CAPITOLO 40: COME DUE SORELLE

1.6K 150 22
                                    

La stanza del college appare eccessivamente grande, mentre sediamo tutti a terra ai piedi del letto. Ci scambiamo sguardi smarriti. Sembriamo tre piccoli animali in gabbia.

"Se avessimo bevuto anche solo un sorso di quel miscuglio saremmo morti" dice Ian. I suoi occhi sono fissi nel vuoto. Guardano senza guardare.

Ashley si è appena tolta l'abito da principessa, lo ha appeso accuratamente alla stampella ed ha messo una soffice mantella di raso. E' carina ed elegante anche in vestaglia da camera.

La mia mente è offuscata dalla formula chimica del cianuro, dalla voce incerta del ragazzino che ci ha messi in guardia, dalla paura. Non riesco a pensare a nient'altro. Solo a come sarebbe potuta andare.

"E' stato Tom" dico con fermezza. "Scommetto che è tornato dal suo viaggio" salto alla conclusione.

Ian mi studia attentamente, soppesando la mia affermazione. Poi batte una mano a terra, emettendo uno schiocco sordo. "Questa volta l'ha fatta davvero grossa, non può passarla liscia!"

Un brivido mi passa lungo la schiena, raggiunge la nuca, fino all'attaccatura dei capelli. Mi sfilo la fascetta con il fiocco e la lascio cadere sul pavimento.

Ashley scuote la testa, agitandosi. "Ragazzi, sono accuse pesanti. Non potete sapere con certezza che sia stato proprio Felton. Nessuno lo ha identificato!"

"E' vero" convengo, "ma Tom è l'unico ad avere un motivo valido, quel ragazzo vuole il pendolo e a quanto pare anche le nostre vite!" mi rivolgo alla mia compagna di stanza.

La mano di Ian avvolge il ciondolo, stringendolo dentro il palmo. "Non lo avrà!" grugnisce. "Non avrà questo orologio! Mi sono stufato di tutta questa storia. Ho bisogno di sapere cosa diavolo lo spinge a tanto. Andrò da lui e mi farò dare tutti i chiarimenti necessari. Gli farò vedere di che pasta sono fatto!" balza in piedi, dirigendosi verso la porta.

Il mio cuore si ferma per alcuni istanti, come congelato. Sento stalattiti e stalagmiti ricoprire interamente le pareti. Non posso permettere che Ian vada da solo alla ricerca del nostro probabile esecutore. Devo essere al suo fianco. Di colpo mi metto in piedi e lo raggiungo.

"Vengo con te" esclamo.

Ashley mi lancia un'occhiataccia, poi si getta di pancia sulla caviglia di Ian, frenandolo.

"Okay, Tom vuole il pendolo, forse è stato lui a svaligiare la stanza d'hotel per cercarlo, forse è stato lui a tentare di avvelenarvi, ma non avete prove per dimostrarlo. Cosa pensate di fare andando da lui? Picchiarlo? Minacciarlo? E' solo la vostra parola contro la sua. Le vostre accuse contro la sua difesa. Finirete nei guai!"

Ian arresta la sua corsa, le sue braccia si irrigidiscono.

"Il signor Felton è un pezzo grosso, non ci metterà niente ad accusarvi di calunnia e farvi rinchiudere. Vi prego non andate!"

In un lampo le iridi di Ian si spostano sulle mie, provocandomi un vero e proprio tornado interiore.

"Ashley ha ragione, è troppo pericoloso. Resta qui, andrò da solo" dice dopo alcuni secondi di raccoglimento.

Cerco la sua mano e mantengo lo sguardo sul suo. Mi sforzo di conservare la giusta concentrazione, senza lasciarmi andare a tutte le sensazioni che mi attraversano il corpo. Ignoro lo stomaco che si stringe, il cuore che batte all'impazzata e un rivolo di sudore che si è appena depositato alla base del collo.

"Ian, noi siamo legati" gli ricordo. "Se Tom farà del male a te, lo farà anche a me"

Lui mantiene la calma, cercando chissà cosa all'interno dei miei occhi. Poi, dopo alcuni istanti, il suo volto si trasforma, gli compiano piccole rughe sulla fronte e un'ombra scura negli occhi.

ENDLESS - Anime Rosse || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora