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4:20AM

Le luci dei lampioni, filtravano nella stanza, illuminando il soffitto ormai scrostato. Mi giravo e rigiravo sotto le coperte, cercando di prendere sonno ma ci riunuciai, non dormivo da mesi. Da quando accade quel che accade. Alzai la schiena svogliatamente e mi appoggiai sullo schienale del letto. Il mio sguardo era ammaliato, dalla piccola finestra che portava al tetto. Amavo quella finestra, era il mio posto delle meraviglie da quando ci fu l'incidente. Passavo i miei pomeriggi lì, a osservare il mondo e le persone che ci abitavano. Ero in grado di capire una persona semplicemente guardandola, anche da lontano pur non conoscendola minimamente. Era come un piccolo superpotere che amavo di me. Osservavo senza farmi notare dalle altre persone. Forse ero brava o forse ero solo troppo insignificante. Mi risvegliai dai miei lunghi pensieri senza fine e aggrapai il telefono dal comodino, staccandolo dalla carica. Erano solo le 5:00 AM, avevo passato più di trenta minuti, vagando nei miei pensieri. Ormai era troppo tardi per dormire, anche se sapevo che non mi sarei mai più addormentata. Spostai il piomone rosa pallido che mi avvolgeva metà busto e miliardi di brividi, mi pervarsero. Anche essendo a metà settembre, il clima era abbastanza ventiliatò. Mi diressi verso la porta della mia camera che era collegata al corridoio. Le luci erano spente, sicuramente mio fratello e mio padre dormivano come ghiri. Scesi le scale a chiocciola cautamente, cercando di fare meno rumore possibile. Con mia sorpresa la luce che portava alla cucina era accesa, da dietro la porta vidi mio padre fissare un punto, con un liquido caldo fra le mani, seduto a capo tavola. Prima che lei morisse, non era mai stato presente, per colpa dei suoi viaggi di lavoro. Non potevo fargliene una colpa, faceva di tutto per farci vivere senza ostacoli. Anche se gli ostacoli c'erano e avevano portato via una parte di me. Decisi di uscire allo scoperto. Un odore di cioccolata calda mi invase le narici.

"Siediti lexa" mi disse con un sorriso triste, uno di quei sorrisi che faceva sempre dopo l'incidente.

Mi diressi verso il tavolo e mi sedetti alla sua destra.

"manca anche a me" mi rivelò

"Mi manca tutto di lei, il suo profumo, il modo in cui mi urlava contro, i suoi abbracci, i suoi consigli le sue punizioni. E' stata tutta  colpa mia, se quel cinque giugno non fosse venuta a prendermi e io non l' avessi chiamata, questo non sarebbe accaduto. Mi odio per questo è tutta colpa mia papà, tutta colpa mia" gli risposi

''Non dire baggianate Lexa, non eassolutamente colpa tua. Anche a me manca, ma sono sicuro  che lei non avrebbe voluto vederci così, sopratutto te. I ricordi passati e tutti i momenti belli, resteranno sempre nel nostro cuore, sempre dentro di noi perchè essi ci hanno segnato. Ora abbracciami" mi disse guardandomi.

Restammo abbracciati per vari minuti fin quando non ci staccammo.

"Domani sarà il tuo primo giorno, come ti senti??" disse cambiando argomento.

"ugh, ignorerò tutti come ho sempre fatto" gli risposi

"perché invece non provi a fare amicizia, vorrei tanto vederti uscire dal guscio, che ti sei creata. Prova a fare amicizia, vedi come va" mi disse sparendo per le scale, dopo avermi lasciato un bacio in fronte.

amici amici, ma quali amici. sono troppo strana per loro e loro sono troppo stupidi per me.

Decisi di andare sopra anch'io, mi diressi verso la mia camera e sbirciai sul cellullare l'ora. Erano le 5:44, mi diressi verso il letto e mi ci infilai dentro, riposando gli occhi, tanto sapevo che non avrei dormito. Così riposai gli occhi solamente, anche perché l'indomani mi sarebbe aspettato l'inferno.



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Come vi sembra? spero vi piaccia, commentate per farmi sapere.

GIURO CHE QUESTA LA CONTINUOOOO.

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