Prologo

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"Crystal siamo arrivati."
La voce di mio padre sveglia il mio sonno, per niente tranquillo.
Dopo parecchie ore di volo finalmente siamo riusciti ad atterrare nell'aereoporto di Boston.

Io mi chiamo Crystal, ho sedici anni e sono nativa di Los Angeles. I miei genitori hanno deciso di trasferirsi qui a causa del mio passato, un passato pieno di ricordi molto tristi, poiché Theo, il mio ex ragazzo, aveva deciso di rendermi la vita impossibile. Lui è un ragazzo molto violento, peccato che l'abbia capito troppo tardi. Theo ha ventitré anni e la prima volta che l'ho conosciuto mi ero persa in quegli occhi smeraldini e pieni di mistero, ma ero troppo cieca per capire il suo vero essere.

"Mi hai sentita?"
Troppo assolta nel miei pensieri per capire cosa abbia detto mia madre.
"No mamma, puoi ripetere?"
"Ho detto che la nostra nuova casa si trova quasi al centro, magari quando arriviamo ci facciamo una passeggiata per conoscere meglio la città."

In realtà non ho molta voglia di uscire, almeno per oggi. Sono troppo stanca anche solo per rispondere.

Arriviamo davanti al vialetto della mia presunta casa. Da fuori non è male, infatti, al lato della casa c'è un'enorme piscina con tanto di ombrelloni e sdraio. La casa è bellissima. Fuori è color panna e la parete che si affaccia sulla piscina è occupata da una grande vetrata a balcone.

Entriamo dentro e mi stupisco ancora di più. Ma come hanno fatto i miei genitori a pagare una casa del genere? È stupenda e sopratutto molto grande. Ci dirigiamo in soggiorno e vedo la grande vetrata a balcone da dove posso intravedere la piscina. Anche la cucina è molto spaziosa ma non vedo l'ora di vedere le camere.

Salgo le scale e mi rendo conto che ci sono quattro camere, ognuna con un bagno. La camera che mi ha colpito di più è quella in fondo al corridoio. Non è molto grande ma mi basterà. Poso le mie valigie e corro in bagno a farmi una bella doccia calda, prendo l'occorrente e mi rilasso sotto il getto d'acqua bollente.

Ma ovviamente la mia testa non vuole lasciarmi in pace creando paranoie su paranoie pensando che dovrò rifarmi una vita. Ciò significa nuovi amici e nuova scuola. Non credo che per i primi giorni sarà una meraviglia per il carattere che mi ritrovo. Infatti sono una persona molto timida e a volte sensibile ma una volta trovati gli amici giusti ed essersi un po' ambientata so essere anche forte e dura.

Esco dalla vasca, mi avvolgo in un asciugamano e vado verso il letto. Mi vesto e scendo sotto.
"Allora? Ti va di fare una passeggiata con noi?"
"Papà scusatemi, ma sono troppo stanca." Spiego dandogli un bacio sulla guancia.
"Non preoccuparti figliola, ma ti dispiace se usciamo io e la mamma da soli?" Chiede con tanta dolcezza da togliermi il fiato.
"Nessun problema io rimango qui."

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Sono tre ore che sono nella mia stanza a guardarmi Pretty Little Liars ed a igozzarmi di pop corn.
Sapere che non posso parlare con nessuna amica al telefono mi fa molto male, non sono riuscita a farmi nessuna amica nella mia vecchia scuola.

Quasi quasi ho voglia di farmi un giro in questa città per ambientarmi meglio.  Esco di casa e non sapendo dove andare uso Google Maps per trovare il bar più vicino.

Fortunatamente qui vicino c'è l'Hard Rock Cafe ed inizio ad incamminarmi. Arrivo in dieci minuti e mi accomodo in uno dei tavolini fin quando non arriva un cameriere molto giovane a chiedere l'ordinazione. Non posso negare che è molto bello e che mi sta fissando come se mi stesse mangiando con gli occhi, ma non ci faccio caso ed ordino un cappuccino ed un cornetto alla crema. Dopo aver finito lascio una banconota sul tavolo ed esco a prendere una boccata d'aria.

Mi rilasso osservando il mare fin quando una voce interrompe il mio silenzio.

"Ehi, ti ho vista al bar prima..piacere Andrew ."

Ma io dico *chi te l'ha chiesto come ti chiami?*
Ma per educazione rispondo
"Piacere, Crystal."
"Bel nome, non sei di qua, vero?"  Ma questo gli affari suoi non se li può fare?
"Sono di Los Angeles."
"Come vorrei andarci. È da quando ero piccolo che desidero vedere tutto di quel posto."

 

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