Social Media

84 9 8
                                    

Traccia numero uno: Social media.

Social media, tanto belli quanto letali.
I social media si sono infiltrati così tanto nelle nostre vite che ormai il mondo è un social media.
Ci svegliamo su Instagram e ci addormentiamo su Facebook.
Non siamo più delle persone, siamo diventati solo degli iscritti, dei seguaci; e più ne hai e più sei qualcuno nella società.
Non importa quanto tu possa essere simpatico, quanto tu possa essere leale e profondo, se non hai tanti like, se non hai tanti seguaci, non sei nessuno.
È questa la cruda realtà.
I social media condizionano la nostra vita, condizionano ogni nostra decisione, ogni nostro atto.
"Se publicassi questa foto poi tutti verrebbero ad insultarmi, forse è meglio che me la tengo per me."

Sui social media ci crediamo tutti così forti, così giusti, così intoccabili.
Ci sentiamo tutti in dovere di giudicare, di commentare, di insultare.
Niente ci può toccare, ma ne siamo davvero così sicuri?
"Sei brutta", "sei grassa", "fai schifo", "ma ammazzati".
Se siete così sicuri che nulla può toccarvi, perché scrivete tutto ciò in anonimo?
L'anonimo. La vostra maschera, ciò che vi rende così potenti e così crudeli.
Vorrei tanto poter accendere il telefono e non ritrovarmi dozzine di insulti a darmi il buongiorno.
"Sei brutta", "sei grassa", "fai vomitare", "col suicidio faresti un favore a tutti".

"Col suicidio faresti un favore a tutti", forse hanno ragione, forse dovrei farlo.
Sono grassa, sono brutta, faccio schifo.
Perché continuare a vivere se la società non mi apprezza?
Perché continuate a lottare?
Sono così stanca di tutto ciò, di tutte queste ragazzine e ragazzini che si credono migliori di chiunque, che si credono perfetti.
Scommetto che la sera da soli, nel loro letto crollino pure loro.
Pensai mentre dalla scatolina nascosta in fondo all'armadio estrassi una lama per poi poggiarla sulla mia fragile pelle.
Vidi il sangue scorrere e grandi gocce schiantarsi contro il freddo pavimento della mia camera.
Sorrisi.
Quel giorno non mi andava di andare a scuola, in realtà erano due settimane che non ci andavo.
Due settimane che non mi muovevo di casa, sapevo che quelli anonimi avevano un volto; un nome e un cognome.
Non sapevo di chi potevo fidarmi, ed inoltre mi bastavano gli insulti sui social media, non volevo subirmi pure quelli a scuola.
Mia mamma ormai non sapeva che fare con me, non sapeva come comportarsi, così mi lasciava fare ciò che volevo.

Non ce la facevo più, sentivo la stessa aria opprimermi, era tutto così scuro, non riuscivo a trovare la luce che mi guidasse nei sotterranei e non potevo addentrarmi nell'ignoto, così decisi semplicemente di lasciarmi morire, giorno dopo giorno.
Non mangiavo perché ero grassa, dovevo dimagrire, solo così gli sarei piaciuta.
Ero brutta e di conseguenza mi vergognavo ad uscire di casa.
Ogni volta che mettevo piede fuori la porta di casa vedevo così tante belle ragazze, magre, truccate, perfette.
A volte mi chiedo se siano queste le cose fondamentali, e poi arrivò sempre alla solita risposta: .
È questo ciò che conta nella società, la bellezza ed un bel fisico, poi se sei una persona orribile dentro, se pensi a cose spregevoli, non importa a nessuno.

"L'importante è essere magra." mi ripetevo mentre vomitavo per l'ennesima volta il poco cibo che avevo ingoiato.
"L'importante è essere bella" mi ripetevo mentre mi misuravo la lunghezza del bacino.
"L'importante è essere magra" mi ripetevo mentre controllavo che ci fosse lo spazio in mezzo alla gambe nonostante fossero chiuse.
"L'importante è essere bella" mi ripetei mentre mi truccavo e diventavo una persona che non ero io.
"L'importante è essere magra" mi ripetei per l'ennesima volta mentre contavo una ad una le costole visibili.
"L'importante non è essere felice, l'importante è piacere alla società" mi ripetei sfiorando lentamente le cicatrici sul mio corpo.

Tutto ciò ha portato alla distruzione di me stessa, ma non era forse quello che volevano tutti quegli anonimi?
Distruggermi?
Sì, loro volevano distruggermi ed io gli ho solo facilitato il lavoro.
Ormai sapevo che da lì a poco tempo mi sarei spenta. Mi sarei spenta per sempre, ma mi andava bene.
Onestamente, non ne vedevo l'ora.
Ero così stanca di leggere i loro insulti, i loro commenti.
Ero così stanca di lottare contro me stessa e contro il mondo.
Presi tutti i miei antidepressivi e tutti i miei ansiolitici e me li misi in bocca, per poi ingoiarli con un po' d'acqua.
Non c'è più speranza in un mondo migliore, ed io non ho speranza di poter sopravvivere in un mondo crudele come questo.
Una lacrima solcò il mio volto a quel pensiero, di lì a poco avrei trovato la pace, forse.

la_nostra_amicizia_

Concorso di scrittura "Io creo".Where stories live. Discover now