Capitolo 1
18 mesi prima
( Josephine pov's )
Ho sempre odiato gli aerei.
Non mi sono mai piaciuti i luoghi piccoli e chiusi con tante persone dentro, tutte insieme.
Tra l'altro l'ultima volta che sono salita su uno di questi cosi ero con mia sorella, non è un bel ricordo. E' stata l'ultima volta che siamo state l'una accanto all'altra per più di un paio d'ore consecutive.
O forse sto detestando tutto questo solo adesso, perché sto andando nell'ultimo posto in cui vorrei andare, la città natale di mio padre. New York. Non vedo New York da quando ci siamo trasferiti a Parigi per il lavoro di mia madre, avevo cinque anni.
Lì due anni dopo ha conosciuto un altro uomo, e così ha lasciato mio padre ed è andata a convivere con un certo Marc.
Mio padre è tornato a New York quattro anni fa, e non lo vedo da allora.Purtroppo si è deciso che io ed i miei fratelli saremmo dovuti stare con mia madre, anche se io non ho mai avuto mai un buon rapporto con lei. Soprattutto negli ultimi due anni siamo arrivate a non parlarci anche per mesi.
Da quando mio fratello Louis ha seguito mio padre un anno dopo il compimento della sua maggiore età, io e mia madre abbiamo cominciato a litigare quasi ogni giorno, anche per cosa futili.
Pertanto oggi mi ritrovo ad essere su questo aereo diretta alla città che non vedo da quattordici anni.Appena arrivata in aeroporto mi dirigo subito verso i taxi, così da raggiungere casa di mio padre più in fretta possibile.Vedere New York dal finestrino di una macchina è strano, mi sembra come di ritornare indietro nel tempo e rivivere le cose da fuori. Non che mi ricordi tanto di questa città così affollata, ma mi sento quasi a casa.
Credo di sentirmi così a casa qui perché non mi sono mai sentita a casa in nessun posto.
Mio padre mi ha detto di vivere in un appartamento a Manhattan con mio fratello.Non penso di voler rimanere a vivere con loro per tanto tempo, credo che mi troverò un appartamento vicino all'università dove studierò.
Siamo ad inizio Agosto, le lezioni dovrebbero iniziare circa a metà settembre, quindi dovrei riuscire a trovare un lavoretto part-time che mi permetta di pagare un appartamento.
Arrivata all'indirizzo che mi ha detto mio padre sono un po' spaventata.Non li vedo dà molto tempo, e non so come comportarmi.
Suono al campanello e aspetto con ansia, con due valige dietro di me, che qualcuno venga ad aprirmi.
- Chi è? - sento dire da una voce che riconosco come quella di mio fratello.- Sono io, Jo. –
Louis apre immediatamente la porta, e neanche il tempo di guardarlo, che mi ritrovo stritolata tra le sue braccia.
- Mi sei mancata così tanto! – - Anche tu, tantissimo. – rispondo io.
Ci stacchiamo dall' abbraccio e mi fa entrare in casa aiutandomi a portare le valige.
- Allora piccola Jo – mi dice lui non smettendo di sorridere.- Com'è andato il viaggio? Sei stanca? Hai fame? –- Sto bene non preoccuparti, piuttosto tu, cosa mi racconti? - chiedo io curiosa della sua vita americana.- Niente di che. Sono stato a fare la spesa stamattina e stavo per essere investito da una macchina. Questo è il massimo del divertimento per oggi. – mi dice accomodandosi sul divano al centro del salotto.- Comunque papà sta per arrivare ha cercato di fare più presto possibile per uscire dallo studio in tempo e vanirti a salutare il più presto possibile. Se per te va bene potremmo aspettare lui per mangiare – continua lui.- Certo non c'è nessun problema. – rispondo sorridendo.
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Le spine di una rosa
RomanceI segreti sono la cosa che più ci spaventa. Soprattutto se hanno a che fare con la tua famiglia. Esiste qualcuno o qualcosa che ci aiuta ad alleggerire le nostre spalle? Jo, forse ha trovato ciò che cercava in una nuova città, provandosi a ricostru...