Frida

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Il surrealismo è la magica sorpresa di trovare un leone in quell’armadio in cui si voleva prendere una camicia.

Dottore, se mi lascia bere questa tequila, prometto che al mio funerale non tocco un goccio

Dipingo autoritratti perché sono la persona che conosco meglio

Non sono malata. Sono rotta. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere.

Rinchiudere la propria sofferenza significa rischiare che ti divori dall’interno

Ogni “tic-tac” è un secondo della vita che passa, fugge e non si ripete. E in essa c’è tanta intensità e interesse che il problema è solo saperla vivere

Dovevo avere sei anni, quando vissi intensamente un’immaginaria amicizia con una bambina della mia età più o meno. Sulla vetrata di quella che allora era la mia stanza, e che dava su Calle Allende, su uno dei primi vetri della finestra – ci alitavo sopra. E con un dito disegnavo una “porta”. Per questa “porta” uscivo nella mia immaginazione, con grande gioia e in fretta, attraverso tutto lo spazio che si vedeva, fino a raggiungere una latteria di nome “Pinzón”… Attraverso la “O” di Pinzón entravo e scendevo fuori dal tempo nelle viscere della terra, dove la mia “amica immaginaria” mi aspettava sempre.

Non sono malata. Sono in rovina. Ma sono felice fintanto che posso dipingere.

Sono molto preoccupata per la mia pittura. Soprattutto voglio trasformarla in qualcosa di utile per il movimento rivoluzionario comunista, dato che finora ho dipinto solo l’espressione onesta di me stessa, ben lontana dall’usare la mia pittura per servire il partito. Devo lottare con tutte le mie energie affinché quel poco di positivo che la salute mi consente di fare sia nella direzione di contribuire alla rivoluzione. La sola vera ragione per vivere.

Frida Kahlo

Le parole ascoltano, le orecchie parlano e la bocca... percepisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora