Capitolo 1

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"Quel vento che accarezzava il viso"

Non avrei mai pensato di fare il più grande balzo della mia vita, seduto su uno sgabellino di legno d'acero, con una canna da pesca in mano ad aspettare che qualche pesce abboccasse come un ingenuo all'amo; per procurarmi un po' di cibo ogni giorno mi recavo in un torrente mezzo congelato ad attendere che la fortuna mi girasse intorno.
Pescare era uno dei tanti hobby(perlopiù era una questione di sopravvivenza), lo praticavo la mattina e il pomeriggio tardi; il resto della giornata passava tra una partita a scacchi e una passeggiata in compagnia di una slitta trainata da cani.
D'altronde noi inuit* non abbiamo una certa ricognizione del tempo, dato che il sole appare per poche settimane all'anno qui in Groenlandia…tutto il resto buio come gli occhi di chi non conosce verità, anzi con questa scusa potevo sdraiarmi sulla morbida neve e contare le stelle su nel cielo.
Le stelle dalle nostre parti, per quello che so, vagano indisturbate da un cosiddetto inquinamento luminoso, in effetti posso divertirmi talvolta a costruire insolite costellazioni, dato che non sappiamo con certezza come siano composte le vere costellazioni…in effetti abbiamo pochi contatti con i danesi e le loro conoscenze, dato che quest'ultimi siano i sovrani di questa terra nuda e spoglia da ogni caos e turbamento.
Le visite più frequenti che riceviamo sono offerte da parte di qualche brezza che soffia, quel vento che ci tiene svegli e ci accarezza come il palmo di una mano di un bambino.

*inuit=popolazione seminomade situata nel Canada Settentrionale e in Groenlandia

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