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"Vado o non vado in quella fabbrica? Questo è il problema..."

Ti stavi domandando ciò da due ore, senza avere una risposta.

Avevi paura di andarci, ma eri curiosa di tornarci è vedere com'era cambiata in tutti questi anni.

Qualcuno bussa alla porta della tua camera.

«Avanti!»

Colei che entra è tua madre.

«È pronta la cena, Ti ho chiamato non sai quante volte per farti scendere»

Ti dice lei.

Forse non l'hai sentita perché eri distratta, eri occupata a pensare.

«Scendo subito»

Tua madre chiude la porta e se ne va.

Nella tua camera fa freddo. Decidi di chiudere la finestra, è passata troppa aria oggi. Poi, sei sudata, con dell'aria fredda potresti prenderti un malanno.

Ti dirigi in bagno per lavarti le mani. Poi scendi in cucina, dove ti aspettano i tuoi genitori.

Finito di mangiare, vai di nuovo in bagno per farti la doccia.

L'acqua calda ti da molto piacere, È TI aiuta a pensare.

Dopo due minuti, esci dalla doccia, È decidi di ritornare in quella catapecchia piena di ricordi lontani. Ci andrai domani.

Vai in camera tua, prepari uno zainetto, non si sa mai se in quella fabbrica abbandonata ti servisse qualcosa. No?

Ti metti il pigiama è vai a letto.

La mattina seguente, ti vesti, ti metti lo zainetto in spalla è scendi giù.

Come al solito, c'è tuo padre seduto sul divano, intento a vedere il telegiornale, mentre ha in mano una tazza di caffè fumante.

E non si è accorto del tuo zaino -diverso dalle altre mattine- perché troppo occupato a vedere il TG.

Gli poni la stessa domanda del giorno precedente. Lui ti dice che deve ancora mettere il carburante alla macchina.

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Mentre cammini, noti due ragazzine che ti guardano storto, per poi sghignazzare e dire qualcosa di incomprensibile tra di loro.

Di sicuro stanno parlando male di te.

Abbassi la testa, triste.

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Dopo vari minuti di camminata, alzi lo sguardo vedendo la fabbrica.

Corri all'entrata, sei molto emozionata.

Aprì la porta, che fa un rumore insopportabile.

Appena entri, senti il cuore battenti a mille.

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Cammini da ormai molto tempo.

All'improvviso, d' Avanti a te, cade un asse di legno, È per poco non ti prendevi un infarto è bestemmiavi.

Continui a camminare, morendo una scritta in inchiostro.

"Dreams come true"

Ti ricorda, quando da bambina desideravo diventare una principessa della Disney.

Come quello di essere amata da qualcuno, di trovare il proprio Principe azzurro.

Poi, quando hai iniziato a crescere, hai capito che...

I sogni non si avverano.

Poco più in là, noti una stanza, con un'altra scritta in inchiostro, questa volta, molto più inquietante.

"WHOS LAUGHING NOW?"

Poi, hai avuto ancora più paura.

Boris, era disteso su una specie di tavola verticale, con il ventre aperto

Era molto più "umanizzato" da come te lo ricordavi.

Poi, senti dei passi provenienti dal corridoio.

Ti nascondi dietro una delle casse.

Entra, un ragazzo dai capelli corvini, le corna in testa, uno smoking nero petrolio con un papillon bianco come la sia carnagione. Bendy.

«Allora Boris, come stai oggi? Ah... già... Non puoi parlarmi.»

Disse lui guardando a terra.

Tu singhiozzi tra il pianto. Hai paura di fare la stessa fine di Boris.

Però, sono diversi. Sono umanizzati, non sono più degli "animali". Ti chiedi solo dove sia Alice Angel.

Piano piano, ti alzi per andartene, ma Bendy, si volta verso di te. Ha degli occhi rosso acceso.

«Tu. Chi sei? Come mai sei qui?»

«I-io? S-sono (T/n) Drew-»

Il demone, sentendo il cognome, rimase basito.

«Tu, sei la nipote... di Joey Drew»

«S-si»

Dici balbettando.

«Significa che... ora dovrai fare la sua stessa fine.»

Tu stavi tremando. Eri spaventata.

«COSA GLI HAI FATTO?!»

«Oh... l'ho solo ucciso»

Disse il demone avvicinandosi a te, con un sorriso inquietante, che mostrava i suoi denti appuntiti.

Tu indietreggi lentamente, tremando.

Ora sei fottuta.

Bendy And The Ink Machine ~Dreams... Come True?~ (Bendy x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora