Porca puttana.
Perchè non si accende sta sigaretta di merda?
Continuo a riprovare e riprovare, e dopo altri cinque tentativi finalmente si accende. Sospiro di sollievo e mi appoggio al muro posto fuori, in parte al cancello enorme e nero della mia nuova scuola. O meglio dire, collegio. Passerò qua, in questo posto di merda,
i prossimi tre anni della mia vita.
Che schifo.
Porto la sigaretta alle labbra e mi metto le cuffie.
Osservo il fumo fuoriuscire dalla mia bocca e volare in alto, come se stesse cercando di raggiungere il cielo, ma neanche a metà strada si disperde nell'aria. Non c'è più traccia di quella nuvola di fumo, niente a parte l'odore.
Ho sempre sperato, che almeno per una volta, una mia nuvola di fumo raggiungesse il cielo.
Non so perché.
Butto fuori un altra nuvola di fumo, ma una risatina mi distrae. Mi giro verso dove ho sentito il suono e vedo qualcosa che non avrei voluto mai vedere.
Un uomo sulla trentina tutto sorridente, porta in braccio una bambina di circa 7 anni mentre tiene per mano una giovane donna che avrà più o meno la sua età e molto probabilmente è la moglie.
L'uomo ogni volta che posa lo sguardo sulle due donne, il suo sorriso si allarga ancora di più. E automaticamente la bambina ride, contagiando la mamma che gli schiocca un bacio sulla guancia.
Sembrano cosi felici. Anzi, lo sono.
Li invidio. Invidio con tutta me stessa quella bambina.
Anch'io meritavo tutto questo.
Anch'io meritavo di essere felice, di ridere cosi spensierata e avere due genitori che ti guardano come se fossi la cosa più bella che gli sia mai successa.
Anch'io lo meritavo, lo meritavo davvero.
Avevo e ho bisogno tutt'ora di loro.
Da quando non ci sono più, ho smesso di funzionare. Da quando non ci sono più, ho smesso di essere me stessa. Da quando non ci sono più, sono diventata quello che da bambina non speravo mai di essere. Da quando non ci sono più, io non ci sono più.
C'è solo il mio corpo, ma il resto, il mio cuore e le mie emozioni, sono andati via con loro.
Stavo cosi male che ho pregato dio.
Stavo cosi male che nemmeno il mio cuore, riusciva a trattenere quel dolore. Stavo cosi male che non riuscivo più a respirare.
Stavo morendo, morendo dentro.
Cosi presi una decisione.
Spensi le mie emozioni, i miei sentimenti. Presi il mio cuore ormai spezzato e lo buttai via, in un angolo dentro di me, sconosciuto pure a me.
Da quel giorno, non piansi più.
Da quel giorno, non sentì più il mio cuore battere e le mie emozioni sono sparite.
Adesso sono semplicemente come una bambola di cera, priva di emozioni. Con la differenza che sono costretta a vivere.
Vivo con la speranza di trovare la persona che uccise i miei genitori, e fargli passare le pene dell'Inferno. Ho ricordi confusionari di quel giorno, ero presente mentre venivano uccisi e l'unica cosa che mi ricordo è un paio di occhi color petrolio e sfumature rosso sangue. Dovrei essere spaventata, ma non lo sono. Questo è un bell' indizio, il giorno in cui vedrò una persona con quegli occhi da brividi, troverò l'assassino dei miei genitori.
Non vedo l'ora.
La sigaretta finisce e la lancio a terra calpestandola.
Guardo l'ora sul cellulare e vedo che sono le 09:30.
Sono in ritardo, precisamente di un'ora e mezza.
Mah. Nulla di ché.
Prendo le valigie che avevo appoggiato per terra, e incomincio a incamminarmi verso questo gigantesco collegio di merda.
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Ciao a tutti!!!
Come state? spero bene.
Ecco a voi la protagonista!
Cosa ne pensate?
Comunque questo è il primo capitolo, mi dispiace di non averlo fatto tanto lungo ma volevo farvi conoscere un pò il passato della protagonista.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Il prossimo capitolo sarà piu interessante, promesso.
Questo libro vi giuro che sarà diverso da tutti gli altri e ve ne accorgerete più in avanti.
Non lo farò una classica storia sui lupi mannari, sarà diverso.
Detto questo ciao, statemi bene.
Ci vediamo al prossimo capitolo!💕
