28 LUGLIO 1794

17 1 1
                                    

È passata una settimana dal giorno in cui ho ucciso un uomo.
Inizialmente non gli ho dato peso, anzi, ho sperato di imbattermi in un'altra persona, che avrei in seguito trasformato in una vittima.
Adesso, invece, dopo averci rimuginato per parecchio, sento che i sensi di colpa mi hanno invaso.
La cosa peggiore?
Non posso smettere di uccidere.
Sono stato i giorni seguenti senza toccare e vedere nessun essere umano.
Mi sono nascosto nella foresta, lontano da tutti, sperando di riuscire a resistere ai miei impulsi.
Il terzo giorno, esasperato, ho bevuto del sangue da un piccolo scoiattolo.
So che anche questo è disgustoso, ma non ho altra scelta.
Sono andato avanti ad uccidere animali fino ad oggi.
Oggi ho deciso che voglio delle spiegazioni, non posso andare avanti così.
Le uniche persone che potrebbero aiutarmi sono le streghe, potenti servitrici della natura, di cui, però, è sparita ogni traccia.
Decido di recarmi in città, prima farò 'rifornimento' da un animale, così da evitare qualche omicidio.

Questo pomeriggio le strade pullulano di persone.
Tante persone significa anche tante sacche di sangue ambulanti.
Percepisco ogni dannata vena che pulsa, ogni battito di cuore, ogni respiro.
Il mio udito è amplificato, così come l'olfatto: se qualcuno perdesse sangue a 1km di distanza, io lo sentirei.

Decido di andare nel negozietto di erbe mediche, che è gestito da una lunga stirpe di streghe che ingannano gli umani, immettendo nelle piante i loro incatesimi.
Chi pensa che siano le erbe a curare i malanni è in realtà uno sciocco: è tutto merito della magia!

"Buon pomeriggio!" Dico educatamente aprendo la porta.
L'ambiente è piccolo, reso alquanto soffocante a causa delle numerose piante, affiancate a terra da numerose ampolle piene di liquidi di diverso colore.
Questi ultimi emanano un forte odore di fiori, probabilmente di rose, che coprono quello del concime delle piante assai meno gradevole.
Tutto sommato, questo luogo mi trasmette tranquillità, nonostante il disordine.
Sarà un trucco per ammaliare i clienti?
"Salve signorino. In cosa posso aiutarla?".
Una voce interrompe la mia analisi visiva.
Si aspetta una mia lamentela per qualche malattia.
Ma in realtà, nonostante io abbia seri problemi di memoria, riesco a ricordare un solo nome, e sono alquanto sicuro sia di una strega.
"Non sono qui per le sue erbe, signora".
La donna dietro il bancone mi guarda contrariata e sospettosa.
I lunghi capelli neri le coprono metà volto. Ha la carnagione scura, come ogni strega di buona stirpe.
"E allora cosa vuoi? Ci conosciamo?".
Rispondo sorridendo:
"Non so...forse lei conosce me, ma io non conosco lei..."
Mi lancia uno sguardo di fuoco.
Ogni strega fa parte di una congrega, che riunisce i membri tra città vicine.
E ogni congrega conosce ogni rituale eseguito nelle vicinanze, quindi, sicuramente, la donna in questione aveva sentito parlare di me.
Continuo a parlarle:
"Sa, sto cercando una strega, mi pare si chiami Abbey Williams."
Mi fissa, con gli occhi ridotti a due fessure. Non si fida di me, non vuole darmi informazioni.
Dannazione!
Punta la mano aperta verso di me, e sento che la testa  potrebbe scoppiarmi da un momento all'altro.
È come se una morsa di metallo si stesse stringendo intorno al mio cranio.
Mi butto per terra dal dolore, con le dita sulle tempie come se questo servisse a fermare la sofferenza.
"La prego, voglio solo parlare" urlo in preda alla disperazione.
La donna abbassa la mano, e la mia testa è libera dalla sua presa.
"Cosa vorresti tu da una Williams?"
Mi dice con un tono di disprezzo nella voce.
"Io sono stato protagonista di un rituale, e da allora non ricordo nulla se non questo nome. Ho da giorni un'incontrollabile voglia di sangue, e non capisco il perché! Avevo solo chiesto alle streghe di diventare più forte e resistente."
Ora la signora ha uno sguardo quasi dispiaciuto.
"Vieni qui vicino." Mi fa cenno di accomodarmi su una sedia accanto a lei.
"Tu non ricordi nulla, ma nella tua testa è presente ogni fotogramma della tua vita. Io posso estrapolare un ricordo e mostrartelo. Me lo concedi?"
Annuisco.
È l'unico modo possibile per provare a capirci qualcosa.
La strega prende un bicchiere pieno di un liquido verdognolo, ci si bagna le dita e posiziona le mani sulle mie tempie, applicando una leggera pressione.

Appare ai miei occhi una sfilza infinita di immagini, di persone, di volti, di paesaggi, fino a quando mi ritrovo nella foresta, nel punto esatto in cui era avvenuto il rituale.
Vedo me stesso da una visuale esterna, come se fossi nel corpo di un'altra persona.

Mi trovo al centro di una stella a cinque punte, sui cui estremi vi sono cinque streghe diverse.
Io sono come in una fase di trance, ho gli occhi socchiusi e completamente bianchi, con il capo rivolto verso il cielo.
La strega più anziana mi versa del sangue addosso, come se mi stesse battezzando, e mentre pronuncia delle frasi in latino, una sua consorella più giovane recita questa frase:
"Carter Wilkinson, con il potere conferitoci dalla natura, noi doniamo la tua anima alla parte più oscura del mondo sovrannaturale, affinché tu possa giovarne in forza, velocità e resistenza.".
Il mio corpo cade a terra.
Una ragazza si inginocchia affianco a me, mi prende le mani e continua la recita:
"Con questo sacrificio, l'anima è stata donata. Ora avrà la vita eterna. Il prezzo da pagare è già stato stabilito. Ma per adesso, non può ricordarlo."
Si stacca da me.
Mi hanno lanciato un maleficio, ecco perché non ho memoria di tutto ciò.
Rimango da solo in mezzo alla stella, che all'improvviso prende fuoco, con il mio corpo ancora al centro.
Vengo attaccato dalle fiamme, ma essendo ancora svenuto non posso spostarmi, e ogni pezzo della mia carne inizia a diventare una ferita.
Io urlo con tutta la voce che ho in corpo, perché nessuno mi salva?
Sono forse morto, e fino ad ora ho vissuto in un sogno?
Le fiamme si spengono all'improvviso, e l'ultima immagine che vedo è il mio cadavere carbonizzato.

"Ragazzo, cosa hai visto? Stai urlando!".
Sono di nuovo nel negozio, la strega ha tolto le mani dalle mie tempie a causa delle mie grida.
"Io, io...sono morto, sono stato bruciato" le rispondo balbettando.
"Tutto questo è una finzione. Io sono morto, dannazione, sono morto! Forse sono all'inferno! Basta, basta!".
Inizio a delirare.
"Ti prego di calmarti. C'è una spiegazione a tutto."
Il suo tono pacato mi manda in bestia.
La prendo per il collo e stringo, potrei staccarle la testa.
"Come posso stare calmo eh? Ho appena visto il mio corpo carbonizzato."
La lascio e tiro un pugno contro il muro. Non è il caso di uccidere una strega. Dopo tutto mi ha aiutato.
La donna boccheggia e si tocca il collo, l'ho quasi soffocata; il suo sguardo è leggermente impaurito, ma sento che non vuole attaccarmi.
Io la fisso, con gli occhi iniettati di sangue, alla disperata ricerca di risposte.
"Ora che so chi sei, essendo entrata nella tua testa, è il caso che anche tu sappia chi sono" esordisce.
"Mi chiamo Joanna, e so cosa ti è accaduto.
Nella congrega si è parlato molto del tuo rituale, in quanto si tratta del primo che ha davvero successo.
Ti hanno trasformato..."
Sono molto teso.
È vero che io stesso mi sono offerto alle streghe per "cambiare", ma dopo aver udito quelle parole, quel "doniamo la tua anima", mi si è fermato il sangue dalla paura.

"Carter, tu sei un vampiro."

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 26, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

WEAKNESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora