2°Capitolo

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Sono Justin Bieber, ho 18 anni e sto facendo tirocinio presso il Shouldice Hospital, situato a Thornhill, Ontario, Canada.
Ho sempre visto gli infermieri come eroi ed è per questo che ho deciso di intraprendere questa carriera.

<<Giovane donna, 16 anni, incidente stradale>> è Jim a parlare, il mio superiore che arriva in ospedale spingendo una barella aiutato da molti infermieri.
<<Serve una lastra, la TAC e i raggi, Justin pensaci tu>> mi dice.
Spingo la barella della giovane donna con l'aiuto di alcune guardie dell'ospedale fino ai reparti interessati.

<<Jim la situazione è piu grave del previsto! Emorragia interna di origine sconosciuta, commozione celebrale e ha alcune costole rotte>> urlo agitato.
Mi dispiace che una giovane donna stia così, e pensare che la sua vita dipende da noi dottori, ma soprattutto da se stessa, devo ammettere che un po spaventa.

Ho appena scoperto che nel caso riesca a svegliarsi, come se non bastasse, entrambi i suoi genitori sono morti sul colpo.

Dopo averla sedata, scendiamo giù in sala operatoria dove Jim la opererà d'urgenza per asportargli la milza, inserire una sonda per drenare il polmone collassato e cercare di bloccare l'emorragia interna.

<<Justin, avverti la banca del sangue. Abbiamo bisogno di due unità di 0 negativo e altre due unità di scorta.>>

Sangue, il suo sangue è ovunque.

L'operazione va avanti per ore, e per tutto il tempo sono il cosiddetto 'braccio destro' del chirurgo.
È la mia prima volta in sala operatoria, di solito mi occupo di piccoli infortuni, ma questa mattina il pronto soccorso è affollato e molti dei miglior medici sono impegnati, e così questa è la mia ennesima opportunità per provare a me stesso e a Jim quanto valgo.

15:30

L'abbiamo appena trasferita al reparto di terapia intensiva. Io sono l'infermiere che si occuperà di lei giorno e notte.

È la prima volta che la osservo bene da quando è entrata qui.
È bellissima, lunghi capelli biondi le contornano il viso ora spento, occhi chiusi che purtroppo non mi danno modo di scoprirne il colore, nasino piccolo perfetto per il suo visino angelico e labbra carnose che in questo momento nascondono la sua dentatura.
Osservo il suo corpo, è minuta e ho perso il conto dei tubi che vi sono attaccati: uno infilato in gola che le permette di respirare, un altro nel naso per il drenaggio gastrico; una flebo infilata in una vena per idratarla e un'altra collegata alla vescica; al petto sono attaccati diversi fili che registrano il battito cardiaco e quello al dito, che segnala il battito del polso.

Fa irruzione in camera un assistente sociale.
<<Vorrei fare qualcosa per lei>> mi dice preoccupato stringendo fra le mani un taccuino marrone.
<<Questo incidente le ha portato via la famiglia, nel caso dovesse svegliarsi, non la vedo facile da superare>> continua.
<<Ha solo 16 anni>> sussurro dispiaciuto.
<<Verrà affidata ad una famiglia, non abbiamo altra scelta>> commenta.
<<E se non volesse?>>
<<Deve per forza, è un minore>> mi risponde distratto, intento ad osservala e a riportare poi qualche notizia in piu sul suo taccuino.
<<Conosci il suo nome?>> mi chiede alzando lo sguardo.
<<N-no>> balbetto abbassando la testa e lasciandomi andare ad un sospiro di tristezza.

Dopo un po l'assistente sociale va via, lasciandomi di nuovo solo con lei, per ore, forse giorni o mesi interminabili.

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Salve!
So che la mia storia è ancora inattiva e non so se possa piacere, ma spero di si.
Nel frattempo io continuo a scriverla cercando di portare un capitolo al giorno.
Se vi va lasciate un commento, anche una critica di tipo costruttivo serve per migliorarsi!
Buona lettura.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2017 ⏰

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