Lo sbaglio di Lewis

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                     INTRODUZIONE
La vita di Lewis Carrol era monotona per questo si annoiava, infatti non sapeva proprio come fare, per passare il tempo, in qualche modo si esercitava con ragionamenti matematici ma anche con ragionamenti del tutto fuori dagli standard, che in quel tempo dovevano essere seguiti come i pulcini con la chioccia. E chi non li seguiva veniva emarginato o peggio ... per questo i suoi genitori cercavano di farlo sistemare con una nobildonna che si potevano incontrare nelle sfarzose feste che le donne organizzavano per accalappiarsi i rampolli più benestanti, ma lui aveva ben altro a cui pensare....
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Gli occhi stropicciati la bocca impastata e i capelli arruffati era così il viso di Lewis Carrol mentre si accingeva a fare foto con la sua polverosa macchina fotografica.
La sua morbosa mania di scattare foto alle ragazzine finiva solo quando loro raggiungevano la pubertà, poiché la loro "amicizia" non poteva continuare dopo che le fanciulle raggiungevano l'età adolescenziale.
Ma lui aveva proprio un debole per le ragazzine anche se lui non si considerava un "pedofilo", si sentiva
ancora bambino e a modo suo immaginava un mondo infantile cercando di scappare dalla realtà.
La sua cosiddetta musa si chiamava Alice Liddlel, la prima foto che venne scattata da Lewis fu proprio di lei.
La bimba ancora piccola non capiva la gravità delle foto che le faceva.
Un giorno d'estate Lewis si stava preparando per scattare delle foto a delle nuove bambine, tre sorelle per la precisione una di 6 11 e 13 anni.
Mentre si preparava per scattare la foto alla maggiore, la porta della baracca dove faceva le foto si sfondo con un calcio; delle guardie irruppero dentro la stanza e portarono via Lewis ancora scosso dopo l'accaduto.
L'aveva fatta grossa quella volta, non si era limitato semplicemente nel vestire le sue sue muse con stracci come faceva di solito ..
Le guardie lo scortarono fino alla macchina, dai finestrini si intravedevano i volti dei suoi genitori, non capivano perché il figlio facesse queste cose macabre.
<< È un caso disperato>> singhiozzo la madre
<<Perché proprio a noi perché>> borbottò il padre
Perché? Lewis non veniva accettato forse perché oltre a fare foto a bambine innocenti si dilettava anche a scrivere racconti che per quel epoca erano da eretici.
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Dal' altra parte della città due uomini davanti a una scrivania parlavano del più e del meno
<<Il carcere è troppo poco!>>sbotto uno dei due facendo spaventare l' omino seduto sulla poltrona
<<Ma signore non posso procedere senza prove>>cerco di farlo ragionare.
L'uomo si mise le mani sulla testa
<<No! no! no! Lewis Carrol deve pagare per quello che mi ha fatto passare>>ringhiò l'uomo
<<Avevate solo 14 anni non potevate sapere...>> cerco di sdrammatizzare il vecchietto
<<Mia sorella è morta Steve>> sussurro con voce dolorante <<Morta>>chiuse

Il vecchietto guardò  quegli occhi verde chiaro e con tono dolce e soave gli chiese <<Ne siete sicuro?>>
<<Si>>  rispose lacrimando.

Era passata una settimana da quando era stato preso Lewis era sfinito il carcere non era fatto per lui.

Nella stanza per gli interrogatori entrò un omino di bassa statura barba folta e occhiali così piccoli che non riuscivano a coprire gli occhi.
Si sedette sulla sedia e cominciò a fare domande a Lewis molto confuso.
<<Ho Finito si dileguò>>uscendo dalla stanza, incontrando una guardia
<<Come è andata>>
<<È più grave di quanto pensassimo>>

               SPAZIO AUTRICE
Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto scusate se è scritto male ma non so per che mi uscivano parole senza senso come:Hoduog o poiuvdhik.
Comunque spero che vi piaccia e niente..... 😬
*pensa a cosa dire*
SE NON VI PIACE NON METTETE UN CUORE SE VI PIACE NON METTETELO LO STESSO
MA COMMENTATEEEEEE
*Applausi di conforto*

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