Mi sedetti sulla panchina nel centro del parco,sussultai a quanto gelida era, ma dove avevo la testa,eravamo in pieno ottobre, era ovvio che lo fosse. Provavo un senso di pace e tranquilità, standomene seduto su quella panchina, guardando le persone camminare,correre,parlare, respiravo profondamente, l'odore delle foglie secche penetrava nei miei polmoni,era tutto così calmo, nessuna macchina, solamente essere viventi che si godevano l'autunno. Non so bene come mai le persone preferiscano l'estate, non è forse meglio starsene qua ad assaporare il gusto dell'autunno,il vento gelido che soffiando ti scompiglia i capelli, la pelle e le labbra diventano secche,così come le mani. Sorridendo tirai fuori un tubetto di crema, la spalmai e poi sentii il suo profumo,mandorle. Avevo un brutto vizio,se così possiamo chiamarlo, sentire l'odore delle cose, lo adoravo, i miei preferiti erano gli ammorbidenti,le creme per mani, i profumi per ambienti e l'autunno. Toccai con la mano la gelida panchina, chiusi gli occhi e la accarezzai lentamente, adoravo sentire le decorazioni intagliate nel ferro,erano così piacevoli. Riaprii gli occhi e inghiotii la saliva che avevo in bocca, di nuovo quel ragazzo che mi fissa. Oramai era una settimana che si ripeteva, si metteva lì,vicino ad un albero a fissarmi senza sbattere ciglio, il mio cuore ogni volta batteva all'impazzata, nei notiziari si continua a sentire nient'altro che omicidi, ho cercato, per i primi giorni, di pensare con forza che stesse aspettando qualcuno o che stesse ammirando il paesaggio, ma la realtà della cronaca nera stava facendosi sempre più strada nella mia già terrorizzata mente. Però non se ne andava come al solito, sapevo che qualunque cosa io potessi fare, quel ragazzo avrebbe reagito di conseguenza. Così feci finta di leggere il libro, le mie mani tremavano sulla ruvida carta, sentivo chiaramente il mio cuore urlarmi di scappare, l'adrenalina era al massimo,ma la ragione mi diceva di restare, di stare calmo che prima o poi sarebbe andato via,come ogni giorno. Stranutii. Il misterioso ragazzo spalancò gli occhi e si avvicinò lentamente, io continuavo a leggere il libro,con le mani che non solo tremavano,ma erano completamente sudate dalla paura,dentro di me pregavo che se ne andasse via.
"Salute!"
Alzai lo sguardo,lentamente, ogni secondo sembrava un'ora, pesante come quelle nebbie d'autunno, di prima mattina. Lo vidi a pochi centrimetri da me,in piedi e sorridente. Rimasi in silenzio ad osservarlo, gli occhi socchiusi dal sorriso,marroni, un naso piccolo tendente all'insù,lentiggini che gli coprivano tutto il viso,concentrate sulle guance e su quell' esile nasetto rivolto all'insù, una faccia ancora da bambino,molto giovane. Aveva questo cappotto lungo che lo faceva sembrare ridicolo, i calzini tirati sù fino alle ginocchia si notavano pefettamente sotto i stretti pantaloni, la sciarpa rotta,un solo guanto.
"G-grazie" Gli risposi semplicemente. Accennai ad un sorriso un po' malmesso, la sua testolina si girò su un lato
"Prego!" Continuò a sorridere. "Scusi signore ha 2 penny?"
Ecco per l'appunto. "Ehm no,mi dispiace."
Sorrise di nuovo "Ok non fa niente, posso sedermi con lei?"
"Beh io adesso devo andare e..." non mi piaceva affatto la situazione,stranuttii di nuovo,questa volta in faccia al ragazzino. "Oddio,mi dispiace scusa,non ho fatto in tempo a girarmi,tieni" Gli porsi un fazzoletto,lui lo prese "Salute!"
"G-grazie" balbettai. "Ti offro un thè,vieni" Mi sorpresi dalle mie stesse parole,però penso che fosse il minimo,dopo che gli avevo stranutito in faccia,lui sorrise nuovamente "Grazie!".
Percorremmo la strada che portava a casa mia,poi ad un tratto mi fermai,ma che stavo facendo? Non posso fargli vedere dove abito,potrebbe benissimo uccidermi o cosa,lo guardai camminare al mio fianco,le mani nelle tasche, guardava avanti scalciando le foglie con i piedi. "Senti ragazzino, dobbiamo tornare indietro" Il suo sorriso svanì "E il thè?" Dannazzione anche a me "Beh,c'è un bar qua vicino se ti va", lui si limitò ad annuire.
"Eccoci qua,prego" Gli aprii la porta,lui entrò timidamente, mi guardò con aria spaesata e infine ,quando notò che tutte le persone lo fissavano,bisbigliando cattiverie, abbassò lo sguardo per terra. Il cameriere arrivò, e con aria severa lo scrutò da cima a fondo "Fuori, cragnoso!" deglutii.
"No,no,l-lui è con me." Adesso gli sguardi erano tutti rivolti su di me "Conosce questo bambino?" Santo cielo che vergogna "N-no, volevo solamente offrirgli un thè, visto che sono in debito con lui" il cameriere mi guardò severamente "Buon Dio mio caro signore, quale favore potrebbe mai avergli fatto questo sgorbio?" Io deglutii ancora, non potevo dire che per sbaglio gli avevo stranutito adosso,così mi inventai qualcosa su due piedi "Beh era così gentile da offrirmi un fazzoletto visto che sono raffreddato che mi sebrava d'obbligo offrirgli un buon thè" Il cameriere annuì "Lei si che è un buon uomo, mi dica lei cosa desidera?" Ci pensai un attimo,intanto gli sguardi si dileguarono per fortuna,ognugno tornò a farsi i fatti propri " Un capuccino per favore".
Ci sedemmo in un tavolo,vicino alla vetrina "Scusa ancora per l'inconveniente" lui alzò lo sguardò e mi sorrise "Quale?" Ero senza parole "B-beh del fatto che" mi guardai in giro e mi avvicinai al ragazzino,sussurandogli nell'orecchio "Per il fatto che ti ho stranutito addosso" lui si allontonò e mi sorrise "Non fa niente", sorrisi anche io.
Il cameriere arrivò finalmente con il thè e il mio capuccino, mi consegnò il conto,e pagai.
Il ragazzino stava bevendo il suo thè con voracità, scossi la testa e iniziai a sorseggiare il mio capuccino.
Tornammo al parco,lui era seduto vicino a me, i piedi penzolavano per aria,ed è lì che notai le scarpe rotte, le fissai per un po' "Le piacciono le mie scarpe signore?" mi interrogò, io annuii lentamente con un mezzo sorriso, come potevo dire che erano mezze rotte senza offenderlo?
"Raymond,puoi chiamarmi Raymond" il ragazzino sorrise "Okay Raymond signore, mi puoi chiamare Victor" sorrise,porgendomi la mano,gliela strinsi. Piccola,gelida,sporca manina.
"Quanti anni hai Raymond signore?" cavolo sembro così vecchio?
"Hey Raymond va bene,togli pure signore"
lui sorrise compiaciuto "Okay Raymond togli pure il signore"
"Molto diverte Victor" lui rise come non mai.
"Ritornando al discorso iniziale Victor, io ho 20 anni" lui mi guardò con ammirazione
"Wow, io ne ho...indovina" non avevo la minima volgia di stare a giocare ma dopotutto me la sono cercata "Vediamo... 12?"
Victor scosse la testa "Di più"
tentai di nuovo "16"
Rise," No,non sono così vecchio"
"Ok,allora 15" scosse di nuovo la testa, "14" si fermò e iniziò a saltare sulle foglie,il tutto con un me sconvolto "Esatto Raymond,bravo".
Quella sera non riuscivo proprio a prendere sonno, continuavo a pensare a quel ragazzino, al modo in cui era vestito, alle sue mani sporche, vuoi vedere che viveva da solo? Nah,le autorità avrebbero sicuramente fatto qualcosa,dico bene?"
STAI LEGGENDO
The wind is flowing in an autumn morning
General Fictionsequel di "You're the best thing that happened in my whole life" Dopo la morte di Aki,gli anni passarono, Haru continuò la sua vita,per anni,anni e ancora anni,fichè l'inevitabile, il carro funebre lo trasportò fino al luogo in cui,avrebbe riposato...