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Zoro si svegliò dolorante. Si guardò intorno, ma niente gli sembrò familiare. Non c'era nessuno. Cos'era successo? Cercò di riportare a galla gli ultimi ricordi che aveva: era a Sabaody, era arrivato Orso Bartholomew ed era stato colpito proprio da lui. Poi niente, non si ricordava niente. Dov'erano i suoi compagni? Che posto era quello?

Si alzò a fatica e si incamminò, sperando di trovare qualcosa, qualunque cosa. Il paesaggio era veramente desolato: tutto era cupo e scuro.
Dopo tanto vagare, almeno per un uomo ferito, trovò finalmente un castello. Aveva le stesse caratteristiche del paesaggio che lo circondava e non era certo accogliente. Entrò in cerca di cibo e, magari, anche di garze o qualcosa di simile. Non era certo il suo forte trovare qualcosa, soprattutto in uno spazio così grande. Girò e rigirò a lungo prima di arrivare alla cucina. Dopo aver mangiato riuscì addirittura a trovare garze e medicamenti in una sorta di magazzino e lì affianco vide un barattolo di vernice verde. Così gli venne l'idea di segnare il percorso per arrivare al magazzino, alla cucina e a una camera, da scegliere possibilmente vicino alla cucina. Aiutato non si sa da quale divinità, riuscì nel suo intento e si mise a riposare nella sua nuova camera, tenendo con sé il secchio di vernice.

Ogni tanto andava in cucina alla ricerca di qualcosa da bere o da mangiare, ma, per lo più, dormiva e non sapeva neanche lui per quanto. Certo era preoccupato per i suoi compagni, ma in quello stato non era in grado di cercarli. La ricerca sarebbe stata più efficiente dopo essersi rimesso in sesto. Forse si sarebbe messo in cammino all'alba del giorno successivo.

Mihawk, tornato al suo castello, sentì subito dei rumori. "Che sia già tornata?", si chiese. Trovò, poi, degli strani segni di vernice e non si spiegava la loro utilità. Seguì i rumori e arrivò in cucina.

Zoro sentì arrivare qualcuno e alzò la testa dal frigo. Era lui. Era Dracul Mihawk. Non poteva certo affrontarlo in quelle condizioni. Il suo corpo era a pezzi e poi... che stupido! aveva lasciato le spade in camera.

"Roronoa Zoro? Sei venuto a sfidarmi? Di già?"
"No io... dove siamo? Ero a Sabaody e non ricordo come sono arrivato qui."
"Dove sono i tuoi compagni?"
"Non lo so. Mi ricordo solo che stavamo combattendo contro uno della Flotta dei Sette e sono stato colpito."
Mihawk riflettè per un momento poi spiegò a Zoro cosa poteva essere successo e il potere di Orso Bartholomew.
"Come posso ritrovarli?"
"Solo Bartholomew sa dove sono. A parte Cappello di Paglia. Era a Marineford fino a ieri."
"Cosa? Portami lì."
"Stai calmo, stai camo. Sai almeno che posto è Marineford?"
"No, ma voglio ritrovare il mio capitano."
"Non è più lì, ormai. Non sai proprio niente, vero? Allora, Cappello di Paglia ha cercato di far evadere Pugno di Fuoco da Impel Down, ma la Marina è riuscita comunque a portarlo a Marineford per farlo giustiziare. Lì Cappello di Paglia, gli evasi da Impel Down, Barbabianca e i suoi piarti hanno attaccato. Pugno di Fuoco è morto comunque e con lui suo padre Barbabianca. L'unico in grado di fermare la battaglia è stato Shank il Rosso, che con il suo arrivo ha pietrificato entrambi gli schieramenti. Cappello di Paglia era in fin di vita, ma è stato portato in salvo insieme a Jinbe dai pirati di Trafalgar Law."

A queste parole, pronunciate da Mihawk con freddezze e impassibilità, Zoro rimase sempre più pietrificato. Il suo capitano era in pericolo. Era con persone affidabili? Lui non sapeva niente di questi schieramenti, di chi fosse amico o nemico oltre la Marina.

"Dove sono ora?"
"Non ne ho idea"
"Devo tornare a Sabaody. Subito. Mi staranno aspettando."
E proprio in quel momento, come un colpo dal cielo, una fitta gli attraversò il petto, facendolo cadere sulle ginocchia in preda al dolore.
"Prima è meglio se ti curi e ti riposi."

Zoro si ritirò nella sua camera e passò il suo tempo a cambiarsi le garze e a risposarsi. Mihawk, intanto, lo ignorava, facendo quasi finta che non ci fosse. Gli concesse di nuovo la parola solo quando arrivò una notizia che poteva interessargli, così gli portò il giornale su cui compariva una foto del suo capitano. Zoro era sicuro fin da subito che ci fosse un messaggio per loro, i suoi compagni. Non poteva essersi dimenticato di cercarli. Guardò attentamente la foto mille volte e poi vide sul braccio quella scritta e gli fu chiaro ciò che doveva fare.
Mettendo da parte tutto il suo orgoglio, capendo che questa volta era veramenete necessario per aiutare il suo capitano, chiese subito a Mihawk di allenarlo e nel farlo si inginocchiò da tanto ne aveva bisogno.
Mihawk, colpito dal quel gesto, accettò. Non era da lui umiliarsi a tal punto, perciò doveva esserci una ragione più grande di lui. Gli disse che avrebbe cominciato dopo la guarigione. Così Zoro continuò a riposare.

Stava appunto riposando, quando fu svegliato da una voce irritante che attraversava il castello con le sue urla.
"Mihawk!!! Se quei babbuini di merda si mettono ancora sulla mia strada io li uccido tutti. Sono fastidiosi, puzzano e si credono pure degli spadaccini!!"
In risposta la voce pacata di Mihawk a malapena si sentiva.
"Odio quei babbuini." riprese la voce isterica "Sì, ho portato le scorte dei prossimi mesi e devo ancora scaricarne buona parte. Potresti anche darmi una mano!!!!"
Di nuovo si sentì un borbottio da parte di Mihawk, senza poterne distinguere le parole.
"Sei peggio dei babbuini!!"

Poco dopo Zoro si riaddormentò, dimenticandosi di quella voce o forse confondendola come frutto di un sogno. Non era certo la sua prima preoccupazione. E poi le sue spade erano sempre lì, pronte accanto al suo letto.

Ma non durò molto il suo sonno. E presto fu nuovamente svegliato.

Spazio autrice
Non è un gran chè questo capitolo e non ho voluto neanche dilungarmi molto su tutte le vicende che conoscete già dal manga/anime, ma mi serviva come introduzione.

Spadaccini [Zoro - One Piece]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora