Chapter One

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CAPITOLO 1

Forse tutto ebbe inizio proprio 4 anni fa.
Da un lato avevamo Harry Styles, un giovane ragazzo di soli 16 anni con doti canore spettacolari, che decise di tentare i provini di X-Factor. Nato nel Cheshire, ad Holmes Chapel e vissuto assieme alla madre Anne e la sorella maggiore Gemma, ha sempre lavorato sodo per mantenere la famiglia e pagarsi gli studi lavorando in una panetteria. Aveva pochi amici, ma non se ne faceva dei grossi problemi. A scuola era molto conosciuto per essere un bravo ragazzo, rispettoso e studioso. Molte persone lo avevano indirizzato verso la strada della musica, ma lui era testardo e, se non fosse stato per Gemma, avrebbe proseguito nello studio di Legge ed Economia. Il suo primo debutto lo fece con una banda della propria scuola di cui era il Vocalist, ma non avevano riscontrato molto successo se non nel proprio paese. Aveva bramato quei provini sin da quando aveva visto per la prima volta quel programma in televisione, ma non ne aveva fatto parola mai con nessuno solamente perché lo riteneva una "perdita di tempo". Sul palco aveva fatto scintille, con i suoi capelli ricci aveva sicuramente fatto invidia a qualunque ragazza presente e con i suoi occhi verde smeraldo era certo di aver ammaliato i giudici e fatto sì che passasse il primo turno. Le sue fossette erano stato di aiuto in un certo modo, ma la sua voce era la unica ragione per la quale tutti i presenti erano rimasti a bocca aperta.

Dall'altro lato avevamo Louis Tomlinson, un ragazzo di 19 anni che affrontava la vita con un grosso sorriso stampato in viso. Abitava a Doncaster, nel South Yorkshire, assieme alla madre Johanna - meglio conosciuta come "Jay" - e le sue sorelle minori Charlotte, Georgia, Felicité e le gemelline Daisy e Phoebe. Era un giovane divertente e con molti amici. Aveva sempre messo in primo piano il bene e la felicità della propria famiglia, per poi pensare al suo. Quando la madre decise di iscriverlo ai provini di X-Factor, la sua reazione fu proprio quella di cercare di ritirarsi il prima possibile ma non ci riuscì. A lui piaceva cantare, la sua vita era tutta una grande sinfonia. Aveva partecipato anche lui ad una gara tra band assieme alla sua scuola, ma non furono abbastanza bravi da essere ricordati. La gente invidiava i suoi occhi azzurri e la sua simpatia, non contando i suoi capelli color paglia, ribelli e lunghi che andavano a coprirgli la fronte fino ad arrivare all'occhio. Davanti ai giudici l'emozione si era fatta sentire, ma non per questo era stato scartato anzi, aveva preso ben tre "si".

Harry non riusciva a crederci ancora, era ad un passo da toccare il cielo con le dita. Era quasi dentro il programma, mancava veramente poco. Forse aveva sbagliato a dire che era solo una perdita di tempo, ma la preoccupazione di non poter proseguire era ancora all'angolo, così non si fece tanti telefilm mentali e proseguì pregando in ogni lingua esistente che potesse realizzare il suo sogno, ovvero quello di cantare per il resto della sua vita.

Si diresse verso il bagno per riprendersi dall'emozione del momento. Tremava come non mai, la sua agitazione traspirava da tutti i pori della sua pelle. Il cuore non aveva smesso di colpire la cassa toracica così rudemente nemmeno un secondo. Si fissò dinanzi allo specchio e, dopo un lungo monologo interiore, si sciacquò il viso ormai sbiancato. Quando fu pronto per uscire da quel bagno e correre verso i suoi cari per poter essere calmato, si precipitò subito sulla porta in tutta fretta. Purtroppo non aveva calcolato la possibilità che qualcuno entrasse e gli aprisse la porta sul naso, scaraventandolo al suolo. Fortunatamente non era niente di grave, ma faceva comunque male. Un lamento provenne dalla bocca del riccio facendo paralizzare Louis sul posto. Che aveva fatto? Non se ne era nemmeno accorto. La sua vescica stava scoppiando e la sua forza di volontà non era abbastanza grande per resistere ancora a lungo. Louis si era allora inoltrato alla ricerca di un bagno e, quando l'ebbe trovato, si dimenticò le buone maniere e spintonò la porta con una forza tale da poterla fare uscire dai cardini, cosa che fortunatamente non successe. Entrando, notò un ragazzo accasciato per terra che si lamentava per il suo povero naso. Non ci volle un genio per capire che era stato proprio lui a sbattergli la porta in faccia. Preoccupato, si chinò sul giovane riccio e si accertò di non avergli rotto niente o di avergli procurato qualche lesione. Quando Harry tentò di alzarsi per specchiarsi, notò la presenza di quel ragazzo che fino ad ora si era preoccupato per lui. Ora erano a pochi centimetri di distanza dai loro visi e si stavano fissando intensamente negli occhi, come se fosse la prima volta che si soffermavano a scrutarne il colore delle iridi. Solo allora Louis proferì parola ed un "Oops" uscì sibillino dalle sue labbra sottili con un piccolo sorriso. Harry pensò subito che spettacolo più bello non esistesse. Louis era rimasto anche troppo tempo a osservare quelle fossette che erano spuntate sul viso candido di Harry. Solamente in quel momento, il riccio ebbe la brillante idea di presentarsi ma invece di fare uscire parole, ne uscirono sospiri sommossi. Si limitò ad un "Hi" e Louis annuì. Quella situazione stava divenendo sempre più imbarazzante e Louis doveva ancora fare pipì del resto, così Harry uscì dal bagno e il liscio si diresse verso il water.

Poco dopo lo speaker annunciò ai gareggianti di piombare nell'atrio per il verdetto finale. Louis corse e corse mentre Harry quasi scivolò per l'agitazione. Svoltato l'angolo, ancora una volta i due si ritrovarono a fissarsi intensamente in quelle gemme colorate che avevano al posto degli occhi. Era piuttosto imbarazzante. Harry era disteso su di Louis, con il viso sepolto nel suo petto. Il cuore di entrambi batteva all'impazzata e solo allora il liscio disse «Ci ritroviamo sempre in queste situazione eh?» scherzando. Harry annuì nervosamente e sorrise, mostrando ancora una volta quelle fossette. Era raro che le mostrasse così numerose volte in una sola giornata, ma non gli dispiaceva che fosse quel ragazzo a procurargliele. Louis era impazzito per quei solchi sulle sue guance, tant'è che la voglia di infilarci i polpastrelli per scrutarne la profondità era davvero tanta. Lo speaker annunciò una seconda volta ai concorrenti di dirigersi nell'atrio. I due si alzarono di malavoglia e assieme si incamminarono verso quel posto. Giunti a destinazione, il giudice diede il verdetto. Purtroppo molti concorrenti, compresi Louis e Harry, non passarono al turno successivo. Harry ne era davvero molto deluso. Ci sperava così tanto, ma sapeva che per i giovani come lui era molto difficile che potessero essere presi. Già si immaginava una vita passata sui palchi, a cantare le sue canzoni, a salutare i fan, a fare tante di quelle cose che in quel momento non avrebbe più potuto fare. Ora gli toccava tornare alla sua vita normale e monotona, riprendendo gli studi di Legge e continuando a lavorare in una panetteria. Louis era ormai in lacrime, non solo perché non era stato preso ma anche perché si era illuso talmente tanto da montarsi la testa. Sarebbe tornato a Doncaster a curare le sue sorelline e si sarebbe iscritto in una squadra di calcio locale, cosa che aveva in piano da molto tempo. Ormai non aveva più senso cantare, si sentiva umiliato e ferito. Entrambi si voltarono e, per la prima volta, videro un lato del loro carattere che pensavano non esistesse. Harry andò in cerca della madre, pronto a dargli la notizia e dirigersi verso casa. Louis era quasi sulla soglia, a un passo dall'uscita di quell'atrio, quando un giurato dichiarò ad alta voce «I signori Louis Tomlinson, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles, Niall Horan, sono pregati di raggiungermi sul palco». I nominati fecero ciò che venne richiesto, seguiti da un gruppetto di ragazze che a loro volta erano state chiamate. Giunsero sul palco e, con aria afflitta, ascoltarono ciò che ogni giudice aveva da dire. «Mi dispiace che sia dovuta andare così» disse uno, «Ma forse non tutto è perduto» aggiunse Simon. A quelle parole, gli occhi di Harry iniziarono a brillare. Forse c'era ancora speranza, forse qualcosa sarebbe andato per il verso giusto, magari avrebbe avuto un'altra opportunità. Alzò lo sguardo e fissò attentamente le occhiate fredde e impassibili che i giudici emanavano. «Ci saranno due gruppi formati di soli maschi e da sole femmine. Bentornati a bordo ragazzi!» urlò, quasi, Simon. Harry non poteva crederci, era al settimo cielo. Louis al posto degli occhi, aveva due rubinetti aperti che non smettevano di gocciolare. Tutti i presenti sul palco urlarono e si abbracciarono, per primi Louis ed Harry. Era come una necessità quella di toccarsi ormai, ma non se ne facevano mai l'abitudine. Solo allora realizzarono che sarebbero stati in gruppo assieme. Gioia più grande non esisteva. E così ebbe inizio tutto, con un piccolo e semplice abbraccio.

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SPAZIO ME!

YUP! Eccomi con un nuovo racconto.

Questa è la prima Fan Fiction Larry che scrivo e devo dire che mi sento entusiasta per tutto ciò. Spero vi piaccia e lasciatemi qualche commento, anche negativo magari (non offensivo -.-"), che mi fa sempre piacere. Potete darmi anche dei consigli, gli accetto volentieri. Passate magari a leggere l'altra storia che ho scritto, non è Larry ma è reale, quasi in tutto. Si intitola "L'amore è uguale per tutti".

P.s. La FF non finisce qui ahahah

A presto, baci.

-Francesco

My Angel (Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora