Non so cosa mettere

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L'ultima ora di lezione, di una giornata qualsiasi, in un liceo classico qualsiasi dove la professoressa Mancini spiega: «C'è chi ha un'anima gemella proprio accanto ma non lo sa, perché non la conosce. C'è chi non può stare insieme all'amato, perché il suo amore va contro ogni regola e ogni convenzione...» scruta lo sguardo di ciascuno di noi seduti lì davanti a lei ricercando un minimo di attenzione, ma con insuccesso «c'è anche chi, una volta raggiunta la felicità, viene travolto da un destino avverso.» sbatte fra di loro i due emisferi di libro aperto facendolo chiudere e sobbalzare la classe intera per lo spavento «E poi c'è chi vorrebbe confidare all'altro i propri sentimenti, ma non riesce mai a farlo nel momento opportu-» viene interrotta da una voce maschile dai banchi infondo alla stanza.
Ahimè chi è questo malcapitato che si è cacciato nella tana del lupo?
Nessuno prima d'ora ha mai dimostrato autolesionismo verso i propri voti di condotta interrompendo una spiegazione della professoressa Mancini.
«Sono oltre due ore che sta parlando di roba che a noi come ben vede, non frega un cazzo...» tutti si voltano a guardarlo, è quello nuovo che evidentemente non sa ancora in che guaio si è cacciato «potrei uscire dalla classe?» chiede con nonchalance mostrando disinvoltura verso l'espressione della donna dietro la cattedra che sembra esplodere da un momento all'altro. Le manca solo il fumo che le esce dalle orecchie come nei cartoni animati.
Mi vien da ridere, coraggioso il ragazzo della quale ancora nessuno sa il nome.
«Palmieri vada a farsi un viaggio verso la presidenza se proprio vuole uscire dalla classe» la donna incrociando le braccia al petto con aria di sfida.
Il ragazzo si alza ed esce dalla stanza sbattendo la porta alle sue spalle. Bel caratterino, ma anche...bel tipo! Ho notato che gli occhi delle ragazze erano puntati tutti su di lui. Sarà sicuramente l' "effetto occhi chiari".
«Avete visto che significa osare interrompermi?» la donna soddisfatta «Che non si ripeta più».

L'ora passa in fretta e al suono dell'ultima campanella si precipitano tutti, di corsa, nel cortile della scuola avviandosi chi verso la strada di casa e chi verso le corriere parcheggiate davanti al marciapiede della scuola.
Io scelgo di avviarmi a piedi verso casa oggi, ho bisogno di scaricare l'ansia di questo primo giorno di scuola che per fortuna non è stato poi così male.
«Becky aspettami!» Casandra, la mia amica da sempre correndo per raggiungermi e affiancandosi al mio passo svelto «Dove credevi di andare? Ti sei già dimenticata di me?» scherza ironica.
La verità è che avevo voglia di rimanere sola con me stessa, ne ho bisogno a volte. Ma questo non glielo dirò.
«Non ti ho vista uscire» mento.
«Hai visto gli occhi di quello quello nuovo?» Casandra mordendosi le labbra quasi euforica «Non facevano altro che fissarti, me ne sono accorta. L'ho osservato per tutto il giorno e non staccava un attimo gli occhi da te. Forse gli piaci».
Ma che idiozia è mai questa, una come me non può piacere ad uno come lui, Palmieri. Sarà sicuramente il classico dongiovanni.
«Mia nonna questa mattina voleva sapere se avresti cenato con noi» devio il discorso.
Fa spallucce «se non è un fastidio va bene, adoro la signora Carla» sorride evidenziando due fossette sulle sue guance.
Quando eravamo bambine, mia nonna veniva a prenderci dall'asilo per portarci al parco e dopo andavamo a comprare il gelato. Il mio gusto preferito è sempre stato la nocciola, perché mi ricorda la Nutella. Casandra prendeva il gelato alla fragola perché era rosa, ma con il passare degli anni si è resa conto che in realtà ha un gusto orribile.
Ad aprirci la porta è proprio nonna Carla con quel sorriso cucito perennemente sulle labbra carnose «avete fatto un po' tardi oggi bambine. Iniziavo a preoccuparmi».
Anche se ormai non siamo nell'età per essere considerate delle bambine, lei ci vedrà ancora come le bambine con il grembiulino rosa che eravamo.

«Becky devo dirti una cosa» la mia amica accostando le carote dell'insalata al bordo del piatto.
La guardo interrogativa invitandola a parlare ingoiando un sorso d'acqua.
«Questa sera ci sarà il party di fine estate da Kevin e mi piacerebbe andarci» abbassando gli occhi verdi.
Sanno tutti che non amo partecipare alle feste e preferirei rimanere a casa per guardare un film o leggere un libro; per un'amica farei di tutto, specialmente per Casandra ma so già che finirò per ubricarmi e poi Jordan, mio fratello più grande mi metterà in punizione per minimo fino ai miei diciotto anni.
«Non so cosa mettere» improvviso una scusa.
«Hai un guardaroba pieno zeppo di vestiti mia cara!» si porta le mani alla fronte.
«E va bene, mi hai convinta. A che ora è la festa?»
«Alle undici di questa sera passerà Kevin a prenderci e ha detto di essere pronte perché non ha voglia di aspettare».
Scoppiamo a ridere in unisono. I maschi...

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Se ci sono errori non esistate a segnalarli. Ho scritto veloce e non sono riuscita a ricontrollare.

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