star migliorando la situazione.
"Trovato!" Annunciò Clint finendo di digitare su quella tastiera sottile.
Subito dopo la porta dello sgabuzzino fu sfondata e comparvero quattro uomini che presero Natasha e soffocarono ogni suo tentativo di resistenza con una puntura di anestesia. Loro sapevano di Clint e Natasha, sapevano che Natasha era il punto debole di Clint. Ed era quello che aveva temuto fin dall'inizio Natasha.
No! Si rimproverò Clint, ma subito dopo capì cosa doveva fare, e in quel caso Anthony Edward Stark per la prima volta gli fu veramente di aiuto.
Entrò facendo esplodere la porta, e li trovò Natasha distesa su un tavolo da tortura, legata e ancora dormiente. Si fece strada in mezzo agli scagnozzi di Quinn, ma erano in troppi, e alla fine finì anche l'ultima freccia che aveva a disposizione così spaccò il portatile in testa ad uno di questi, ma due lo sorpresero alle spalle e anche lui sedato.
Venne svegliato dalle urla di Natasha, sottoposta a scariche elettriche che passavano dentro il suo corpo procurandole un dolore immenso.
"Lasciala stare!" Ordinò Clint cercando di slegarsi dalla sedia a cui era praticamente incollato.
"Ti piacerebbe vero, Barton?" Disse ridacchiando Quinn mentre lanciava un'altra scarica elettrica a Natasha che lanciò un altro grido perforante.
"Ho detto, lasciala stare." Continuò ad ordinare calmo e con la testa bassa.
Ti prego Clint, non lo fare. Stai zitto.
"Ti stai comportando da cattivo bambino Barton." Sottolineò con tono grave. "E sai cosa facciamo ai bambini cattivi?" Chiese ancora una volta a Clint abbassandosi per potergli far vedere il volto del suo nemico. "Guardami!" Continuò prendendo il volto di Clint fra le mani. Subito dopo gli sferrò un pugno sulla parte destra del volto, e poi uno sulla parte sinistra, e non smise di colpirlo con forza nemmeno quando iniziò a sputare sangue.
BASTA QUINN! BASTA! Pensava Natasha mentre vedeva Clint sputare sangue ai piedi di Quinn."BASTA!" Urlò ad alta voce senza accorgersene.
"Finalmente la nostra Vedova Nera si è decisa." Disse soddisfatto. "Quanto ci hai messo per accorgertene?" Chiese con un ghigno malizioso.
Lei non guardava Quinn, osservava il volto di Clint, che le rivolse un sorriso, aveva un piano. "Non molto, vedi Ian..." Natasha cercava di distrarre il più possibile Quinn mentre Clint silenziosamente faceva fuori gli altri scagnozzi spezzandogli il collo. "Non è così impossibile capire cosa provo per lui." Disse infine, mentre Clint stava per puntare la pistola contro la testa di Quinn.
"E cosa provi per lui?" Chiese Quinn.
Clint alla fine di questa domanda fece scattare la pistola, dando il tempo a Natasha di rispondere.
"Lo amo." Quando lo disse, Clint si fece scappare il colpo e Quinn cadde a terra con il cranio bucato ed un proiettile nel cervello.
Si guardarono un istante negli occhi, ma subito dopo arrivò Coulson ordinando compiti agli agenti inferiori.
"Coulson?" Chiesero all'unisono Clint e Natasha.
"Chi non muore si rivede" Rispose lui togliendosi gli occhiali da sole.
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The Hawk and the Spider
ActionEd ecco a voi il primo capitolo della storia d'amore piena di azione fra il nostro Occhio di Falco e la Vedova Nera.