The Predestinated War

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<< Che cosa è successo, Dolores?>> chiese una donna con leggere rughe sul volto ed una faccia preoccupata.

<< I tedeschi, madame, ci stanno attaccando!>> rispose la donna grassottella che mi copriva la visuale e mi teneva la mano.

<< Oh, entrate, presto.>> sentenziò la donna.

<< Madame, ho trovato questa bambina in strada, stava per finire sotto una bom..ba>> singhiozzò Dolores.

Quest’ultima mi strinse il braccio e mi portò al suo fianco. Vidi il volto della signora che mi era dinanzi. Abbassò il capo non convinta e ci fece accomodare in quella grande casa con i muri esterni neri e grigi.

<< Dolores, seguimi ti devo parlare>> disse ancora la donna e mi lasciarono sola nel bel mezzo di un corridoio con i muri beige, di gran lunga meglio dell’esterno; qualche tavolino in legno qua e la e una grande scala a chiocciola alla destra della porta principale. Mi soffermai a guardarla. La ringhiera era tutta in legno intarsiato e le scale in marmo, erano ricoperte da un lungo tappeto bordeaux, in tinta con le rose nei vasi di cristallo o vetro appoggiati su ogni tavolino. Le due donne sembrava stessero facendo lite.

<< Dove… genitori?>> riuscii a scorgere.

Già! Dov’erano mamma e papà? Me lo stavo chiedendo da parecchio. Ero uscita fuori a cercarli quando ho visto qualcosa di grosso, grigio e appuntito, venire dal cielo nella mia direzione. Sembrava piccolo quindi non mi ero spostata. Volevo prenderlo, sembrava un uccellino senza ali. Poi sentii la voce di una donna che urlava “scappa, scappa!” ma io ero troppo presa dal capire a chi si riferisse per muovere un solo piede. Poi mi sono sentita volare, i miei piedi non toccavano più terra e subito dopo, ho sentito il pavimento con tutto il corpo. La terra e la polvere mi erano entrate negli occhi e tossivo finchè non ho sentito più mani tenermi la testa e la bocca e stringermi a sé. Quando ho riaperto gli occhi, ho visto che ero avvolta nel vestito di una donna grassottella, Dolores!

Oh, già, il mio vestito. Sarà sporco, pensai. Mi avvicinai ad un angolino e tolsi un po’ di polvere da esso, accarezzando le pieghe della gonna. Era ritornato al suo colore naturale. C’era uno specchio su di un tavolino e mi ci specchiai. Avevo tutti i capelli biondi spettinati. Mi tolsi i due nastrini che mi tenevano legate le codine, e arrangiandomi con le mie piccole manine, cercai di tirarli. Poi però, vidi dallo specchio qualcuno. Sobbalzai.

<< E tu chi sei?>> mi disse un bambino più grande di me sulle scale.

<< Io… sono con Dolores>> dissi semplicemente. Lui scese per le scale e mi raggiunse. Avevo paura ma non lo diedi a vedere. Vidi le sue iridi verde acqua e i suoi capelli bruni. Era decisamente più alto di me.

<< Come ti chiami?>> mi chiese.

<< Melanie, ma tutti mi chiamano Mel>> risposi.

<< Quanti anni hai?>> chiese ancora.

<< 8, e tu?>> chiesi io ‘sta volta.

<< 12>> mi guardò dall’alto verso il basso. Si abbassò alla mia altezza e mi guardò negli occhi.

<< Sei tutta sporca>> disse. Diventai rossa come un peperone e mi girai difronte allo specchio.

<< Sai dov’è il bagno?>> chiesi sotto voce.

<< Vieni>> disse solo e iniziò a camminare per il lungo corridoio. Lo seguii. Poi sentii più chiara la voce di Dolores.

<< Nessuno può pagarle l’orfanotrofio, Dolores!>> sembrava la stesse sgridando.

The Predestinated War || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora