Capitolo uno

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«Stilinski, può rimanere due minuti?»

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«Stilinski, può rimanere due minuti?»


La campanella è appena suonata, la cosa che più odio del liceo è il cambio d'aula. Abbiamo solo cinque maledetti minuti per raggiungere la nuova classe, fra una campanella e l'altra, ma provateci voi a correre fra i corridoi in mezzo ad un ammasso di adolescenti che non hanno la minima idea di cosa significhi lavarsi. Peggio ancora se si hanno sei, e sottolineo sei, materie diverse al giorno con classi distanti piani tra l'uno e l'alto. Odio arrivare in ritardo per diversi motivi: uno, sono un ragazzo abbastanza "perfettino". Due, per avere una condotta perfetta non posso di certo permettermi di fare ritardi. E tre, odio veramente tanto essere fissato, ed entrare in una classe con tutti gli allievi già dentro non è la cosa migliore per uno che ci tieni ad essere invisibile.


«Devo prenderla come un ordine o una richiesta? Perché sa se è una richiesta mi dis-»

«Stia zitto e si sieda Stilinski»

Ho un odio malsano verso le ore di educazione fisica, ed è ancora più acerbo quello nei confronti dell'allenatore delle squadra di lacrosse della scuola. È un uomo che avrà si o no trent'anni, che da ragazzo, molto probabilmente, era un bulletto che viveva la sue giornate a fare il nullafacente... almeno fin quando non ha avuto la brillante idea di insegnare al liceo, e di conseguenza rovinare la mia di vita, ma sono certo di una cosa; fra un paio di anni sarà un alcolizzato che molesterà le ragazzine alle fermate dei pullman.

«Agli ordini coach!» mi risiedo al mio posto, con lo sguardo fisso sull'orologio appeso al di sopra della porta.

sono già passati due minuti.

«Sai, puoi pure essere quello con la media più alta in questa scuola, ma sei e rimarrai sempre un cretino ai miei occhi» sputa mentre si mette seduto sul banco di fronte al mio.

Nelle sue ore tendo sempre a mettermi negli ultimi posti, ma di norma immaginatemi come lo sfigato lecca piedi posizionato quasi al fondo schiena del professore... tutti voi ne avete uno in classe, lo so.

«Perché?»

Dovrei semplicemente annuire e farmi insultare lo so, ma capitemi... non so stare zitto.

«Tipo che se un uomo grosso il doppio di te ti chiede di parlare, dovresti semplicemente annuire e accennare un sorriso»

«Oh, capisco... terrò conto dei suoi suggerimenti, ma sa ora dovrei veramente correre se no-» faccio per alzarmi ma il suo sguardo da cane selvaggio pronto ad attaccare mi pietrifica, obbligandomi a stare al mio posto.

«Andiamo al punto che di stare a parlare con te non ne ho proprio voglia, non so ma mi ricordi tanto un compagno che avevo alle medie.... io odiavo quel ragazzino» dice a denti stretti, chissà a che sta pensando.

magari è l'occasione giusta per scappare.

«Ma tornando a noi, secondo gli standard della squadra di lacrosse non saresti utile neanche come raccattapalle. Ma il consiglio studentesco mi sta con il fiato sul collo e vogliono che tu ne faccia parte a tutti i costi, sai... per farti uscire con tutti i crediti necessari e bla bla bla. Ovviamente ho provato a fargli capire che un ragazzo che non sa coordinare braccia e gambe non farebbe altro che mandare nel cesso tutti i miei sacrifici per mettere su un gruppo di ragazzi più o meno capaci»

𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐝𝐮𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧, 𝐨𝐧𝐥𝐲 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐫𝐮𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora