CAPITOLO 26

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Riccardo si trovò davanti ad una scena a dir poco apocalittica. C'erano polveroni ovunque per i corridoi. Corpi senza vita a terra qua e là, pareti e oggetti danneggiati. Ma di Will e gli altri, nessuna traccia. L'esercito di ribelli si divise tra i vari corridoi che percorrevano tutto quel labirinto fluttuante. Riccardo seguiva Bellkor impugnando il suo scettro.
-Veramente questo coso mi fa fare tutto ciò che desidero?- chiese Ricky mentre correvano.
-Certo! Prova!-
Il ragazzo desiderò di fare un salto, molto lungo, che gli permettesse di avanzare di qualche metro. In meno di un secondo, Riccardo si ritrovò spostato di alcuni metri, dopo aver compiuto un balzo impressionante.
-Wow!- esclamò.
Un gruppo di soldati si parò davanti a Riccardo.
-È ora che provi anche su di loro! Forza!- lo incitò Bellkor.
Ricky puntò lo scettro verso le guardie e all'improvviso dei fulmini si sprigionarono dalla testina sferica, elettrificandole.
Il ragazzo, che aveva chiuso gli occhi, li riaprì, ansimando.
-Ho davvero fatto questo?-
-E puoi fare anche di più.- disse Bellkor dandogli una forte pacca sulla spalla che lo fece barcollare.
-Bel colpo!- disse una voce familiare. William comparve nel corridoio e dopo di lui anche Dave, Laura, Zorad e Annalisa.
Dave corse in contro a Riccardo che lo strinse forte.
-Ciao piccolino, mi sei mancato sai?-
Poi si rivolse verso Laura.
-Anche tu mi sei mancata!- e corse ad abbracciare la ragazza che ricambiò trattenendo le lacrime sulle palpebre. Poi strinse la mano a Zorad. E poi toccò ad Annalisa. Lì si trovava davvero in imbarazzo.
-È davvero un piacere conoscerla, signora.- disse Ricky arrossendo da capo a piedi. -Io mi chiamo Riccardo e sono un compagno di suo figlio e...-
Lei lo abbracciò. -So che sei IL compagno di mio figlio. Grazie per essere qui.-
-Mamma!- esclamò Will sbarrando gli occhi. -Tu...tu lo sai?-
-Me l'ha detto la Regina...avrei tanto voluto saperlo da te. Ma non importa. Non pensarci ora, forza, vai a salutarlo.- disse Annalisa sorridendo. Poi guardò Riccardo sorridendo anche a lui.
Will corse veloce verso Riccardo, lo sollevò e lo fece girare.
-Ciao, mio cavaliere.- sussurrò guardandolo negli occhi.
Laura iniziò ad applaudire esaltata.
Zorad si coprì gli occhi.
Dei soldati arrivarono di corsa, attirati dal rumore.
-Ops.- disse Laura.
-Prendetevi tutti per mano!- ordinò Annalisa. Diventò invisibile e grazie a Dave piano piano lo diventarono tutti.
I soldati, convinti che tutti loro si fossero teletrasportati, andarono nuovamente alla ricerca. Così Bellkor si staccò dal gruppo e tornò visibile.
-Il mio aiuto non vi serve più. Vado dagli altri compagni che hanno bisogno di me.-
Fece un saluto militare e si dileguò di corsa.
-È il momento di stanare la Regina.- sussurrò Zorad.
-Se rimaniamo invisibili agiremo indisturbati.- disse Will. -Vero Laura? Tieni a freno quelle mani.-
-Scusate ancora.- fece lei.
Il gruppo si mosse per i corridoi cercando di evitare il più possibile le guardie.
-Secondo i miei calcoli, la stanza della Regina dovrebbe trovarsi esattamente al centro della base. Non siamo lontani, dobbiamo solo girare al prossimo corridoio a sinistra. Una delle porte dovrebbe essere la sua.-
Il gruppo arrivò davanti ad una porta nera, socchiusa, dove Zorad fece cenno a tutti di fermarsi.
-Come mai è socchiusa? Ci aspettava?- chiese Laura.
-Forse sa che stiamo avendo la meglio su di lei e vuole arrendersi.- rispose Zorad.
-Non mi sembra il tipo...- sussurrò Annalisa.
Zorad contò fino a tre e con un calcio sfondò la porta socchiusa. Entrarono all'interno della stanza e trovarono l'inaspettato.
La Regina era seduta su un letto sul lato opposto della camera, nella quale era assente ogni tipo di arredamento. C'erano solo un letto, un armadio e una piccola scrivania.
La Regina teneva tra le braccia un piccolo della loro razza, avrà avuto all'incirca sei anni. Anche già così piccolo assomigliava agli altri maschi, con capelli lunghi e pelle bianchissima. Aveva gli occhi chiusi.
La Regina sorrise vedendoli entrare.
-Sorpresi, vero?- disse lei. Poi mise una mano sul petto del ragazzino che teneva tra le braccia. Il corpo del piccolo si illuminò tutto di luce dorata e un ronzio assordante si diffuse nella stanza.
-Che cosa gli stai facendo?!- urlò Zorad.
-Ora è lui il Re. Buona fortuna. Non ucciderete mai un bambino. Agite troppo seguendo il cuore.-
La Regina continuó a sorridere e prese un pugnale da una tasca del suo abito.
-Fermati!- le urlò Zorad.
Lei sorrise ancora di più e si infilzò il pugnale nella gola, trapassandola da parte a parte. Del sangue viola schizzò sull'abito e sul letto. Poi si accasciò all'indietro, senza vita, lasciando cadere il ragazzino per terra.
Tutti loro all'interno della stanza rimasero senza parole. Annalisa abbracciava Dave per non fargli vedere quella scena. William, in cuor suo, desiderava anch'egli un abbraccio, dato che gli tremavano le gambe come due chihuahua infreddoliti. Laura aveva le mani davanti agli occhi. Solo Zorad rimase quasi impassibile.
Il ragazzino iniziò ad aprire gli occhi, sdraiato a terra. Vide la mamma stesa sul letto senza vita ed iniziò a chiamarla, urlando, fra le lacrime. Poi si girò ancora e notò il gruppo che lo fissava. Urlò ancora e si andò a nascondere sotto la piccola scrivania accanto al letto. Laura provò ad avvicinarsi, ma Zorad la bloccò con un braccio.
-Ci penso io.-
Lui si avvicinò con cautela al ragazzino spaventato. Si chinò davanti a lui e gli disse qualcosa nella loro lingua, che gli altri non compresero. Videro solo che il ragazzino uscì dal suo nascondiglio e prese la mano di Zorad, che gliela stava tendendo.
-Ora se vuoi puoi farlo.- disse Zorad rivolto a Laura. -Fagli sentire un po' di calore umano. È l'unica cosa che non potrebbe avere dalla nostra razza.-
Lei gli si avvicinò e lo strinse forte. Il piccolo prima rimase immobile, poi si lasciò andare. Laura sentì che diceva delle cose, ma non capiva.
-Dice che sei molto calda e soffice.- sussurrò Zorad. -Ti dovrò insegnare la nostra lingua, visto che dovremo crescerlo.-
-Dovremo cosa?- chiese lei sbigottita.
-Wow.- disse Will. -Credo che fare l'esame di maturità non ti serva più, ormai.-
-Zorad...io non so se sono pronta a fare questo passo. Voglio dire, sono giovane, ho ancora la mia vita da vivere. Ho i miei amici, la mia famiglia sulla terra.-
-Potrei fare io un passo, allora.- disse Zorad.
-In che senso?-
-Vivere io sulla Terra. Con te.-
-Lo...faresti davvero?-
-Certo.- e le prese la mano.
William prese la mano di Annalisa. Dave prese l'altra mano.
-Mi sei mancata molto, mamma.- disse il più grande.
-Sì, tanto tanto anche a me.- confermò il più piccolo.
Ad Annalisa scesero delle lacrime.
-Vostro padre sarebbe molto orgoglioso di voi...- e li abbracciò entrambi. Poi guardò Riccardo che era rimasto in disparte e gli fece cenno di unirsi a loro nell'abbraccio. La stanza dell'odio era diventata in poco tempo, la stanza dell'amore.

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