Chapter Two

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CAPITOLO 2

One Direction, ecco il nome della band.

Fu proprio Harry a proporlo, stranamente.

All'inizio, i ragazzi erano preoccupati soprattutto per quanto riguardava il vestiario: non volevano vestirsi tutti allo stesso modo, ognuno aveva il suo stile e questo nessuno lo poteva cambiare.

E quando decisero di vestirsi in maniera differente gli uni dagli altri, subentrò la paura di non avere un nome a identificarli.

Naturalmente ci furono varie proposte, tra le quali quelle più assurde come "Niall e i suoi Panini" oppure "I ciuffi ingellati" proposto da Zayn, ma nessuno era così particolare da colpirli.

Poi arrivò Harry, quello taciturno, quello che fino ad allora sembrava assente, e se ne uscì con qualcosa che li lasciò tutti a bocca aperta.

One Direction

Un nome, una garanzia come si suol dire.

Ebbene si, fu quel nome che scelsero ed Harry si sentì molto importante in quel momento, quasi come se fosse Dio sceso in Terra.

Eppure Harry non era uno che si montava la testa facilmente, ma non ci poteva fare niente.

Ed ora, a tre settimane settimane dal loro primo debutto come Band, tutti erano già scesi a fare colazione. Tutti tranne Louis.

Quella non era una mattinata come le altre per lui, se lo sentiva.

Già quando si era alzato, aveva capito che qualcosa sarebbe successo quel giorno, qualcosa che gli avrebbe letteralmente sconvolto l'esistenza. E, come se non bastasse, era certo che quel qualcosa fosse Harry.

Liam aveva intuito che c'era un non so che in Louis che lo turbava, ma non conoscendolo più di tanto si era solamente limitato ad un "tutto bene?", al quale però il liscio non rispose.

Louis era abbastanza riservato su queste cose e odiava quando qualcuno si impicciava dei suoi affari, ma Liam lo aveva praticamente spiazzato. Con il suo tono dolce e premuroso, con quel viso tenero e imbronciato, aveva persino pensato di raccontargli cosa gli passasse per la mente. Ma subito se ne pentì e abbassò la testa, senza fiatare.

Continuava a tirare le lenzuola nel tentativo di sistemarle e far sparire quelle dannate pieghette che lo stavano facendo impazzire, ma non c'era verso di riuscirci. E più le tirava, più si spiegazzavano. Sbuffò, portandosi teatralmente una mano sulla fronte con fare disperato. Sembrava che lo stessero facendo apposta, invece che aiutarlo a distrarlo da tutta l'ansia che aveva in corpo.

Perché era veramente molto ansioso, ma non sapeva sicuramente per cosa. Tutto lo agitava, ma lui non aveva idea di cosa diversi aspettare.

«Sto diventando pazzo» disse tra sé e sé, quando si fu calmato.

Calmarsi, ecco di cosa aveva bisogno. Non poteva di certo alterarsi per così poco, soprattutto ora che doveva restare tranquillo per la competizione.

Quella mattina, poi, avrebbero anche dovuto fare il Video Diario della terza settimana.

I ragazzi avevano già raccolto un paio di domande a cui rispondere, senza però dargli prima un'occhiata. Niall era stato molto puntiglioso su questo: voleva che seguissero il caso. E tutti loro lo assecondarono in quell'estrema pazzia.

«Louis» gridò il riccio dal corridoio, prima di entrare nella stanza condivisa con il liscio.

Erano diventati molto amici, molto. Louis era spontaneo, genuino con lui e Harry si fidava ciecamente. Il loro rapporto era diventato in così poco tempo qualcosa di solido e massiccio. Erano inseparabili, complici, erano loro. Il mondo spariva quando erano assieme.

My Angel (Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora