I miei tessori

Risveglio #2

Un dolce profumo di rose mi avvolge,appena esco dalla portaposteriore.

Nella città di Stand la festività è nell'aria. Ogni cittadinova da una parte all'altra, tutti indaffarati con i loro preparativi,nonostante sia appena sorto il sole.

Nella piazza i venditori di fiori hanno adornato le lorobancherelle con i loro mazzi.

Mi faccio largo per le strade, una piccola anima in una mare digente.

Almeno, così mi sento. Al dire il vero, io ho 14 anni compiutioggi, ma non si direbbe. Sono bassa di statura, capelli neri tagliaticorti, come è solito per le ragazze della mia età. Sono semprestata quella presa in giro dagli altri,la vittima; ed e' per questoche mi sono rinchiusa in me stessa, ho formato un guscio duro difreddezza e ostilità', mentre dentro sono ancora una ragazza tenerae vulnerabile.

Corro, quindi, tra la gente con la testa bassa e il cappucciotirato giù fino agli occhi: nessuno mi riconosce.

Arrivata in piazza, cerco di mischiarmi nella folla. Sento le vocidelle cuoche che discutono sui prezzi del mercato; le ragazze chebisbigliano e ridacchiano, pettinando i loro capelli, ormaicresciuti, mentre le madri fanno compere.

Finalmente riesco ad uscire dall'accozzaglia di gente. Attraversole stradine secondarie, non volendo essere notata. Finalmente le casediventano meno piccole e vicine, i sentieri meno bui, ed ecco davantia me la campagna aperta.

Accelero il passo quando arrivo in un verde prato.

L'aria fresca mattutina mi arrossisce le guance e i miei piediscalzi sono solleticati dall'erba. Arrivo finalmente vicino ad unalbero e, stanca ma contenta mi stendo hai suoi piedi.

Da li c'è una meravigliosa vista della città, che sembra unagglomerato di scatole grigie, tutte uguali tra loro, ma che al lorointerno ospitano tutte una famiglia diversa, ognuna con i propriproblemi, ognuna con le proprie gioie.

Ma la 'scatola' più grande, è il palazzo; il mio palazzo. Cioè,mio finché non me ne andrò...

Sento una voce che mi chiama.

'Biaaancaaaa!!!'