Capitolo 1

38 6 0
                                    


Nell' oscurità di una notte di gennaio i signori Wilde stavano tornando a casa da una cena di lavoro percorrendo con la loro Lamborghini una delle strade meno popolate del quartiere, a senso unico. Fino a quando una macchina nera mimetizzata nel buio della sera sembrava stesse per investirli, ma ad un tratto si fermò di colpo.

I due coniugi, presi della paura, frenarono anch'essi e furiosi per l'accaduto si diressero verso la misteriosa macchina. Iniziarono ad urlargli contro insulti troppo scurrili per persone di un ceto alto come il loro e solo quando lo sportello della macchina venuta in contro senso si aprì, i signori Wilde cessarono di parlare. Da essa uscirono due uomini con una stazza che avrebbe fatto invidia ad un rinoceronte, tapparono la bocca ai coniugi e dando loro un anestetizzante li scaraventarono letteralmente nel retro della macchina.

I malcapitati si risvegliarono in una stanza buia e davanti a sé potevano vedere, per quanto la benda che avevano sugli occhi glielo avesse permesso, un ragazzo che avrebbe potuto avere intorno ai 16 anni.

La signora Wilde dopo minuti di silenzio riuscì ad udire un "Mi dispiace" appena sussurato, dopo di che ci furono due colpi di pistola e le urla dell'ormai defunto marito, dopo altri minuti che alla donna parvero interminabili nei quali ella aveva versato una miriade di lacrime sia per la paura che per la sorte che era toccata a suo marito e che presto sarebbe toccata anche a lei, e infatti così fu: il ragazzino di fronte a lei sussurrò un 'Io non volevo' con voce quasi rotta e da lì la donna vide solo buio. Il ragazzo, dopo aver compiuto quell'orribile gesto, si accasciò a terra per poi scoppiare in un pianto di sfogo.

**

Nel frattempo a casa Wilde erano tutti agitati per l'assenza dei padroni di casa. Il loro figlio primogenito Alex cercava di rintracciare i propri genitori telefonando a tutti i loro parenti e conoscenti, ma senza alcun risultato. In casa Wilde l'aria iniziava a farsi tesa. La loro seconda figlia invece, Gabriella, si era rinchiusa in camera cercando di sfuggire da tutto il caos che c'era fuori dalla porta della sua stanza. Lei, però, era comunque in un completo stato d'ansia, aveva il cuore che batteva fortissimo per la paura, le gambe che tremavano e gli occhi bagnati da infinite lacrime: lei già temeva il peggio. Suo padre faceva un lavoro che metteva a rischio lui e anche tutta la sua famiglia: il poliziotto. Lei ammirava suo padre, lo considerava un uomo coraggioso, un punto di riferimento. E se lui non ci fosse stato più lei e suo fratello che cosa avrebbero fatto? Troppe domande, troppa ansia, troppa paura così Gabriella chiuse le palpebre per un attimo e ciò che doveva essere un attimo si rivelò una notte intera. Dopo quasi mezz'ora Alex bussò alla porta della camera di sua sorella per avvisarla che non aveva ancora nessuna notizia dei loro genitori, ma non ricevette risposta così decise di entrare ugualmente e ciò che gli si presentò davanti era, secondo lui, una delle scene più tenere che avesse mai visto: sua sorella era accovacciata accanto al muro con gli occhi chiusi, il respiro pesante (segno che stava già dormendo profondamente) e qualche ciuffo di capelli ribelle che le ricopriva il volto. Alex la prese delicatamente in braccio, facendo attenzione a non svegliarla, la appoggiò sul letto, le rimboccò le coperte e dopo averle dato la buonanotte uscì dalla sua camera. La mattina dopo Gabriella si svegliò prima rispetto all'ora a cui era solita alzarsi. Scese in cucina per prepararsi la colazione, visto che di dormire proprio non le andava, e stranamente suo fratello era già in piedi seduto sul divano del salotto. Gli rivolse un veloce sguardo dopo di ché le augurò il buon giorno anche se entrambi sapevano che non sarebbe stato affatto una bella giornata quella che stava per venire. Il fratello stranamente non fece domande alla sorella sul perché fosse già sveglia a quell'ora del mattino poiché immaginava che anche lei non riuscisse a dormire bene per via dell'ansia che avevano addosso, proprio com'era successo a lui. Mentre Gabriella preparava la sua colazione Alex la raggiunse in cucina e si sedette accanto a lei con l'intento di iniziare una conversazione con Gabriella. "Come stai?" le chiese con aria visibilmente preoccupata "Insomma" gli rispose sua sorella con freddezza, non aveva voglia di parlare in quel momento, ma nonostante ciò Alex insistette "Hai paura?" le chiese,infatti, poco dopo "No" replicò Gabriella con forse troppa durezza e acidità nella voce ,tanto che Alex decise di troncare lì quella conversazione imbarazzante. Ci furono dei minuti di silenzio che furono interrotto dalla suoneria del cellulare di Alex che con uno scatto fulmineo prese il telefono e rispose: erano i colleghi del padre nonché coloro che si stavano occupando di ritrovare i loro genitori che li avvisavano che i loro genitori erano deceduti probabilmente per omicidio e consigliavano loro di trasferirsi perché correvano il rischio di fare la stessa fine dei loro genitori. Ad Alex cadde il telefono per lo shock e raccontò tutto alla sorella che scoppiò a piangere di nuovo e corse in camera dove chiamò il suo amato fidanzato: Dylan...

Dopo tre squilli rispose

"Pronto" disse lei

"Pronto" le rispose con voce fredda e distaccata

"Ti prego vieni qui" fece lei

"Io non sto ai comodi tuoi!!! Chi ti credi di essere? Io non ti sopporto e per la cronaca non ti ho mai amato e mai potrei amare una persona schifosa come te: l'ho fatto solo per soldi e adesso che te l'ho detto...ADDIO" disse con voce tremante, sembrava che avesse pianto.

La ragazza stufa di tutto andò giù dal fratello che la consolò e dopo mezz'ora trovò la forza di spiegare tutto e dire:

"Alex io mi voglio trasferire voglio dimenticarmi tutto e tutti qui...ti prego"

Alex fece un respiro profondo e disse

"Va bene, per te questo ed altro piccola mia"

Quella mattina stessa Alex cercò dei biglietti aerei per partire il giorno seguente e come meta scelsero Miami.

Da questa città tutto sarebbe ricominciato, ma per loro sarebbe stato difficile lasciare indietro il passato.


My Guardian DevilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora