«MA SI PUÒ SAPERE CHE COSA TI É SALTATO IN MENTE?!» Un urlo disperato, quello di Suor Maria, riempì la stanza.
Jack le rivolse uno sguardo annoiato, mentre restava scomodamente steso sul suo letto, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Non mi piaceva.» Scandì Lily piano, smettendo di pettinare i capelli scuri-ormai lisci e setosi- di Susan, che per lo spavento di quel grido, era letteralmente saltata in braccio alla maggiore, fra le ragazze del gruppo.
«NON DEVE PIACERE A TE!» Esclamò la donna, furiosa.
«Infatti, peccato che neanche a lui, Lily piaceva veramente.» Borbottò freddamente una ragazza bionda, nascosta nell'angolo più buio e gelido della stanza, senza rivolgerle il minimo rispetto. «Difatti, quando gli ha detto che i suoi occhi erano di quel colore tanto scuro, per via di una maledizione finita male se l'é data a gambe.» Ridacchiò, ed il resto del gruppo là imitò, ma nessuna di quelle risate sembravano felici.
«Primrose, non é una questione che ti riguarda!» Rispose acida, fissandola torva. Elizabeth, di scatto, si avvicinò alla sorella, come per proteggerla.
La bambina sollevò pigramente il viso, osservandola arrogantemente, ma fortunatamente, era fuori dal suo campo visivo.
«E pensare che avresti potuto avere una casa migliore di questa!» La spronò, con voce improvvisamente dolce. Era risaputo che quella suora, aveva un particolare debole per Lily, perché fra tutti, era la più tranquilla ed educata nonché responsabile e timida.
«Una casa vera, non una catapecchia umida nella periferia di Londra!» Continuò stucchevole, Jack finse di vomitare e Susan rise.«Voi, smettetela.» Riprese con voce aspra, poi, sospirò stanca. «Hai perso una grande opportunità, piccola mia. Pochi hanno il privilegio di avere un pasto caldo, ai giorni d'oggi.» Le ricordò, con modi fin troppo materni. «Che Dio vi custodisca, piccole pesti. A letto senza cena, per oggi.» Sentenziò, punendo tutti.
«COSA? NO!» Protestarono in coro, addirittura, Primrose chiuse il suo libro di fiabe preferito preferendo di gran lunga partecipare alla conversazione.
«Invece sì. Niente cena. E non ammetto repliche.» Abbaiò severa, guardando ognuno di loro come sgradevoli scarafaggi. Ogni giorno, erano sempre più sorpresi di quanto lunatica fosse quella donna.
Nessuno di loro parlò, ma mantennero uno sguardo fra lo sconsolato ed il dispiaciuto, tentando di farle compassione, fin quando la grande porta di legno non si chiuse rumorosamente, portando con sé la loro unica fonte di salvezza.
Jack, frustato, si lasciò cadere di peso sul letto, che traballò appena.
Elisabeth, come Susan, aveva una gran fame, ma entrambe restarono in un assoluto silenzio per qualche secondo, di pessimo umore.
Lily sussurrò qualcosa che somigliò ad uno: "scusatemi".
Sembrava come se tutta la felicità fosse stata appena risucchiata via.
«Oh, non preoccupatevi. Non dormirete a stomaco vuoto.» Rivelò Primrose, che infastidì tutti con la sua voce squillante ed allegra, poco consona a quella situazione, alzandosi e scrollando la sua veste, sotto gli sguardi curiosi dei suoi compagni, si avvicinò al suo letto e, da dentro la federa del suo cuscino, estrasse una scatola di dolcetti assortiti.
«Cosa... Dove l'hai presa?» Chiesero contemporaneamente Lily e Jack, stupefatti, Jack in particolare non sembrava voler staccare gli occhi dal contenuto del cofanetto.
Soddisfatta dalla domanda e dall'aver catturato l'attenzione di tutti, Prim si curò premurosamente di far risaltare la quantità di cioccolata presente in quel contenitore, prima di rispondere con estrema calma: «L'ho rubata in centro, naturalmente.»«Esibizionista.» Commentò Susan, che non vedeva l'ora di divorarsi tutte quelle prelibatezze.
«Stronzate a parte, mangiamo!» Disse disperata Elisa, che non ci vedeva più dalla fame.«Va bene, va bene!» Esclamò imbronciata Prim, che avrebbe preferito di gran lunga raccontare di come era riuscita a rubare quei dolci da Faith&Candy, prima di mangiare alla faccia di Suor Maria.
Una volta aperta la scatola, decisero di spartirsi in egual modo il bottino, naturalmente, non prima di aver battibeccato.
(«Io ne prendo di più, insomma, li sto anche condividendo!» «Per me dovrebbe rimetterci Lily, é colpa sua se non possiamo cenare come si deve!» «Fottiti, Jack. "Cenare come si deve"? Se non ti vanno bene, posso mangiare io la tua parte!» «Elisa, giù le mani!» «Ragazzi... Non facciamo prima a dividerle?» «Ottima idea Susy!»)
Jack e Prim afferrarono contemporaneamente la barretta di cioccolato fondente: «La dividiamo solo se mi dai tre gommose.» Negoziò seria Prim. «Affare fatto.» Approvò lui, «Prima la cioccolata.» «Prima le caramelle!» Sibilarono, guardandosi in cagnesco per una manciata di secondi. «Insieme, al mio tre.»
«Vi lascio le caramelle, posso prendere il cioccolato al latte?» Chiese timidamente Susan.
«Certo Susy, possiamo doviderlo ed il resto delle caramelle le negozi con Elisabeth.» Rispose Lily, sorridendo.
«Etto te puo-ghi!» Borbottò Elisa, con la bocca piena di marshmellow.«Non ci divideranno mai.» Affermò sicura Susan, addentando l'ultimo pezzo di torroncino.
«Già.» Sussurrò Jack, sperando che nessuna lo sentisse.
«É una promessa.» Sottilineò Primrose, con il viso nell'incavo del collo di Elisa, sua sorella, in cerca di calore.
«Già... Una promessa.» Pensò Lily, fra sé e sé.Susan spense con un soffio tutte le candele, la stanza calò nel buio totale.
«Buonanotte.» Disse, prima di infilarsi sotto le coperte.
«Buonanotte.» Risposero gli altri, prima di crollare nel sonno più profondo.
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Cinque: il numero perfetto.
FantasyJack, Lily, Primrose, Susan ed Elisabeth sono orfani. Nessuno fra i 5 intende dividersi, difatti, fanno di tutto pur di non essere allontanati. E forse, il loro sogno potrebbe diventare realtà. ---Tratto dal libro--- «Ti prego, Prim, non lo fare.»...