Quo vadis baby?

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A chi cerca l'altrove

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A chi cerca l'altrove.

Kim Namjoon ha vent'anni o forse ne ha di più. Lo ha dimenticato perché gli hanno rubato i documenti in una notte di una calda domenica di Luglio e non ricorda nemmeno quand'è il giorno del suo compleanno. Namjoon vive in città ma vorrebbe vivere al mare. Namjoon vorrebbe essere un vagabondo, vorrebbe vivere sulla strada ma abita in un piccolo appartamento che ha riempito di cianfrusaglie che raccoglie durante le sue passeggiate, così, tanto per ricordarsi che ama la libertà, il non avere un letto, un bagno e un divano sul quale leggere un libro.

Namjoon ha letto On the road e Kerouac è il suo scrittore preferito. Lui deve andare, andare e andare finché non sarà arrivato. Dove deve arrivare non lo sa ma sa solo che deve andare avanti e camminare fin quando non si sentirà a casa. Namjoon che non sa che cos'è una casa, Namjoon che una famiglia non la vuole e Namjoon che è fuggito per andarsene a fanculo ma non è arrivato nemmeno abbastanza lontano per perdersi. Namjoon che di notte guarda la luna che è una palla e il cielo che è un biliardo e Namjoon che non sa ballare anche se sua sorella aveva tentato di insegnargli almeno il valzer. Namjoon che non gioca a carte perché pensa che sia da ricchi e lui odia i ricchi, odia i soldi, odia il capitalismo perché a scuola ha studiato che il capitalismo rovina il mondo. Namjoon che ha letto “Il Capitale” di Marx e Namjoon che la lotta del proletariato viene prima di tutto e che vorrebbe bruciare le banche per tenersi al caldo durante l'inverno.

Namjoon ama i treni perché i treni vanno ovunque e lui vuole andare altrove. Che poi dov'è l'altrove? Namjoon non lo sa ma vuole andarci a tutti i costi perché qualcuno in sogno gli ha detto che solo quando sarà andato altrove, troverà quel che cerca. Namjoon quello che cerca non lo sa e forse sta solo cercando quello che deve cercare. Forse, secondo Namjoon, la vita è una continua ricerca e lui si perderà cercando perché il suo senso dell'orientamento ha sempre fatto schifo.

E poi c'è l'amore che Namjoon non conosce. Non è una persona, non è il nome di un vento, non è una nazione e non è nemmeno un piatto tipico. Però vuole provarlo perché, cavolo, se tutti lo cercano allora quest'amore deve essere la moda del momento o degli ultimi duemila anni. Namjoon non lo sa cos'è e aspetta. Aspetta. Aspetta perché aspettare è quello che sa fare meglio e perché lui vuole andare avanti, vuole camminare per la sua strada e cercare l'altrove perché è sicuro che altrove, c'è anche l'amore. Namjoon che odia le donne perchè sua madre se ne è andata da casa. Namjoon che non vuole bene a nessuno, nemmeno a sé stesso. Namjoon che butta le foto e che non ha mai imparato a disegnare nemmeno da bambino. Namjoon la scuola non l'ha finita perché studiare non era da lui. Namjoon che ha conosciuto un ragazzo dagli occhi castani che assomigliava tanto all'amore. Namjoon che l'ha guardato e gli ha chiesto di camminare con lui, di andare avanti e avanti e avanti fino a quando non sarebbero arrivati. Namjoon che alzato la testa verso le stelle per non guardare sempre e solo lui, così bello e così strano e così diverso da chiunque avesse mai immaginato al suo fianco, per poi tornare a guardare il cielo nei suoi occhi così castani e così notturni che solo guardandoli vi avrebbe potuto leggere “L'inno alla notte” di Novalis. Namjoon che ha sorriso quando il ragazzo gli ha detto “sì, voglio camminare con te” e Namjoon che ha quasi pianto quando, dietro la testa del ragazzo, ha letto la scritta “Altrove” perché quel locale si chiamava, appunto, Altrove.

Min Yoongi ha ventiquattro anni e lo ricorda bene perché è vecchio dentro. Yoongi vive in campagna, a poca distanza dal mare ma vorrebbe vivere in città e lamentarsi del suo caos urbano per poi desiderare vivere altrove. Magari al mare. O in campagna. Yoongi passa le sue giornate a scrivere perché non sa parlare. Yoongi che vorrebbe scappare ma che la sua salute non lo fa andare via. Yoongi che si ammala sempre ma che non prende mai il raffreddore. Yoongi che teme di essere allergico alla vita ma che ci resta aggrappato perché non ha ancora imparato a memoria tutte le parole che vorrebbe. Yoongi che ama studiare e che trascorre i suoi giorni in biblioteca, ricurvo sui libri e che poi si lamenta della sua gobba. Yoongi che certi giorni vuole morire e Yoongi che certi giorni teme di essere pazzo. Yoongi che odia l'alcol ma che di notte beve whisky per dimenticare che non ha nulla da dimenticare. Yoongi che odia non avere un passato da raccontare e un futuro incerto, precario come la sua salute e i fogli del suo dizionario di greco che ha sfogliato troppe volte. E in fondo Yoongi è come un libro noioso che nessuno leggerebbe mai. Uno di quei libri lunghi, artificiosi che solo un pazzo amante di libri come Guerra e Pace Il Capitale potrebbe mai riuscire a leggere. Yoongi che con quei suoi occhi castani che se li portasse a spasso farebbe impazzire le ragazze. Ma Yoongi preferisce gli uomini perché se sua madre è isterica, allora devono esserlo tutte le femmine. Yoongi che ride di nascosto perché lui è conosciuto come quello che non ride mai. Yoongi che cerca, cerca e cerca ma non trova mai. Yoongi che ama il latino e aspetta la persona giusta per potergli chiedere “quo vadis baby?”. Yoongi che non ha un tipo ideale, che non sogna la persona perfetta perchè ha imparato che ci s'innamora sempre di chi avremmo escluso a priori. Yoongi che non mette piede fuori da casa sua da anni, perché ha paura degli spazi aperti e ha paura di essere guardato. Yoongi che spesso chiude gli occhi e immagina di essere un'altra persona, con meno problemi, meno ansia, meno angoscia, meno tristezza e meno Yoongi. Yoongi che a volte si domanda “ma chi è Yoongi?” e l'unica risposta che trova è che non trova una risposta. Yoongi che di domande non ne ha, perché ha già capito tutto e ha compreso che in questa vita si ottiene qualcosa solo quando si muore. Yoongi che però ha tante risposte per qualcuno che nemmeno conosce perché se non esiste la persona giusta per lui, allora è lui ad essere giusto per qualcuno. Yoongi che vorrebbe far sorridere ma che, anche se vuole, non riesce più nemmeno a piangere. Yoongi che ogni giorno perde qualcosa e che perde anche il cuore perché non sa a chi darlo. Yoongi che confonde gli alibi con le ragioni e che la santa voglia di vivere non ce l'ha perchè ha sbagliato tutto ma soprattutto ha sbagliato a nascere. Yoongi che se incontrasse qualcuno da amare gli direbbe “che tu sia per me il coltello” perchè da qualche parte ha letto che amare è come uccidere. Yoongi che vorrebbe giocare a calcio ma che non ha amici con cui farlo perché è sempre stato solo, strano e allontanato da tutti. Yoongi che vorrebbe camminare e camminare fino a quando non sarà arrivato altrove, ma che non ha nemmeno qualcuno con cui correre. Yoongi che non sa cosa voglia dire scoppiare a ridere ma che immagina come possa essere scoppiare di baci o baciare qualcuno fino a scoppiare o scoppiare per non aver baciato qualcuno fino a scoppiare. Yoongi che una notte è uscito da solo e si è fermato davanti a un locale che si chiamava Altrove e che dove andava se l'è chiesto da solo perché nessuno si preoccupa mai per lui. Yoongi che ha accettato di camminare insieme a Namjoon perché ha sentito che era giusto così.

Yoongi che ha iniziato a seguirlo e poi gli ha chiesto: «Quo vadis baby?»

E Namjoon che ha risposto: «Altrove.»

Quo Vadis Baby? +sugamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora