Prologo

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( Alex pov's )

Di solito prima di piangere il naso si arriccia e un piccolo bruciore proprio all'altezza delle narici si diffonde in maniera tempestiva in tutto il viso. Poi gli occhi iniziano a diventare lucidi e a riempirsi di lacrime: gocce di acqua salata che rigano le guance fio a cadere a terra senza rimorso. 

Mi sembra curioso come a volte il pianto serva a liberarsi da tutta quella rabbia che si prova, o dal dolore che lacera il petto, fino a squarciarlo in due. Però, è una sofferenza vedere il tuo riflesso allo specchio: ti senti un perdente. Guardi te stesso e neanche ti riconosci, con la faccia rossa, le labbra gonfie e quasi sanguinati e gli occhi lucidi. 

Gli occhi. Si dice che si possono capire le emozioni delle persone attraverso gli occhi; ma tu non ci sei mai riuscito, e temi, che qualcuno possa farlo con te, che capisca davvero cosa provi.Sei solo uno stupido che per l'ennesima volta credeva di poter andare oltre, di poter finalmente far finire tutto il dolore. 

Ma era tutta un'illusione del tuo cuore. E in quel preciso istante, l'unica cosa che desideri è strappartelo dal petto e gettarlo via, il più lontano possibile da te e da tutto ciò che ti circonda.
In vita tua non ti sei mai sentito così solo come in quel momento. 

Hai caldo e freddo allo stesso tempo, hai la gola secca e arida e le guance umide.
E poi arriva un momento, quel momento,  in cui le lacrime iniziano a scendere da sole. In cui non ti escono nemmeno più i singhiozzi. Le urla. Resta tutto intrappolato in gola.
Il dolore cerca di uscire ma non ce la fa, ti muore dentro. 

Nonostante ti ribadissi ancora e ancora di non crollare, non ci riesci: sei troppo debole per sopportare tutto in silenzio.

Ci sono persone che anche quando stanno male da morire non riescono a fare nulla, se ne stanno sedute in un angolo della stanza con lo sguardo perso. Altre invece, come te, non la smettono mai di piangere, urlare e odiare tutto ciò che hanno attorno. E' come se in quel momento la tua forza raddoppiasse e la tua rabbia esplodesse  come lava incandescente. Sei furioso con tutti, ma sopratutto con te stesso, perché ti sei lasciato andare.
Sei stato un illuso a credere che avresti avuto una possibilità di essere felice per davvero.

Mi asciugo gli occhi con le maniche della felpa e nervosamente tiro indietro i capelli un po' umidi, appiccicati alla fronte. Mi guardo attorno, notando come la stanza è tutta sottosopra. Provo a respirare e riprendere il controllo. Se qualcuno entrasse  qui dentro, probabilmente penserà che sono impazzito: le coperte che prima erano sul letto, dove io ora sono seduto, ora sono sparse sul pavimento e i libri tutti buttati a terra. E' tutto in disordine, come i miei pensieri. Non dimenticherò, mai.

Per fortuna non entrò nessuno.
Né quella notte, né i giorni seguenti.

Le spine di una rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora