1. Signorina Acidità.💫

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Fui svegliata dal terribile russare del mio cane che ronfava pancia all'aria di fianco al mio letto. Pensai subito ai miei programmi per la giornata e controllai la mia agenda lilla che tenevo sopra il comodino: 10:30 consegna fotografie ai signori Burker, 12:00 consegna album fotografico alla signora Linda, 14:00 set fotografico per i futuri signori Carter. Fantastico, avrei avuto un matrimonio nel giorno più freddo di tutto l'anno. Almeno avrei guadagnato qualcosina in più. Caffè mattutino con qualche biscotto al cioccolato inzuppato, doccia bollente per far crescere la temperatura gelata del mio corpo, il tempo di asciugarmi i capelli e fui già in ritardo. Ebbi il tempo di infilarmi dei vestiti caldi presi a occhi chiusi nell'armadio e gli anfibi, chiavi di casa, della macchina e uscendo dalla porta sbattei contro di essa. Giusto, portavo gli occhiali. Che incredibile scoperta. Tornai di corsa dentro e trovai quegli spessi occhialoni neri sul tavolo della cucina. Li presi e corsi fuori dalla porta, scendendo le scale nel modo più veloce possibile senza cadere, entrai in macchina e dopo venti minuti arrivai nel mio laboratorio fotografico. Ero abbastanza conosciuta in città, ma era la mia città a non essere conosciuta quindi nel mondo della fotografia non sarei diventata nessuno probabilmente.
I signori Burker erano già lì che mi aspettavano da non so quanto e mi sembravano abbastanza scocciati.
-Signorina Caldwell, ci permetta, ma dove si è cacciata? Siamo qui da manciate e manciate di minuti che la aspettiamo!-
-Emh sì scusatemi, ho avuto un'imprevisto cioè la macchina e la pioggia sono state.. cioè diciamo che sono andata..-
-Ci dia le foto della nostra bimba e poi la potremmo anche lasciar stare con i suoi imprevisti!- sbottò il signor Burker rosso in viso. Stava per uscirgli il fumo dalle orecchie.
-Immediatamente signori, scusatemi ancora.- porsi a loro il blocchetto di foto e allungandomi una banconota da 40$ se ne andarono sbattendo la porta e la campanellina legata a essa quasi si frantumò in mille pezzi.
Avrei avuto una buona ora per occuparmi dello sviluppo di qualche foto. D'altronde è sempre stato il mio piccolo sogno questo, vivere circondata dalle mie fotografie che mi rendevano allegra. Ogni polaroid (le mie preferite) mi ricordava qualche momento speciale che una volta impresso lì, su carta non sarebbe mai sparito e si sarebbe conservato intatto nel tempo, senza mai cambiare, senza mai subire variazioni. Sempre lo stesso ricordo, bello o brutto che sia. Alle 12:00 puntuali arrivò la signora Linda per le foto della sua laurea. Laureata a 57 anni, con due figlie e un marito. Chi l'avrebbe mai detto.
-Buongiorno bella ragazza! Le mie foto sono pronte?!- disse con aria spensierata e spumeggiante. Sembrava proprio una ragazzina imprigionata nel corpo di un'adulta.
-Certo signora, come le avevo promesso- le sorrisi.
-Oh cara, non chiamarmi signora e mi puoi dare del tu, non sono così tanto vecchia come credi!-
-È solamente per educazione, lo garantisco. Sembri proprio una giovincella.-
Le diedi le fotografie e mi domandò
-Ti va di passare a casa mia stasera? Avrei qualche vecchia cornice che potresti forse rivendere a qualcuno, un po' da mettere a posto e spruzzarci qualche colore sopra. Che ne dici?-
-Sarebbe grandioso ma dovrò andare ad un matrimonio stasera quindi..- mi interruppe prima che finissi la frase.
-Oh, congratulazioni! Chi è il fortunato?-
-Magari fosse il mio matrimonio! Sono ancora single, questo pomeriggio dovrò solo fare delle fotografie.- spiegai in modo divertito. Non avrei mica mai pensato di venire a lavoro il giorno del mio matrimonio poi!
-Non si può mai sapere! Fatti  bella, più bella di come lo sei ora e che ne sai che stasera non potrà esserci il tuo di matrimonio? Incontra un bel ragazzo, intelligente e gentile e sposalo, che aspetti! Così ho fatto con mio marito, è stato un vero e proprio colpo di fulmine!- risi di gusto e lei mi sembrò esserci rimasta male. Conoscere qualcuno e sposarselo in giornata? Pura follia!
-Quanto?-
-30$.- ci era rimasta proprio male. Lo avvertì perché sbuffava continuamente.
-Tenga, arrivederci.-
-Arrivederci, ci vediamo presto!- la salutai con la mano e lei mi lanciò un'occhiataccia.
-Nessuno ti ha insegnato a non dare del tu alle persone più grandi di te?- mi ripose con tono irritato.
-Ma aveva detto che..-
-Arrivederci.- rispose secca.
Rimasi di stucco. Ma che diavolo era appena successo! Che giornata, non imagino il matrimonio che sarà.
Tornai a casa per mettermi qualcosa di un po' più elegante, scelsi un lungo vestito che risaltava le mie curve, stavo aspettando l'occasione giusta per indossarlo. Mi misi un velo di trucco e pettinai i miei capelli dorati. Pochi minuti e fui subito pronta. Cappotto, sciarpa, guanti, la mia amata macchina fotografica e potevo uscire. Arrivai insolitamente puntuale all'hotel dove si sarebbe dovuto tenere il rinfresco del matrimonio. I signori Carter mi accolsero e mi mostrarono i luoghi dove avrei potuto fare i miei scatti. Scattai molteplici foto nel giardino con la piscina, sul tetto della struttura, sulla loro macchina e dopo trenta minuti circa mi chiesero di fare qualche foto agli invitati, al cibo, alla torta e ad i momenti più importanti.
Si congedarono e andai nella sala del ricevimento. Gli ospiti erano tutti arrivati e feci qualche scatto, pochi rispetto al solito a causa degli invitati poco amanti delle foto e di loro stessi nelle foto.
Mi sedetti e iniziai a giocherellare con il mio cellulare, mandare qualche messaggio tentando di conversare con qualcuno poiché mi stavo annoiando a morte.
Feci le foto a tutti i piatti che mi arrivavano e il cameriere che mi serviva era sempre lo stesso. Un po' troppo invadente quando mi chiedeva in continuazione se fossi voluta andare con lui un po' fuori in giardino per prenderci un drink. Ci provava con me spudoratamente ed è tutt'ora una cosa che non tollero.
Continuai ad utilizzare il cellulare fino a quando mi morì la batteria. Fui costretta a socializzare con le persone che avevo affianco e continuai con qualche scatto. I bambini lì presenti mi stavano facendo impazzire chiedendomi continuamente di fare loro mille foto!
-Bambini non posso più fare foto, si è rotta la macchinetta!- non sapevo più come levarmeli di torno. Riuscì a liberarmi alle 19 circa e mi incamminai verso la mia auto. Mi sedetti sul sedile e misi in moto. Nulla, il motore non partiva. Provai una seconda volta e l'esito fu di nuovo negativo. Tutto quello che poteva capitarmi era capitato quel giorno, ci mancava solo che lì fuori ci fosse il cameriere davanti a me! Pensai alle giuste parole per dileguarlo ma non mi lasciò nemmeno il tempo di formulare una frase:
-Problemi con la macchina?- mi sorrise. Irritante.
-Sì, sei per caso anche un meccanico?- risposi scocciata. Mi iniziava a infastidire sempre di più il fatto che prendesse la cosa come un gioco. Che me li ripagasse lui i danni della macchina!
-No ma se vuoi posso offrirti un passaggio, mio fratello sta venendo qui a prendermi. Chiama un carro attrezzi e fatti portare l'auto a casa.-
-Il mio cellulare è morto..- sospirai.
-Me ne occupo io. Accetta il passaggio.- si bloccò e mi sorrise -beh potresti anche darmi il tuo numero di cellulare così appena sei libera.. ah ecco mio fratello! Comunque piacere io sono Travor, Travor Chambers- mi strinse la mano e me la imprigionò nella sua forte stretta.
Per fortuna arrivò suo fratello a salvarmi da quella tortura.
-Beh cos'abbiamo qui? Una tua amica cameriera?- disse con aria spavalda il giovane che guidava l'auto. Ciuffo nero, occhi verdi, bocca rossastra e carnosa. Quello era il fratello di Travor? Erano completamente diversi, e i lineamenti di suo fratello erano di certo migliori dei suoi. Anzi, migliori è dir poco. Non perché Travor fosse così brutto, ma perché suo fratello era tremendamente bello, una bellezza che ti cattura, come si cattura con le fotografie.
-In verità no, è rimasta a piedi con l'auto.. è una fotografa che è venuta qui per..-
-Sisi quello che vuoi, non mi interessa.- se sei uno stronzo la bellezza per me scompare subito.
-Scusami? Tu hai appena chiesto chi fossi.- risposi innervosita.
-Dacci un taglio Bevis. Non sei divertente.-
-Che c'è fratellino, vuoi fare conquiste? Non mi pare la tipa adatta. Che caratterino.- e sbottò in una risata. Facevo di tutto pur di non rimanerne affascinata.
-Beh dove ti porto cameriera?- mi fece un occhiolino. Ma che idiota.
-Ho detto che non sono una cameriera. Cosa non capisci?!- dissi aspra.
-Uuh scusami signorina acidità!- alzò gli occhi verdi al cielo. Ebbi una strana sensazione.. quella non sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei visto. E avevo ragione..

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2017 ⏰

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