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caro luhan,

i miei «ti amo» per te erano sinceri, dannatamente sinceri. le uniche bugie che io ti abbia mai detto erano le cose che ti urlavo quando litigavamo, quando neanche riflettevo, non mi importava tenere a bada le parole che lasciavo uscire dalla mia bocca. erano i momenti più brutti quelli, volevamo sempre avere ragione sull'altro, volevamo sempre avere l'ultima parola. non era possibile.

alla fine tu capisti che era inutile continuare a fingere, che ti piacevo, che ti stavi innamorando di me. ci mettesti tanto per dirmelo e quasi stavi per scoppiare a piangere, eppure ricordo ancora il tuo sorriso quando ti dissi che io provavo lo stesso. eri così sorpreso.

quella sera decidemmo di mettere da parte la paura e confessare il nostro segreto, eravamo a cena con gli altri. ne facevamo tante di mangiate insieme quando non eravamo in tour, ricordi? alla fine lo dicemmo a tutti, furono così comprensivi e per poco tu non piansi di nuovo. ero felice di poter essere me stesso con tutti loro, eravate diventati la mia seconda famiglia.

quand'è che le cose hanno iniziato ad andare male? non è stato graduale, sono precipitate di colpo e non siamo più riusciti a ritornare come prima.

ricordo uno dei nostri primi litigi, eravamo entrambi stressati per la situazione. è sempre stato difficile dover fare la parte dei migliori amici, i nostri manager neanche sapevano della nostra relazione. quando lo scoprirono erano furiosi, ricordi? avevo voglia di prenderli a pugni, ti hanno fatto piangere troppe volte, e odio quando piangi.

mi dicesti di calmarmi e andammo via. non ci avevano vietato di stare insieme, solo non doveva essere troppo evidente. avevamo un contratto e dovevamo stare alle loro regole, non potevamo sbagliare.

litigammo perché tu non ce la facevi più, e nemmeno io. me la presi con te quando in realtà eri l'unico motivo per cui non ero ancora crollato. forse è per questo che ora che non ci sei sto così male, non credi?

ti amavo anche quando mi urlavi contro, quando non mi parlavi, quando dormivamo senza guardarci. ricordo che dopo quel litigio volevi dormire sul divano, eri proprio orgoglioso. lo sei ancora, non cambierai mai.

eppure alla fine finimmo nello stesso letto, il mattino seguente eri tra le mie braccia. mi guardasti e mi chiedesti scusa. prima con lo sguardo, poi sussurrandomelo, e io feci lo stesso. ero veramente pentito. perché non abbiamo rinunciato all'orgoglio anche l'ultima volta, luhan?

quel mattino pronunciasti le due parole che tanto volevo sentirti dire per la prima volta. «ti amo» mormorasti, quasi come avessi paura dei tuoi stessi sentimenti. non m'importa se ci hai messo tanto per dirmelo, se io lo facevo già da molto prima. ti amavo anch'io e te lo dissi, finalmente. alla fine quel litigio non era stata una cosa del tutto negativa, vero? ci ha portato a dirci cose belle dopo, come se quelle ore prima non fossimo stati furiosi.

poi ci ritrovammo a fare l'amore, quell'atto era come la promessa che non l'avremmo fatto più, non avremmo più litigato pesantemente. eppure non bastò ad evitarlo, l'avevo solo sperato.

fui costretto a dormire in camera con kyungsoo per qualche giorno, durante il tour. era difficile partecipare ai concerti e agli eventi con i fan, loro mi rendono felice ma senza di te non lo sono. non potrei mai esserlo.

lui mi disse che tu mi amavi, che nelle coppie ci sono sempre gli alti e bassi, che avremmo risolto, che sarebbe andato tutto bene. ci ho creduto, non avrei voluto fidarmi così tanto di te. non avrei voluto darti il mio cuore. è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto, ma se avessi saputo che sarebbe finita così non so se avrei accettato di amarti.

forse si, perché nonostante la sofferenza di momenti belli ne abbiamo passati tanti. anche stare sul palco insieme era bello, anche doverlo nascondere mi piaceva. era il nostro piccolo segreto, nessuno avrebbe dovuto saperlo. anche per te eravamo così sbagliati?

kyungsoo mi disse che dovevo farti vedere quanto ci tenevo, dovevo dimostrarti che avrei fatto di tutto per tenerti stretto a me, perché tu non mi lasciassi.

io ho sempre rinunciato all'orgoglio per te, non c'è stata una volta in cui non ti abbia chiesto scusa, magari non sempre era colpa mia. eppure mi scusavo lo stesso, non volevo perderti. se mi pento di essere stato troppo buono? no. ti amavo, ti amo e volevo darti il meglio di me, anche se avessi dovuto pagare con la mia felicità.

non mi dispiaceva stare male e soffrire, volevo solo veder sorridere te. volevo andare a dormire, guardarti e vederti sorridere, fiero di quello che eri. sorridevo anch'io nel vederti felice. non pensavo potesse essere vero, sono sempre stato una persona egoista, eppure con te ho messo da parte ogni cosa, ho fatto del mio meglio.

non è bastato, perché?

ora sei felice? non ne ho idea. anche se tu lo fossi io non lo sarei lo stesso, non senza di te. se voglio stare male voglio farlo con te, non da solo. è così triste essere soli, mi fa venire i brividi. perché non mi è concesso essere felice con te?

voglio solo che tutto torni come prima.

perché ti sto scrivendo, anche se non migliorerà le cose? perchè non riesco a farti uscire dalla mia testa? perché quando dopo proverò a rileggere tutto ciò mi verrà voglia di strapparlo e buttarlo via?

ma soprattutto, la cosa che mi chiedo sempre è, anche tu stai soffrendo così tanto? mi fa male il petto se ti penso, mi passa la voglia di fare tutto se penso al fatto che tu non ci sei più. mi viene da piangere quando ripenso a tutto quello che abbiamo passato, quello che saremmo potuti diventare. queste lettere sono piene di frasi incoerenti, di pensieri che non riesco ad elaborare in nessun altro modo. non riesco a fare del mio meglio e mi dispiace, meriti di più.

luhan, mi manchi tanto. è sera, fa freddo, sono triste e non ci sei tu ad asciugarmi le lacrime. voglio solo averti qui. cos'è andato storto? cosa ho sbagliato? voglio rimediare, è troppo tardi?

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a/n ; me: [scrive questa cosa con la consapevolezza che sarà angst pura]
me: [la rilegge]
me: fuck that's sad

letters - hunhanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora