Paranoico

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Sheldon annuì e ascoltò in silenzio il suono delle scarpe verniciate che si allontanavano. Clack clack clack.

Si stampò bene in mente la scena, i disegni creati dal sangue, la A scritta sul pavimento, le posizioni dei corpi. Chiuse gli occhi.

Vide la scena e capì ogni passaggio, ogni azione dell'assassina.

Lei era entrata dalla porta con il fodero del machete aperto, ma la lama ancora inguainata, pronta ad essere estratta. Era entrata forzando la porta, che ogni caso aveva già un chiavistello debole, traballante.

La famiglia aveva finito di mangiare, stavano mettendo da parte i piatti.

L'enorme donna aveva detto loro qualcosa, qualcosa che non li aveva fatti scappare subito, perché nessuno di loro aveva messo piedi fuori dalla casa. Era entrata, aveva preso il bambino e allora i genitori si erano allarmati. Lei aveva tagliato in due il bambino, con un colpo solo del machete, spruzzando la parete est della casa, su cui gli schizzi erano più alti ed erano così alti proprio perché lei stava tenendo il piccolo sollevato per un piede mentre lo tagliava a metà.

I genitori avevano iniziato ad urlare e piangere, terrorizzati. Il bambino era stato ucciso per prima, ecco perché le facce dei due adulti erano striate di lacrime e arrossate, con le palpebre gonfie.

Il padre aveva cercato di uccidere la donna, ma lei lo aveva colpito con un calcio all'inguine e poi lo aveva afferrato per i capelli. Aveva ucciso anche lui, tagliandolo con diversi colpi all'altezza della vita, di fronte allo sguardo della moglie che si rannicchiava e strillava.

Alla fine aveva ucciso anche lei, sollevandola di peso e uccidendola brutalmente con soli due colpi.

Usando una zappa come arma, aveva abbattuto il sottile muro divisore, meticolosamente, facendo in modo che la parte centrale della casa avesse il pavimento liscio e pulito. Non le importava assolutamente niente di sporcare gli angoli della casa, di ammucchiare calcinacci e pezzi di quadri infranti.

Aveva buttato fuori tutta la mobilia, ammucchiandola poco lontana dalla porta: letti, sedie, il tavolo e la vecchia credenza erano stati trattati senza alcun riguardo.

Poi aveva composto i corpi. Era importante che fossero morti per i colpi di machete, non per altre ferite, solo ed esclusivamente per le ferite da taglio che li avevano divisi a metà.

Metà, questo era importante. La casa era stata divisa a metà, precedentemente, dal muro, ma ora era stata riunita in un solo ambiente dall'abbattimento del muro.

Le tre persone, un tempo intere, erano state tagliate a metà.

OCD, disturbo ossessivo compulsivo. Tagliare a metà le cose intere, rimettere insieme le cose tagliate. No. Se fosse stato OCD, l'assassina avrebbe tagliato a metà anche i mobili. Quindi non era...

Sheldon aprì gli occhi di scatto e uscì per guardare la pila dei mobili.

Trattenne il fiato: gli agenti non se ne erano accorti, perché la pila era troppo alla rinfusa, ma tutti gli oggetti erano stati colpiti nel mezzo, probabilmente nel tentativo di spezzarli con un colpo solo.

«Disturbo ossessivo compulsivo» Mormorò Sheldon.

Controllò il mucchio di mobili. Piatto spaccati quasi completamente a metà, patate tagliate a metà, sedie colpite al centro della seduta nel tentativo di dividere quanto più possibile l'oggetto in due parti.

Ora era tutto chiaro.

«SAM!» Gridò Sheldon.

L'agente Bedstone arrivò al piccolo trotto

Bloodhound - L'Uomo senza SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora