1.

34 6 30
                                    

ANASTASIA

Guardo il mio viso normalmente pallido, ogni volta Cecilia mi obbliga a truccarmi contro la mia volontà, ma questa volta barricherò le porte, anziché farla entrare con i suoi trucchi, non ha ancora capito che uso i trucchi naturali perché con quelli tradizionali, mi si gonfia la faccia e pensano che mi sia rifatta gli zigomi e le labbra, a soli diciasette anni.

Mi dirigo in sala da pranzo e noto mio padre che stringe la mano ad un signore sulla trentina che appena mi vede sorride, affianco a lui, quella che sembra essere sua moglie, dal viso dai lineamenti seri e duri, mi osserva da capo a piedi.

E dietro di loro scorgo un ragazzino basso e bruno con gli occhi azzurri e il viso pieno, cerca di sistemarsi la cravatta che gli stringe un pò troppo il collo dato che la sua faccia è di un colore simile al viola.

-Salve signori, é un piacere conoscervi-sorrido, Cecilia e mio padre mi guardano sconvolti mentre la mia matrigna mi guarda soddisfatta, stringo la mano ai primi componenti della famiglia per poi stringerla al ragazzino.

-Piacere, Anastasia-
-Stefano-dice in un sussurro strozzato, ora che è davanti a me noto che mi arriva alla fronte
-Ma tu stai soffocando-dico preoccupata
-No. Ora lasciami la mano-dice duro, la lascio all'istante e lui si guarda la mano schifato

-Chissà quanti germi mi hai attaccato-scuote la testa, cosa ho appena sentito?
-Oh, hai ragione, forse quando ho detto Anastasia, mi é partita qualche goccia di saliva- faccio una smorfia

Lui mi guarda subito allarmato e in tutta risposta estrae dalla tasca un contenitore di crema, se la spreme sulla mano e se la sparge sul viso.

-La puoi smettere? Stavo scherzando-gli blocco il braccio, lui in tutta risposta si guarda inorridito il braccio con la mia mano appoggiata sopra, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Perché sono ancora qui con lui?

Cerca nuovamente nella tasca e ne estrae quello che sembra essere uno spray, e incomincia a spruzzarsi quella roba per poi passare a me.

-Smettila!- tossisco, dato che lui non mi da ascolto continuando a spruzzarmi addosso quella cosa al profumo alla scorza di limone che mi graffia la gola e mi sta bagnando il vestito, gli do un colpo sul polso facendogli cadere dalla mano il contenitore.

Se mio padre sa che ho usato una mossa di Krav maga su un suo cliente mi uccide
-Anastasia!- urla lui, qualcuno mi prepari l'elogio funebre, ho intenzione di suicidarmi.

-É colpa di Stefano, non dovrebbe far morire le ragazze...-il padre lo guarda severo, mentre lui continua a tenere lo sguardo fisso su di me con una strana luce negli occhi.

Si inchina a prendere lo spray, fa un ghigno malefico e quando si assicura che nessuno ci sta piú guardando mi rispruzza quella cosa in faccia.

-Ok ora basta!-sbotto, mi avvicino a lui con l'intento di picchiarlo ma vengo fermata subito da mio padre per le braccia.

-Finiscila-mi sgrida, la mia pelle diventa incandescente e la rabbia si impossessa di me, come può rimproverarmi, ha visto anche lui cos'ha fatto.

-Cosa centro io ora? Mi sono presentata, sono stata gentile e ora mi sta uccidendo con quello spray!Papà lasciami!-urlo senza contegno
-É un dissifettante-mi corregge, faccio un respiro profondo e cerco di non fare stupidate.

-Oh scusa, é un disifettante- guardo i suoi occhi azzurri
-Ti pregherei cortesemente di non soffocarmi con quel DISIFETTANTE, se peró ci tieni cosí tanto a volermi morta, puoi farlo dopo cena-dico calma, e mio padre mi lascia andare.
Il viziato fa un sorrisino straffottente e mi guarda soddisfatto.

Oltre l'orizzonteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora