LXXVI

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<<Chissà che cosa vorrà dirci>> sospirò Zayn al mio fianco, un leggero sbuffo uscii dalle sue labbra carnose, mentre il suo sguardo era fisso sul cellulare.

Il preside ci aveva tutti radunati in auditorium senza dare nessun tipo di spiegazione, probabilmente l'ennesimo seminario sulle malattie mentalI, o una cosa del genere;  tra gli studenti iniziarono, ovviamente, a spargersi le voci più differenti.

Alcuni pensavano volesse parlare del viaggio di istruzione, che sarebbe dovuto essere tra un paio di mesi, altri parlavano di un'ipotetico ballo, o dello spettacolo di fine anno; a un certo punto ho smesso di ascoltare Niall e di concentrarmi sulla mia macedonia, come al solito non avevano messo l'anguria.

<<Oh Harry>> mi chiamò Niall, scavalcai con lo sguardo il moro accanto a me, per poter guardare l'irlandese negli occhi.

<<Ma Louis ti ha più risposto?>> chiese con sguardo interrogativo riferendosi alle numerose scritte con cui avevamo imbrattato il bagno del secondo piano.

Louis.

Aveva smesso di rispondere alle scritte sul muro da quasi un mese oramai, ed io non avevo, ovviamente, idea della motivazione.

Le prime settimane riuscivo a scorciare il suo sguardo nei corridoi, ma mi sembrava così triste; il suo sguardo era vitreo, così vuoto, sempre puntato verso le sue solite Vans consumate. Mi sarebbe piaciuto poter fare qualcosa per quegli occhi tristi, avrei voluto stringerlo a me, sembrava così piccolo, così fragile.

Ma non potevo.

Non sapeva chi fosse -H, e lo distingueva da "Harry stupramiadessograzie Styles", come scrisse una volta in uno dei suoi messaggi.

<<No>> risposi semplicemente scuotendo leggermente capo, portai velocemente un piccolo boccolo mi ricadde sulla fronte dietro le orecchie con le dita.

Aprii la bocca per parlare, ma dei suoi provenienti dalle casse lo interruppero.

<<Salve ragazzi>>  pronunciò la figura del preside sul piano rialzato. La sua cravatta rossa spiccava, in contrasto con la camicia bianca leggermente spiegazzata.

<<Vorrei illustrarvi il motivo per cui vi ho radunati qui oggi, rubando tempo alle lezioni, lo so, spiace tutti voi, quindi cercherò di essere veloce>> 

I ragazzi ghignarono, ma il lieve sorriso che si aprii sul suo volto era tirato.

<<Scherzi a parte, vorrei chiedervi un minuto di contenimento, e di posare per un attimo i cellulari>> Ovviamente non lo fece solo che qualche ragazzo.

<<Come alcuni di voi già sanno, proprio ieri è venuta a mancare una nostra alunna>> prese un lieve respiro, un espressione affrante era dipinta sul suo volto. 

Lanciai uno sguarda interrogativo ai miei amici, per capire chi fosse, ma come risposta non ricevetti che una scrollata di spalle come segno di ignoranza.

<<Félicité Tomlinson era una ragazza...>> 

non lo ascoltai finire di parlare, sapevo perfettamente il tipo di rapporto che il preside aveva con gli alunni di quell'istituto, di conseguenza, quelle, non potevano essere che le tipiche frasi stereotipate che, data la sua figura rilevante, era forzato dire.

Nella mia testa non potè che comparire velocemente l'immagine affranta di Louis, e, finalmente, capii il perché di tutte quelle sue assenze.

Avevo solo una sorella, Gemma, e lei era tutto il mio mondo, la sua morte mi avrebbe distrutto, pezzo per pezzo; non volevo nemmeno provare ad immedesimarmi in quel povero ragazzo.

<<Harry!>> richiamò la mia attenzione il moro al mio fianco <<E' la sorella di Louis?>> mi chiese sussurrando, gli risposi con un cenno del capo.

<<Diavolo, mi spiace>> assunse passando una mano tra i capelli corvini.

<<Stanno dicendo che domani ci sono i funerali, volete andare?>>  gli occhi azzurri di Niall erano fissi nei miei a questo punto

<<Non so se mi sembra il caso>> ammisi <<non abbiamo mai parlato, mi sembrerebbe un po' ipocrita>> 

Il preside continuava a parlare, ma cercavo di non ascoltare, non la conoscevo, non volevo conformarla a delle parole che, molto probabilmente, la rispecchiavano ben poco.

<<Il preside ha detto che metterà a disposizione i mezzi scolastici per andare, non penso siamo gli unici a non averci mai parlato. Poi...>> Zayn non riuscii a finire che una professoressa lo zittì.

<<Un minimi di rispetto, signor Malik>> lo rimproverò, ricevendo, in tutta risposta, la profonda voce del moro che le fece il versetto

<<Ed adesso, vi prego di fare un minuto di silenzio in onore di Félicité>> propose il preside.

Mi guardai attorno ed, attorno a me,  diversi ragazzi erano in lacrime, altri visibilmente scossi; ironico, considerando che a mala pena la conoscevano; per quanto ne so, non si presentava spesso a lezione per motivi di salute, quindi che, adesso che è morta, tutti la piangano, risulta essere piuttosto ipocrita.

Alla fine del discorso il preside ci licenziò, e, mentre uscivo dall'istituto con i ragazzi capii che, forse, andare non sarebbe stata una pessima idea.

<<Va bene, domani andiamo>> annunciai 

<<Vi passo a prendere per le 8?>> chiesi infilandomi il casco della mia moto, non aspettai una risposta, mentre sfrecciavo verso casa.

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EH


VI HO FATTO ASPETTARE

MA ECCOLO

VI AMO CIAO 




Bathroom||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora