Capitolo 1

3K 92 19
                                    

'Quando il sangue delle
tue vene ritornera' al mare,
la polvere delle tue ossa
ritornerà alla terra,
forse ricorderai che questa
terra non appartiene a te,
ma che tu appartieni
a questa terra.'

'Grazie Alessia,bella poesia...
Molto...profonda,direi'
Disse la professoressa Catalano con uno dei suoi falsi sorrisi,come al solito.

Era una delle mie poesie preferite,e quando lei aveva chiesto di leggerne una,scelsi subito questa.

'Spagnolo?'
'Si?'
'Quello che vedo sul tuo braccio,è un nuovo tatuaggio?'
'Si prof.'dissi alzando il braccio per mostrarglielo meglio.
'Sai che non capisco il giapponese tesoro,che significa?'
(私を愛する)
'Significa amami,prof'
'Che scelta originale,Spagnolo.'
'Gia',originale.'dissi tornando a scarabocchiare sul mio quaderno.

Suono' la campanella e usci fuori a fumare,il primo giorno era stato noioso,la mia compagna di banco era assente e mi ero messa vicino ad Emanuele,un morto di figa che rompeva le scatole.
Presi le mie amate Rothmans e ne portai una alle labbra,presi l'accendino in tasca,l'accesi e iniziai a fumare.

Mancava solo un ora alla fine della giornata scolastica,e poi sarei potuta tornare a casa.Odiavo davvero tanto la scuola,tutte le lezioni inutili e noiose che non mi sarebbero servite a niente,io avevo già un lavoro e stavo bene cosi'.

'Scusa,hai da accendere?'
Disse una voce dietro di me.
'Certo.'
Mi girai porgendole l'accendino ed il mio cuore andò a puttane,e feci cadere l'accendino.
Feci per scendere dal muretto su cui ero seduta per prenderlo,ma lei lo prese prima di me.
'Mi scusi.'dissi arrossendo.
'Non preoccuparti.'disse accendendo la sua sigaretta.
'Sai che non dovresti fumare a scuola?'disse aspirando il fumo per poi buttarlo via.
'Certo che lo so,se vuole punirmi faccia pure.Ci sono abituata.'
Dissi aspirando il fumo e poi buttandolo via facendo dei piccoli cerchi.
'Mmh,ci sei abituata eh?'
Disse continuando a fumare.
'E' quello che ho detto.'dissi spegnendo la sigaretta e buttandola nella spazzatura accanto al muretto.
'Ora se non le dispiace,doverei andarmene.'dissi scendendo dal muretto.
'Sai chi sono?'
'Certo,tutti lo sanno.'
'Potrei punirti.'
'Gliel'ho già detto,faccia pure.'
Feci per andarmene ma mi blocco' il polso con la sua mano fredda.
Arrossii.
'Mmh vedremo.'
Suono' la campanella.
'A presto,ragazzina.'disse lasciandomi il polso e buttando la sigaretta a terra,per poi spegnerla con la scarpa.
Dio quanto era bella.
'A presto.'dissi superandola e tornandomene in classe.

Non le avevo mai parlato prima.
Era stato davvero strano.
Se solo avesse saputo chi ero.
Ero davvero popolare a scuola,sia tra studenti che tra professori,per il mio modo di rispondere alla professoressa Catalano,la prof più temuta dell'istituo,nonché migliore amica della preside,Greta Pisano,la donna per cui avevo una cotta.

I miei pensieri furono interrotti dal rumore di una porta che sbatteva.
Era la nuova professoressa di Inglese.
Alzai gli occhi,di nuovo tutto a puttane...
Era lei...
I suoi lunghi capelli castani che prima erano raccolti in una splendida coda,in quel momento erano sciolti e le cadevano lungo le palle fino ad arrivare quasi al suo fondoschiena perfetto.
Appoggio' la borsa nera da lavoro sul tavolo e si levo' la giacca di pelle rossa,rimanendo con una splendida maglietta stretta nera con uno scollo non troppo volgare,ma che a me,mandava in palla il cervello.
Si sedette nella sedia dietro la cattedra,aprii il registro e comincio' a scrivere,molto probabilmente stava firmando la sua presenza.

'Salve a tutti ragazzi,credo che tutti sappiate chi sono...'
Non riuscì a terminare che Emanuele la interruppe.
'La nuova prof di Inglese?'
Si voltò immediatamente verso di lui,che si trovava all'ultima fila,della terza colonna,vicino alle finestre.
Prima guardò Emanuele con aria di sfida,poi si volto verso di me e rimase un po sorpresa nel vedermi li,nella sua classe,almeno credo.
'Voi due subito ai primi banchi.'
Disse indicando i due banchi vuoti in seconda fila,davanti alla sua cattedra.
Presi me mie cose mi alzai e mi misi nel banco che mi era stato detto,stessa cosa fece Emanuele.
'Che palle che sei.'dissi ad Emanuele aprendo il mio quaderno degli scarabocchi.

'Bene,stavo dicendo.
Io sono la professoressa Pisano,nonché vostra preside,ed ora anche professoressa di inglese di questa classe di ragazzini noiosi.'disse mordicchiando la matita guardandomi.
Dio quanto era sexy...
Accavallo' le gambe da sotto la cattedra e si schiarii la voce.
Fece l'appello ed arrivo al mio nome.
Lei odiava Alessia,ma credo che si stesse interssando alla ragazzina.
Si schiarii ancora la voce e pronunciò il mio nome,senza sapere che fosse il mio.
'Alessia Spagnolo.'
'Presente.'dissi guardandola dritta negli occhi.
Resto' sorpresa,molto sorpresa.
Si zittii per almeno 20 secondi e poi continuo' a fare l'appello.
Finii di fare l'appello.

'Bene presetatevi,
Nome,
Cognome,
Eta',
Materia preferita
E poesia o frase preferita.
Comincia tu,Spagnolo.'

Che palleee,
odiavo parlare di me.

'Mi Chiamo Alessia Spagnolo,ho diciannove anni,la mia materia preferita è l'intervallo...'
Rise e mi fece segno di continuare.

'Ci sono persone che sono legate da un elastico e non lo sanno.Ad un certo punto,prendono e partono,ognuna per la sua strada,ognuna per i fatti suoi,e l'elastico le lascia fare,le asseconda,al punto che di quell'elastico alla fine si ci dimentica.Poi pero' arriva il momento estremo,quello al limite dello strappo,e
l'elastico reagisce,non si spezza,anzi,piuttosto,con un colpo solo,violentissimo,le fa ritrovare di nuovo faccia a faccia.'

'Questa è la mia citazione preferita,sai?'
'Bello'
Tornai a scarabocchiare ma mi chiamo' dinuovo.
'Alessia?'
'Si?'
'Quanti tatuaggi hai?'
'Un paio.'
'Potresti dire alla classe cosa significa quella scritta?'
'Uff,Allora...
È una scritta in giapponese,significa 'Amami' '

...

La lezione passò velocemente,faceva domande ai miei compagni ma non la smetteva di guardarmi,cercava di scrutarmi,di guardarmi dentro.

Suono' la campanella ci salutò ed i miei compagni uscirono dall'aula.
Raccolsi le mie cose,le misi nel mio zaino,lo misi in spalla,e mi diressi verso la porta.
'Ciao,ragazzina.'
'A presto professoressa.'dissi uscendo.
Andai verso il parcheggio.
Presi le chiavi della mia smart nera con gli interni rossi dalla tasca ed aprii la portiera.
Entrai in macchina e buttai lo zaino sul sedile del passeggero,presi il telefono dalla tasca e lo poggiai sul sedile tra le mie gambe come mio solito fare.
Aprii lo zaino e presi le mie Rothmans,me ne restavano solo tre cavolo!
Cosi decisi di passare dal tabacchino per comprare me sigarette.
Accesi la sigaretta buttai l'accedino ed il pacchetto nel porta bibite e partii.
C'era confusione.
Che palleee.
Mi misi in ad aspettare la fila e la vidi passare,era a piedi.
Che faccio?
Suonai il clacson della macchina lei si volto',si avvicino'.
'Ha bisogno di un passaggio prof?'dissi buttando la sigaretta dal finestrino.
'Abito qui vicino,ma accetto volentieri,Alessia.'disse entrando in macchina.
Lanciai lo zaino nel cofano e aspettai che lei avesse chiuso lo sportello per avanzare nella confusione.
Presi dinuovo il pacchetto,ed estrassi un altra sigaretta e la portai alle mie labbra.
'La vuole?'dissi porgendole il pacchetto con l'ultima sigaretta.
'Si,grazie,ho appena finito le mie.'disse prendendola.
Accesi la mia e poi le passai l'accendino,le nostre mani si sfiorarono ed io arrosii.
Mi sistemai gli occhiali da vista e presi io la parola.
'Le hanno raccontato molte cose su di me,giusto?'dissi aspirando il fumo per poi buttarlo via.

_________
Questo era il primo capitolo!
Spero vi sia piaciuto!
Alla prossima!
~Bønes

Bad ThingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora