Mi era sempre piaciuto guidare.
Ricordo bene quanto pregai i miei genitori di regalarmi la patente per il mio diciottesimo compleanno; ricordo bene come all'inizio, ogni scusa fosse buona per mettermi al volante.
Eppure, in quel momento, alla guida della mia amata macchina italiana, non riuscivo a godermi il piacere della guida.
C'era uno strano silenzio, e considerando la presenza di Niall in macchina era un evento più unico che raro. Nessuno aveva voluto accendere la radio, di solito il moro si divertiva sempre a canticchiare qualche canzone dei suoi artisti preferiti, obbligando tutti alla musica della sua playlist.
"Benzina mia, musica mia" dicevo ogni volta che qualcuno metteva piede nella mia macchina; così Zayn, pur di non ascoltare la mia "musica melensa", come amava definirla, ogni volta che saliva metteva qualche spiccio nel mio portabicchieri (come se bastassero poi a fare benzina a quella bestia che era la mia auto)
Dopo i primi mesi gli feci notare come non ce ne fosse bisogno, che avessi capito il concetto, e che poteva tenersi quei soldi per prendersi un pacchetto di quelle sigarette che teneva sempre in mezzo alle labbra; tuttavia non mi ascoltò mai, e ad oggi, dopo anni, continua a riempirmi il portabicchieri di monetine.
-"Harry lì c'è posto"- mi fece notare Niall, ero così attonito da non aver nemmeno notato che fossimo praticamente arrivati.
Dopo aver posteggiato, scendemmo tutti e tre dalla macchina. Niall si stava stringendo nel suo cappotto scuro per proteggersi dal freddo di quei primi giorni di Gennaio; mentre io, tenendo le mani nelle tasche, mi avvicinavo alla piccola cappella gremita di gente con il mio solito passo lento, tuttavia, le grandi falcate dovute alla mia altezza, non mi fecero arrivare che in pochi passi.
-"E poi a scuola non se la filava nessuno"- borbottò tra i denti Zayn alle mie spalle, gli lanciai un'occhiataccia, non poteva dire certe cose ad alta voce, nonostante avesse ragione.
Io ed il moro ci sedemmo su una panchina isolata, in attesa dell'inizio della funzione una sigaretta bruciava tra le sue dita tatuate; Niall, invece, iniziò a parlare con un ragazzo dai capelli castani poco più alto di lui; frequentava il mio stesso corso di letteratura, e lo vedevo sempre vicino alla chioma castana di Louis, mi sembra si chiamasse Lambert, ma non avevo mai avuto buona memoria con i nomi.
I due ci vennero incontro con passo lento, mentre continuavano a parlare velocemente.
-"Ragazzi, lui è Liam, giovavamo a calcio insieme"-ci presentò Niall
appunto pensai, mentre gli tendevo una mano per stringerla
-"Io sono Harry, piacere di conoscerti"- gli sorrisi flebile
-"Zayn"- si presentò più conciso il moro accanto a me
-"Liam è il migliore amico di Louis"- ci spiegò Niall
-"Come sta?"- chiesi guardandolo negli occhi
-"E' sinceramente a pezzi"- mi spiegò con occhi dolci scrollando le spalle, sembrava un bravo ragazzo; le sue spalle erano coperte da una camicia nera, la spalla destra un po' stropicciata rispetto al resto perfettamente stirato.
Un sorriso amaro comparve sul mio volto
"Non posso nemmeno immaginare cosa possa provare in questo momento" sospirai guardando i suoi occhi castani particolarmente luminosi. Non era brutto, affatto, ma nella mia testa non c'era posto che per un paio di occhi color ghiaccio che i miei non avevano incontrato che poche volte.
Continuammo con i convenevoli per un po'; scoprii che lui e Louis erano amici sin dalla tenera età, dato che entrambi facevano parte della stessa squadra di calcio, poi, a quanto pare, Liam dovette abbandonare per un problema di salute; non volli andare più nel dettaglio considerando che l'avevo appena conosciuto.
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Bathroom||Larry Stylinson
Novela JuvenilOdio tre cose: -le scritte sui muri -le liste -l'incoerenza --- Dove da una battuta nasce tutto