Ghiaccio candido

Capitolo 3

"Com'è soffice la dura vita di un uomo"

~Ciao Niaqornaarsuk, mio caro villaggio, culla della mia crescita. Grazie tante genitori per tutto l'affetto trasmesso nei miei confronti, per avermi formato e fatto diventare così come sono adesso...~
Fu l'ultimo pensiero appena salito sulla motoslitta di Mikkel, lasciandoci alle spalle il fiordo ghiacciato che racchiudeva quelle poche casette con i loro colori vivaci che contrastano con l'ambiente circostante.
Com'è fascinosa questa terra che i vichinghi chiamavano "verde", stupefatti di aver raggiunto una meta valorosa dove vi forgiarono una civiltà che ancora oggi persiste; i suoi paesaggi non ti annoiano, anzi, ti fanno riflettere perché qui regna la pace più assoluta.
Quando mi sento solo a volte, guardo la mia collana, contenente un ciondolo di pietra con delle particolari incisioni perché so che questo omaggio mi è stato offerto dalla mia famiglia in segno di protezione e coraggio; il tutto deriva dal fatto che la nostra cultura è legata a specifici elementi naturali e non ci facciamo scrupoli nel trasmetterla al prossimo.
Faceva freddo ed io e Mikkel cercavamo di fare gli ultimi sospiri di sollievo dato che arrivammo a Sarfanguaq, a ovest di Kangerlussuaq, non tanto distante dall'aeroporto; da queste parti il territorio è modellato da crepacci, insenature e canyon di ghiaccio.
Fu per noi un'impresa valicare il fiordo, ma da un lato fu molto emozionante perché amo le sfide e non mi fermo di certo davanti ad un muro qualsiasi.
Dopo un giorno di agonia finalmente arrivammo destinazione; dopo una sana dormita e una ricarica di cibo in una locanda del posto, ero pronto per partire.
Congedai Mikkel con un eterno grazie e con un abbraccio in segno di amicizia per avermi accompagnato e condotto qua, dove i sogni diventano realtà.
~Ah com'è soffice la dura vita di un uomo, con le sue avventure quotidiane, la sopravvivenza, le paure, le gioie, i dolori, le passioni...~